Un pugno di dollari e tanta Provvidenza per fare l'America
Alle origini degli Stati Uniti Alle origini degli Stati Uniti Un pugno di dollari e tanta Provvidenza per fare l'America 1libri di Richard Hofstadter, lo storico americano ben noto anche in Ralla, sono tutti costruiti secondo un limpido disegno e scritti con il dono di una essenzialità mal superficiale. Forse il suo saggio più penetrante è lo studio da lui dedicato all'influenza del darwinismo sociale sul pensiero americano. Hofstadter, morto nel 1970, era soprattutto uno storico delle Idee; ma non tanto interessato all'analisi rigorosa del pen-, siero nelle sue concatenazioni Interne, quanto piuttosto a cogliere 11 momento in cui le idee sorgono nel seno della società e 1 modi in cui entrano nel circolo della vita culturale e politica. Anche nel suo ultimo libro, L'America coloniale. Ritratto di una nazione nascente, questa predilezione per lo studio delle correnti ideali, culturali e religiose appare evidente. La parte conclusiva, dedicata al Grande Risveglio — una sorta di Riforma che rivitalizzò la vita americana nel decenni a cavallo della meta del XVIII secolo — è probabilmente la parte più appassionante e personale. L'autore aveva l'Intenzione di scrivere una storia generale degli Stati Uniti in più volumi: di questo progetto 11 volume ora tradotto da Mondadori, e Inserito nella collana «Storia», è l'unico risultato a cui l'eminente studioso sia pervenuto prima della morte. Ma ha ragione la vedova di Hofstadter a dire nella sua premessa che esso ha una sua unità, e autonoma leggibilità. Il problema storico che Hosftadter si pone è quello delle radici della nazione americana, che egli intende mettere a nudo nel moménto Iti cui l'America «.ancora una società coloniale, ma ormai ha In sé 1 presupposti per diventare un Paese a sé. Quali le caratteristiche dell'America che di 11 a poco, In tempi storici, avrebbe dato vita alla nuova grande nazione, Hofstadter le indica con parole efficaci: «Le colonie inglesi del continente nordamericano, le rozze province che avrebbero col tempo formato il nucleo degli Stati Uniti, erano gli elementi costitutivi della prima nazione postfeudale, la prima nazione al mondo formatasi e sviluppatasi, fin dai primi (riorni, sotto l'influsso del protestantesimo, del nazionalismo e della moderna impresa capitalistica-. Una nazione, secondo una formula molte volte ripetuta ma sempre significativa, senza castelli, senza Chiese di Stato, aperta — al di là di ogni confronto — all'innovazione economica. E un Paese che offriva possibilità che allora parevano inesauribili a chi sfuggiva alle miserie politiche, religiose e economiche della vecchia Europa. La società che andava formandosi era una società borghese — la prima a nascere borghese —, con un elevato grado di Due collane di astronomia mobilità interna. Qui, in luogo dell'ari-: stocrazla vecchia di tipo europeo, si faceva avanti un'aristocrazia nuova legata non al titoli nobiliari ma a quelli della ricchezza; le classi medie costituivano lo strato culturalmente e socialmente dominante, la terra era facile, alla portata degli Intraprendenti, e il denaro sempre più era — come in nessun'altra società— puritanamente 11 segno di una predilezione umana e divina. Ma Hofstadter è lungi dal dare a questo suo libro un andamento di celebrazione della nascente nazione americana. Egli non manca di mettere In piena luce il rovescio della medaglia, il lato oscuro della nuova Terra Promessa. Era bensì vero, Infatti, che — come aveva notato Arthur Young — verso il nuovo mondo si dirigevano 1 più audaci e attivi fra I poveri del regno d'Inghilterra (e di altri Paesi); senonché verso l'America coloniale — Inesauribilmente affamata di mano d'opera per le sue esigenze di crescita economica — venivano avviati con la forza o l'astuzia uomini che avrebbero voluto rimanere dov'erano. Le navi cariche di poveri negri condannati alla schiavitù e di poveri bianchi destinati, una volta arrivati, a una lunga servitù, seppure a riscatto e aperta a tempi migliori, erano l'anticamera di grandi sofferenze, talvolta senza nome. I capitoli sulla schiavitù del neri e sul servi bianchi sono a proposito densi e eloquenti. Eppure questo lato oscuro — è un punto capitale — non fu mal tale da mettere In forse 11 mito dell'America presso tutti tic in Europa ee«»WtÌMrùW^ suo tentatlvo^'ìBgllHiTPWlfml della nazione americana, Hofstadter insiste sulla saldatura che sempre più venne a realizzarsi fra tre fattori: le enormi possibilità economiche offerte dal Paese, la coscienza degli americani di essere chiamati ad aprire un nuovo capitolo della storia, l'Idea di essere benedetti dalla Provvidenza. Fattori che — come chiunque può comprendere—non sono tuttora esauriti. L'autore Insiste sull'importanza che ebbe nella formazione dell'America 11 Grande Risveglio, li quale — vera e propria tormenta religiosa — rinnovò le chiese e contribuì in maniera determinante a radicare «nei tessuto della vita americana il principio della scelta e della decisione dell'uomo comune, la mentalità borghese, il senso puritano del dovere, la propensione a identificare gli eventi storici con gli schemi della Provvidenza: Massimo L. Salvador! Richard Hofstadter, «L'America coloniale. Ritratto di una nazione nascente»,. Mondadori, 276 pagine, 30.000 lire.
Persone citate: Arthur Young, Hofstadter, L. Salvador, Mondadori, Richard Hofstadter
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