Quella mitica generazione del '27

nerazione del '27 T nerazione del '27 T La Generazione del *27 riunita nel dicembre di quell'ari no all'Ateneo di Siviglia. Da sinistra: Rafael Alberti, Federico Garda Lorca, Juan Chabas, M auricio Bacar! sse, Romero Martinez. Blasco Garzón, Jorge Guillén, José Bergamin, Dàmaso Alonso, Gerardo Diego. I sopravvissuti sono Alberti, Alonso e Diego. della celebre antologia pubblicata da Gerardo Diego nel 1932. Il luogo principe ove maturò e coagulò ti sodalizio fu la Resldencia del Es t u diante di Madrid ove per anni, a partire dal 1919, convissero Lorca, Alberti, Prados, Dalì, Builuel insieme a maestri illustri quali Menéndez y Pidot, Amerigo Castro, Juan Ramon Jiménez, Ortega y Gasset (e ti magistero degli ultimi due lasciò il segno più tangibile). Il sodalizio non era formato da soli poeti ma da artisti di vari campi; a quelli già citati bisognerebbe aggiungere il pittore Joan Mirò, il musicista Joaquin Tutina, il saggista José Bergamin e altri artisti ancora che ne condivisero le idee estetiche. All'interno di questo consesso si suole distinguere altri raggruppamenti. Quello dei •professori; più attenti ad una coscienza critica (Salinas, Guillén, Alonso, Diego), oppure i castlgllaniegli andalusi, più inclini, questi, al popolare (Lorca e Alberti, soprattutto). Luis Cernuda ha tentato di delincar» la traiettoria dell'apprendistato poetico detta generazione e ne ha scorto quattro momenti: la predilezione per la metafora, te, come visione puramente estetica del mondo di cui Góngora, fondatore del culteranesimo, era stato insuperato maestro. La comunione di intenti, di poetiche e di entusiasmi di quella circostanza diedero luogo ad una coesione, a una specie di autoriconoscimento, di presa di coscienza: fu come l'atto di. nascita di quella generazione. l'atteggiamento classicista, l'influsso gongolino e il contatto col surrealismo. In realtà tutti recepirono i messaggi delle Avanguardie e successivamente andarono maturando individualmente la loro creatività in direzioni a volte lontane luna dall'altra. Basti pensare all'elitaria poetica dell'arte per l'arte sostenuta da Guillén cui fa eco, d'altro lato, l'impegno di poesia popolare di Lorca. Tutti operarono per riportare la Spagna nei grandi filoni culturali europei e ti risultato fu tanto brillante che si parlò di un nuovo secolo d'oro casigliano. intorno al 1925-1928 si erano pubblicate, in riviste o in libri, le raccolte poetiche che segnarono Unterò gruppo, delineandone i nomi e segnandone la traiettoria: il Romancero gitano ,dl Federico Garda Lorca, Seguro azar di .Fedro Salinas, Càntico di Jorge Guillén, Versos humanos di Gerardo Diego, Sobre los Angeles di Rafael Alberti, Perfil del aire di Lui» Cernuda, Ambito di Vicente Alelxandre, Las islas invitadas di Manuel Altolaguirre e Vuelta di Emilio Prados. Se' a questi nomi uniamo quello di Dàmaso Alonso, che solo pia tardi darà la sua raccolta più importante, Hijos de la Ira, abbiamo ti ventaglio completo dei componenti di quel gruppo, almeno del gruppo • storico. Una situazione comune uni, biograficamente e tematicamente, gran parte di questi poeti; la guerra civile e l'esilio. Le crudeltà della auerra, durata dal 1936 al 1939, lasciarono segni indelebili in tutti coloro che direttamente e indirettamente ne presero parte e fu ancora Lorca con la sua emblematica morte a rappresentarne il simbolo più tragico ed eloquente. E dopo la guerra, con l'instaurarsi del franchismo, quasi tutti scelsero la via dell'esilio. Molti andarono nell'America del Sud ove la¬ 7 TittiU «il. 11 vorarono attivamente creando le premesse di quello che decenni dopo sarebbe stato il boom delta letteratura di quei Paesi. Allora iniziò la diaspora della cultura spagnola, nacque el espanol del éxodo, fu la Espana peregrina E la diaspora superò i confini della generazione del "27, comprendendo intellettuali che erano venuti prima e dopo di essa: da Jiménez a Machado fino a Miguel Herndndee, a Bios de Otero e a Leon Felipe che di questa Espana peregrina è stato l'araldo più infaticabile e profetico. In esilio sono morti Sahnas, Cernuda, Altolagutrre, Prados. Di quel gruppo illustre non restano in vita che quattro superstiti: Alberti, che da anni vive a Roma, Diego, Alelxandre e Dàmaso Alonso, t tre che mai hanno abbandonato la Spagna. Ad Aleixandre nel 1977 è stato attribuito il Nobel, premio che 6 stato un riconoscimento a tutta la Generazione Dei Quattro viventi, il più vecchio ha 88 anni, ti più giovane 82. Sono gli ultimi testimoni di una delle più complete ed intatte avventure poetiche del Novecento euro- ■veo- K.S. * *

Luoghi citati: America Del Sud, Madrid, Roma, Siviglia, Spagna