Scrittori d'utopia

Scrittori d'utopia Scrittori d'utopia Sotto il titolo La letteratura dell'utopia. Sociologia del romanzo con temporaneo (Mur-1 sia, pag. 233, L. 20.000), Carlo Ferrucci, giovane docente di estetica all'Università di Roma, riunisce quattro saggi dedicati a Calvino, Piovene, Volponi e Parise. Attraverso un taglio fi-, losoflco e un linguaggio piuttosto complicato, il volume tenta di definire i rapporti tra romanzo, ideologia e società, accomunando sotto un'unica etichetta scrittori molto diversi fra loro. (m.r.) Stendhal: CRONACHE ROMANE. A cura di Lanfranco Blnni; Grandi Libri Garzanti, 300 pp, L. 6000. Riproposte da Garzanti nella sua bella collezione dei Gran-' di Libri, le storie piene di passione italiana che Stendhal trasse' dagli archivi del palazzo Cactani e tradusse spesso letteralmente. Storie sempre fosche e drammatiche, di cui l'amore — anch'esso sempre sui toni scuri — non è che l'innesco offerto dal caso al dipanarsi di una passione. B. Hoffmann-H. Dukas: ALBERT EINSTEIN, CREATORE E RIBELLE. Trad. di M. G. Bianchi. Tascabili Bompiani 331. pp. 309,1,6500. Per quanti mai libri possano venire scritti su Albert Einstein, ognuno di essi trova sempre lettori entusiasti: forse perché individui par suo nascono una volta ogni diecimila anni c la gente ne è sempre affascinata. Questo poi è un libro belìo e piacevole, e dunque non potrà non trovare la solita schiera di appassionati lettori. Friedrich Schiller: LA PULZELLA D'ORLEANS. Trad. di Barbara Allason. Einaudi, Collezione di teatro 277, pp. 119, L. 4000. La versione più romantica ed idealistica della storia di Giovanna viene opportunamente ristampata in volume singolo da Einaudi (in precedenza era parte del Millennio dedicato al teatro di Schiller). L'editore non ripubblica cosi forse una delle, opere migliori o più equilibrate di Schiller, ma quantomeno ne permette la conoscenza diretta a costo accessibile. Gregor Mendel: LE LEGGI DELL'EREDITARIETÀ*. A cura di Brunetto Chiarelli, con un saggio di Vitezslav Orci. BUR L 462, pp. 112, L. 4500. In vita, l'abate noto a tutti gli studenti del mondo per gli schemi alla lavagna sugli incroci dei piselli e sull'improbabilità per un giapponese purosangue di nascere alto, biondo e con gli occhi celesti, non conobbe l'ebbrezza della fama. Anzi, dovettero passare parecchi decenni perché qualcuno si accorgesse dell'eccezionalità e utilità delle scoperte condotte nella solitudine del monastero di Brno. Ancora oggi pochissimi di quanti conoscono il suo nome hanno letto la versione originale della sua teoria, e quindi l'inusuale iniziativa di Rizzoli può incontrare senz'altro molto favore.