Niente paura sono mostri di Tilde Giani Gallino

Perché la fantasia medievale raffigurava «esseri diversi» Perché la fantasia medievale raffigurava «esseri diversi» Niente paura, sono mostri ^*^^V». ;^^T '■ NEL •meraviglioso» medievale il mostro ha la parte dell'attore protagonista: una presenza inquietante che tuttavia, paradossalmente, serve a Quietare, a rassicurare. Ma chi sono davvero i mostri di cui parlano gli scrittori medievali e che ritroviamo raffigurati negli incunaboli, dove abitano, quale funzione svolgono, quando hanno incominciato e quando hanno cessato di mostrarsi? Una rigorosa indagine letteraria, storica e iconografica sull'identikit del •mostro medievale» è stata svolta da Claude Kappler in un libro intitolato Demoni Mostri e Meraviglie alla fine del Medioevo (Sansoni, 273 pagine con ili, lire 50.000) che esce in Italia con una prefazione di Franco Cardini. Il libro, che è un tributo e insieme una demitizzazione del mostruoso medievale, rappresenta anche una piacevole lettura per tutte quelle persone che ai mostri non hanno mai creduto, o che da un pezzo hanno smesso di crederci. Secondo la Kappler c'è una notevole affinità fra i mostri della mitologia, quelli delle fiabe, e quelli incontrati nei viaggi, o almeno dati per certi nei viaggi effettuati in terre lontane, da mercanti (come Marco Polo), da missionari e anche da autori sedentari, ma che sapevano narrare i loro viaggi come se davvero li avessero faticosamente compiuti. Ma come sono questi personaggi mostruosi e misteriosi?! mostri medievali, con tutte le loro caratteristiche somatiche, minutamente descritte e illustrate dagli autori soprattutto del XIII, XIV e XV secolo presentano una prima, fondamentale peculiarità che li distingue e permette di' individuarli con obiettività: sono 'diversi», cioè differenti da noi e dalle cose che ci circondano da vi. pino. Questo primo assunto è estremamente importante poiché trasmette, dal punto di vista emotivo, un notevole senso di sicurezza. Venire a conoscenza del fatto che esistevano, in certe parti del mondo, esseri che non avevano la bellezza e la perfezione suprema dell'essere umano, di rosea Manca, battezzato e cristiano, ancora più perfet~^~se~appdftenenle~dV sesso" bro della jungla», «Paperino» quale fosse, al di là dellHnvenzione letteraria, la funzione più profonda del mostro medievale e se la sua comparsa è legata ad un certo periodo storico. Abbiamo visto che, tutto sommato, il mostro dà sicurezza: sapere o immaginare che esistono creature meno fortunate, esseri imperfetti rispetto alla propria perfezione, trasmette di solito una notevole sensazione di superiorità e quindi rassicura l'animo umano. Tanto più che questo personaggio difforme dalla »nostra» norma e pertanto prodigioso e inquie7 tante non ci minaccia direttamente a causa della sua lontananza. In realtà questi sono meccanismi psichici che intervengono sotto forma di immagini razionalizzate e a livello di inconscio, per quietare le paure che sono dentro di noi, nei profondo. E t mostri non appartengono ad una determinata epoca storica ma fanno parte di quell'inconscio collettivo che sta al di sopra dei periodi storici e delle aree geografiche. I nostri •mostri personali» sono assai meno definiti nella loro forma e nel loro aspetto; ma quanto "più sonb~~Tnteruyrlszaii"e ' Firenze Arte e scienza — Al Gabinetto Disegni e Stampe' degli Uffizi, una scelta di fogli del XVI e XVII sec. — fra cui disegni di Michelangelo e Pontormo — con Immagini anatomiche e naturalistiche, testimonianze dei rapporti tra arte figurativa e scienze empiriche, a partire dal Rinascimento. Catalogo della casa editrice Olachki. Dal 22 marzo. Michel Seuphor — Alla Galleria