Classica,

Classica, Classica, DUE ali irsute ài capelli spartiti a metà sulla fronte, sopracciglia folte, barba vera, occhi scuri e penetranti: la copertina dell'ultimo album con gli Impromptus op. 90 e op. 142 di Schubert, edito dalla Decca, lo ritrae sorridente. Ma è un caso, in genere Radu Lupu sembra la dimostrazione vivente del detto latino secondo cui i nomi sono sostanza delle cose che designano. , Lupu, trentanovenne, pianista di origine romena, è esattamente come lo immaginerebbe chi l'ha solo sentito nominare: di aspetto transilvanico e carattere ombroso. Non a caso vive da molti anni, con la famiglia, nella capitale più riservata d'Europa, Londra. Detesta la mondanità, non ama le interviste. Anche dopo averne ottenuta una, ricevere risposte è un po' come avere Indiscrezioni dalla «Pravda». Il musicista Radu Lupu corrisponde all'uomo, almeno con quello pubblico, che dicono molto diverso' dal privato. Afferma che l'interprete dev'essere soT ■pratiutiò un. uomo di cultura, ammette senea messi termini che i compositori contemporanei non gli interessano. Suoi contemporanei sono i romantici. Il repertorio è seleeionato con intransigenza e un nuovo pezzo si aggiunge solo quando è diventato carne della sua carne. I concerti sono pochi e soppesati, e così pure i dischi. Nessun impresario e nessun produttore discografico riusciranno a deviarlo dalle sue affinità elettive: Schubert, Schumann, Brahms. In questo senso le due ultime uscite discografiche di Radu Lupu sempre per la Decca, che lo tiene stretto con.un cóntrtiHàìtì'èictuslttersoMo-esempf axf.'-8ona!ta n. 3 op. 5 di Brahms, accop¬

Luoghi citati: Europa, Londra