Quando la casa di E. T. era ancora su Marte

Quando la casa di E. T. era ancora su Marte Quando la casa di E. T. era ancora su Marte fatto di Brera un punto di riferimento obbligato per gli astronomi di tutto il .mondo. Ricordiamo fra gli altri, Barnaba Orianl, iniziatore di una ricerca sugli asteroidi che continua ancora. > Dopo Orianl si, avvicendarono alla direzione della specola milanese Francesco Carlini, Paolo Frislanl, Giovanni Schlaparelll, forse 11 più celebre degli astronomi di Brera per la scoperta, nel 1884, del canali di Marte che dettero corpo, oltre ad infervorate discussioni scientifiche, anche all'Ipotesi di vita sul pianeta rosso che a sua volta creò nel mondo la psicosi degli abitanti del pianeta: 1 marziali, ovverò marziani. Il 19 maggio 1895 il New York Herald scriveva: •Schiaparelli in Italia. Flammarlon in Francia e il nostro Lowell, hanno fatto dello studio di Marte lo scopo della loro vita di scienziati. Nel nohtro pianeta fratello hanno trovato segni di una avanzata civiltà e anche i più scettici sono stati costretti ad ammettere la plausibilità delle dichiarazioni degli astronomi e a dar loro credito». Il giornale pubblicava pure in cai-atte- ' ri ebraici la parola «SheJdal» che in quella lingua si¬ gnifica Dio, 11 cui disegno era stato arbitrariamente . tratto dai reticoli dei canali ! di Marte e dal giornale attribuito al marziani. In realtà mal le dichiarazioni di Schlaparelll si erano spinte cosi a fondo né a . testimoniare T«avanzata civiltà» del marziani, tanto che 11 ritaglio del giornale venne trovato fra le sue carte con una annotazione: ' «Un bell'umore americano trova 11 nome di Dio nel canali e nel mari di Marte». La leggenda dei marziani è rimasta viva e si è dovuto attendere che la sonda Marlner 4 nel luglio 1965 Inviasse a Terra le prime foto dell'arida superficie di Marte per accantonare definiti-, vamente la suggestiva ipotesi della vita su quel pianeta. A Schiaparelli nel 1800 successe alla direzione dell'Osservatorio Giovanni Celorla è a questi, nel 1922, Emilio Bianchi che l'anno dopo iniziò i lavori di costruzione del nuovo osservatorio a Merate (Como). Il resto è storia di oggi: hanno lavorato a Brera-Merate Livio Gratton, Camillo Kruger, Luigi Volta, pronipote di Alessandro, e molti altri fra 1 quali Margherita Hack, oggi direttore dell'Osservatorio di Trieste. della «loro» cometa, peraltro non riscontrato da nessun altro astronomo, 11 spinse a chiedere al rettore del collegio che il loro appartamento privato fosse dotato di strumenti per l'osservazione astronomica e trasformato nell'embrione di quello che sarà poi l'Osservatorio di Brera. Nel 1762, invitato dal rettore del collegio Federico Pallavicini, arrivò a Milano Luigi La Grange, gesuita' anch'egli, che, determinando la posizione geografica di Brera e iniziando una se- ' rie sistematica di osservazioni meteorologiche, poso le basi scientifiche dell'Osservatorio. Nel 1764 un altro gesuita, Ruggero Boscovlch, astronomo, matematico, fisico e ingegnere, nominato dal Senato di Milano professore all'Università di Pavia, volte trascorrere un periodo di riposo a Milano, ospite del collegio di Brera. Qui Pallavicini lo convinse ad organizzare un Osservatorio vero e proprio, dove egli rimase, non senza frequenti polemiche, fino al 1772. Nel corso degli anni a La Grange e Boscovlch seguirono numerosi altri scienziati che hanno segnato i momenti salienti della moderna astronomia ed hanno un sistema di autocentragglo automatico. Il raggio laser, più debole di quello1 d'incisione (appena 1,5 mllliwatt), è diretto sul disco con un sistema ottico-meccanico, attraversa la plastica trasparente esterna e va a fuoco sui pit. La luce torna quindi indietro per riflessione sino a raggiungere un sensore il cui segnale in uscita corrisponde esattamente all'Informazione: racchiusa nel pit esplorato. Il segnale è poi decodificato elettronicamente e trasformato nel segnale televisivo, completo della componente audio stereofonica. A questo punto entra in gioco il terzo componente,*» computer. Se ci slamo preoccupati di assegnare, In fase di registrazione, a ogni immagine un codice di riconoscimento, slamo in grado di adoperare 11 disco in modo interattivo. Mentre un film o un videonastro, una volta realizzato, va vi' sto come lo ha voluto 11 regista, 11 videodisco può essere visto come vogliamo noi. Possiamo vedere un fotogramma fermo per tutto il tempo che vogliamo, possiamo rallentare e accelerare 11 movimento, possiamo ripetere una scena tutte le volte che ci Interessa a diversa velocità In avanti e indietro e soprattutto possiamo effettuare un «montaggio» idoneo allo scopo che ci prefiggiamo, scrivendo un opportuno programma di pilotaggio del «lettore», che sarà gestito dal computer. Con 11 videodisco è quindi possibile graduare l'Informazione, seguendo percorsi didattici personalizzati e, anche non volendo dare peso all'enorme importanza dell'Immagine, bisogna convenire che le potenzialità sono molto più elevate' del tanto lodati sistemi di Istruzione programmata con 11 computer, / piloti accusa e in Italia

Luoghi citati: Como, Francia, Italia, Merate, Milano, Trieste