Martano, composizioni degli ultimi vent'annl di un artista che, fin dal 1921, quando fondò nella nativa Anversa' la sua prima rivista d'arte astratta, é stato sempre figura di primo piano dell'astrattismo europeo. Ha svolto anche una intensa attività di critico e storico dell'arte. Fino al 14 aprile. Svariati mostri disegnati da S. Brant Hnunmosua ertto cuare eno etti rfeuna pel'ache me peruie7 retsua esti hici forlizcio, soontenata parttipegeostri eno a e nto i"e ' ignoti, tanto più sono spaventevoli e per nulla lontani, ami sona vicinissimi. I bambini sono sicuri di averli nella loro stessa stanza: informi, oscuri, laceranti e ingombranti, popolano le loro notti ed i loro sogni. Soltanto dando ad essi il nome di orco, di fantasma, di strega, incominciano ad assumere un aspetto più domestico, a poter essere nominati ed etichettati, ad avere una dimensione ed una morfologia che permette di poter convivere con loro. Man mano che crescono e si fanno adulti, gli uomini possono poi dare aspetti ancora più definiti ai loro mostri ancestrali, e anche allontanarli dalla propria càmera da letto, situandoli in terre poco o mal conosciute e addirittura, con ('aiuto della fantascienza, relegandoli su ' altri pianeti o in lontane .galassie, separati da sé da anni-luce. In altri casi, certi adulti finiscono con il percepire determinati •mostri» come amici ' personali, dei quali si convincono di essere interlocutori privilegiati, e dai quali possono essere salvati quando i loro simili li sottopongono ad angherie. O lmmagihWir"come "iìnTellì- genee superiori» che prima o poi verranno o torneranno a ristabilire sulla Terra l'ordine andato distrutto. E' chiaro che a questo punto stiamo scivolando nell'immaginario patologico individuale, sempre presente in ogni epoca, nel Medioevo come nel secolo dei Lumi o nella nostra età tecnoìogiezata. C'è al contrario una figura emersa con straordinario vigore anzi con virulenza dall'immaginario patologico collettivo, che ha terrorizzato il popolo di Dio nel Medioevo, continuando poi ancora nei secoli XVI e XVII durante i quali è andata sempre più intensificandosi la •caccia alle streghe». Facciamo riferimento al - diavolo, figura che, come osserva la Kappler, condivide coni mostri la deformità del corpo — ha le corna, la coda, gli zoccoli del capro al posto dei piedi, spesso le zampe e gli artigli del gallo invece delle mali, e infine le ali come quelle dei pipistrelli — ma che dal mostro comune si distingue per ben altri aspetti. Al contrario del mostro che vive la propria vita e che manifesta una assoluta indifferenza per le vicende degli esseri umani, il diavolo spende tutte le proprie energie ad occuparsi degli uomini. A modo suo, li cura dalla culla alla tomba, con lo scopo preciso di potersi poi occupare di ognuno di loro (o almeno -della loro anima), per l'eternità. Inoltre, al contrario del mostro, il diavolo vive contemporaneamente in un luogo lontanissimo dall'uomo, quale l'Inferno, e vicinissimo all'uomo: è sempre in agguato alle sue spalle, pronto a farsi avanti per proporgli patti all'apparenza vantaggiosi la ricchezza, la sapienza, la felicità ma in realtà micidiali per la salvezza della sua anima. Il •meraviglioso medievale» non cessa di affascinarci, di meravigliarci, ■ ma spesso non è, come pensava Goya, il sonno della Ragione che genera i 'mostri. E'proprio, talvolta, la Ragione ben sveglia che li crea e li sguinzaglia nel mondo, tra la gente, e il panico che determinano' diventa uno strumento di autoritàé di potere. — Tilde Giani Gallino ecamps. Al Centro Creart, fino al

Persone citate: Brant, Claude Kappler, Franco Cardini, Goya, Kappler, Manca, Michel Seuphor, Ragione

Luoghi citati: Firenze, Italia