E mamma Rai non restò sola

E mamma Rai non restò sola E mamma Rai non restò sola SI consulta come un manuale, si legge come un romanzo. Alessandra Bartolomei e Paola Bernabei, autrici di «L'emittenza privata In Italia dal 1956 ad oggi», attingendo alla sezione mass-media della biblioteca Rai e alla documentazione dell'ufficio stampa Rai, hanno compiuto un lavoro scrupoloso di ricerca sintetizzando la storia delle tv e delle radio private in Italia e «narrandola» attraverso una cronaca di fatti e di atti anno per anno, lungo un trentennio. C'è tutto, esposto con ordine e chiarezza a partire dal fatidico 26 gennaio 1952, quando un decreto presidenziale affida alla Rai la concessione esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo, leggi monopollo. Ma già qualche anno dopo alcuni gruppi finanziari a Milano, a Roma e a Napoli tentano di creare società televisive private; nel 1958, a Milano, una «Televisione libera» (sostenuta da imprenditori della borghesia industriale) sta per iniziare le trasmissioni, ma l'intervento della polizia stronca tutto sul nascere. E nel 1960 la Corte Costituzionale ribadisce 11 monopollo Rai. La questione sembra chiusa. Dieci anni di tranquillità completa e di Imperlo assoluto per la tv di Stato. Nessuno—e tanto meno chi è seduto nelle sicure poltrone della Rai — può prevedere lo sconquasso del decennio successivo. Già all'Inizio Paul Klee: «La signorina dello sport», pan. CARMINE Benincasa, discusso critico e bpe- ' ratore di arte e architettura contemporanea in area centro-meridionale. DEFINIRE Elisabetta d'Inghilterra è impresa ardua, tanti e contraddittori sono gli aggettivi spesi per questo personaggio che giganteggia nella storia, non solo d'Inghilterra. Era definita «bastarda» perché Anna Bolena già la portava in seno quando sposò Enrico Vili, e non fu mal certo che 11 padre f o.<-,e proprio 11 re apostata. Analizzata a distanza la figura della regina, definita anche Ironicamente «vergine», ciò che più sorprende in lei è la moderna concezione dello Stato che guidò quasi sempre le sue scelte, 11 dominio assoluto di se stessa donna e regina, anche quando 11 cuore le sanguinava nel contraddire, o far condannare, uno del suol favoriti-amanti, come accadde quand'era già innanzi con gli anni con il bellissimo conte di Essex, l'ultimo uomo del suo cuore. Eppure, un aggettivo che meglio la qualifica esiste, ed è «temporeggiatrlce». Non prese mai decisioni a caldo, nell'Impeto dell'ira o dell'orgoglio offeso; calcolò sempre ogni mossa valutando I prò ed i contro che potevano esserci in determinate Imprese, di guerra, di pace, d'amore. Forse fu davvero «bastarda», ma ebbe di Enrico Vili, presunto padre, l'orgoglio e la lussuria; non l'incostanza, perché gli amanti se 11 tenne quasi tutti, quasi a formarne una collezione di cui si. vantava, come della suai degli Anni 70 si contesta la legittimità del monopollo Rai. Nel '73, via cavo, comincerà a trasmettere Telebiella: è la prima, minuscola breccia destinata rapidamente ad allargarsi. Nell'agosto '74 ecco la prima emittente via etere, Tele Firenze Libera. Fra il '75 e 11 '76 si moltipllcano con giovanile esuberanza le radio private. Il ministero delle Poste e Telecomunicazioni reagisce con tuoni e fulmini: 1 carabinieri procedono a sequestri, chiusure, denunce, ma tutto è Inutile perché —altra data fatidica—il 28 luglio 1976 viene depositata la sentenza n. 202 della Corte Costituzionale, che liberalizza l'emittenza privata In ambito locale. Rotti gli argini, irrompe la valanga delle nuove tv, esplode un fenomeno che non ha riscontro in nessun altro Paese del mondo. Il libro, fedelmente e imparzialmente, testimonia 1 ben noti avvéniménti successivi, in un fatale crescendo da tragedia greca (o da commedia all'italiana?): 11 proliferare mostruoso di emittenti, l'assalto e 11 condizionamento imposto dalla pubblicità, lo sfruttamento selvaggio dei film, 11 costituirsi del networks, l'Indebolimento progressivo e in pratica 11 crollo del monopollo Rai che si aggrappa ormai soltanto alla proibizione, per gli altri, di trasmettere in contemporanea sul territorio nazionale. Circa 11 futuro, questo succoso compendio, ancorato saldamente com'è al dati concreti, non s'azzarda a spendere parola: ma specie sulla seconda parte del libro s'allunga l'ombra di un avvenire Incertissimo, con la battaglia furibonda tra Rai e networks, una battaglia favorita dall'assurda mancanza di una legge di regolamentazione che tutti sembrano Invocare e chenessuno affronta. UgoBuwolan Alessandra Bartolomei, Paola Bernabel, «L'emittenza privata In Italia dal 1956 ad oggi», Eri, 211 pagine, 17.000 lire.

Persone citate: Alessandra Bartolomei, Anna Bolena, Paola Bernabei, Paola Bernabel, Paul Klee

Luoghi citati: Firenze, Inghilterra, Italia, Milano, Napoli, Roma