Giallo vaticano per le ossa di San Pietro

gha trovato la tomba e le reliquie del primo Papa Pli li hl tifi gha trovato la tomba e le reliquie del primo Papa Pli li hl tifi qPolemica con gli archeologi pontifici Giallo vaticano 5er le ossa i San Pietro devozione. Ma negli Anni Sessanta, quando la Ouarduccl aveva già fatto il suo ingresso nella vicenda, un'equipe di specialisti rifece daccapo l'indagine e stabili che le ossa trovate appartenevano a tre persone diverse, in prevalenza a una donna anziana e di gracile costituzione fisica. Nel '52 la studiosa otten-. ne dal Papa l'incarico di studiare 1 graffiti. Era stato il cardinale Montili . Ja conosceva dai "34, la Basilica Vaticana alla ricerca della tomba di Pietro. A quattro archeologi vaticani egli affiancò un •responsabile morale» dello scavo, mons. Kaas, il quale ogni sera faceva un'ispezione là dove si era; lavorato durante il giorno' e raccoglieva le ossa venute alla luce, per evitare che venissero buttate via insieme con i calcinacci. Oli scavi finirono nel '49, senza clic fossero stati trovati né I resti del santo né alcuna > scritta che facesse riferimento al suo nome. Ma un risultato Importante fu rngglunto ugualmente: la conferma che effettivamente il capo della cristianità a Roma, dopo 11 martirio, aveva trovato sepoltura sotto' la basilica, nel punto focale dell'edificio, proprio là dove per secoli si è trasmesso e alimentato il culto di Pietro. Questo annunciò il Papa, nel radiomessaggio natalizio del 1950. Ma la speranza di trovare le ossa del santo non era tramontata. In uno dei punti in cui Pietro poteva aver trovato sepoltura, gli archeologi avevano raccolto delle ossa poi consegnate all'archiatra' pontificio Oaleazzl Lisi. Questi, affiancato dà alcuni collaboratori, dopo averle ripulite e consolidate con una specie di mastice, le incollò sulla fotografia a grandezza naturale dello scheletro di un uomo adulto. Al cadavere mancava la testa. Dal Laterano allora fu fatta venire la teca dove si conservavano da secoli le reliquie del cranio di San Pietro. Tutte le ossa furono sottoposte a un esame: in un libro pubblicato poi in Francia, Oaleazzl Lisi racconta che 1 resti risultarono appartenenti a una stessa persona. Ottenuti alcuni di quei frammenti, Pio XII li tenne con sé facendone oggetto di grande leggerà «Pietro è qui» — padre Ferrua se lo era portato a casa, per restituirlo solo dopo sollecitazioni del Papa e parlarne pubblicamente a distanza di altri anni ancora. Finalmente la Ouarduc- • ci arriva à un loculo scavato all'Interno della costruzione voluta da Costantino: una sorta di ripostiglio segreto rimasto inviolato nel secoli. Ma un giorno vi erano arrivati glijftrclieolCr. gl vaticani.cheràr^rto.un buco, vI avevupo-fatto-preclpltare déntro calcinacci, vari elementi di costruzione, e infine erano andati oltre senza accertare veramente quanto conteneva. La Ouarduccl lo trova vuoto. Anche gli archeologi dicono che era cosi. Ma uno degli operai che hanno partecipato allo scavo racconta che il giorno in cui giunsero al loculo gli archeologi lo videro pieno di calcinacci. La sera mons. Kaas intravide fra 11 bianco vari detriti di ossa, gliele fece raccogliere e depositare in una cassetta. Dieci anni dopo la cassetta era ancora 11, in un umido ripostiglio delle grotte vaticane, con un biglietto del religioso a indicarne la provenienza. Incomincia per la Ouarduccl la fase più emozionante del lavoro. Paolo VI e pochi altri sono al corrente delle Ipotesi che si affacciano. S'iniziano le verifiche più strettamente tecniche. Le ossa vengono attribuite a un unico individuo, di sesso maschile, robusto, fra 1 60 e i 70 anni d'età. I frammenti di stoffa rinvenuti si rivelano lana tinta di vera porpora di murice, lntessuta di fili d'oro autentico. Il terreno di cui le ossa erano Impastate risulta identico a quello della zona In cui, secondo la tradizione, Pietro avrebbe subito il martirio e trovato la prima sepoltura ili 4, San Pietro giullare al Pontefice 11 suo interesse per questo straordinario documento. Per anni la Ouarduccl lavorò solo sulle epigrafi, pubblicando interi volumi sul tema. Poi incominciò a interrogarsi sulle strutture, murai le che .nel secoli si sono sovrapposte e sotto le quali, sia pure in un tempo mollo lontano, Pietro doveva essere stato sepolto. Scopri monete, timbri, sigilli che agli archeologi erano sfuggiti. Scopri che ■ non era stato fatto un giornale di scavo, che un pezzo d'intonaco — su cui Liliana Madeo tenza per lui e per lei, ma la nuova moda deve provocare scelte sempre più ampie e articolate, perché la cultura ha troppi geni degni di ritratto. Si potrà fare una scric di magliette di premi' Nobel (molti Bocll in Germania tra i «verdi»,' qualche Solzenycin importato clandestinamente tra i ragazzi sovietici). Non parliamo dell'Italia che è una galleria inimitabile di facce culturali. La maglietta con Dante per l'arcigna professoressa non ancora invecchiata, la maglietta con Montale per chi sa tutto del mondo («noi della razza di chi rimane a terra»), la maglietta con De Crescenzo (prodotta dalla Mondadori) per chi crede che la filosofia sia divertente. Potrebbe dare il via all'iniziativa, per fornire come in America serietà e autorevolezza, lo stesso «Tuttolibri». Già c'è stata gualche pregevole «T shirt» disegnata da Forattim col famoso gabbiano della libertà; si tratta di mettere i nostri letterati al posto dell'uccello simbolica Noi prenotiamo le magliette con Machiavelli, Leopardi e Carducci, il tricolore dei nostri caratteri nazionali. E' vero, c'è il rischio che uno porti la maglietta di Moravia senza avrtne letto una riga: ma in .quel caso la maglietta si trasformerà vistosamente nella sua cattiva coscienza, nella voglia di riparare. Alla lunga, vestire è leggere. tf Rii

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