Reagan adesso trema

Reagan adesso trema Reagan adesso trema La competizione tra i candidati democratici per la conquista della nomination ha temporaneamente fatto dimenticare una questione più importante: esiste una ragionevole probabilità che il candidato democratico, chiunque esso sia, riesca a sconfiggere Ronald Reagan alle elezioni presidenziali di novembre? Nelle ultime settimane i sondaggi d'opinione hanno accumulato una grande quantità di dati. Nella congerie di cifre, palesemente deformate dall'organizzazione propagandistica dei vari candidati, si possono disccrnerc alcune rilevazioni che indicano due importanti tendenze generali. In primo luogo, e risultato che la sconfitta di Jimmy Carter nel 1980 e stata detcrminata da una forte defezione dell'elettorato democratico: il 28 per cento degli americani che nel 1976 gli avevano dato il loro voto, nel 1980 non sono andati alle urne. «Sono andati a pescare», si dice nel gergo elettorale americano. Viceversa, la defezione degli elettori repubblicani raggiunse soltanto il 7 per cento. Nel 1984 questo significa che, se i democratici riescono a distogliere i loro elettori dal richiamo delle battute di pesca e a portare alle urne una percentuale consistente dei milioni di nuovi votanti, le probabilità dì una vittoria democratica aumenterebbero di molte. Ancora più significativi sono i dati dei sondaggi condotti sugli elettori indipendenti, che costituiscono più del 30 per cento dell'elettorato c sono (quindi la forza decisiva nella competizione per la presidenza 'americana. Nel 1980 era in lizza un candidato indipendente, Jack Anderson, che tuttavia ebbe una percentuale relativamente modesta di voti: gli elettori indipendenti che non diedero il loro voto ad Anderson fecero convergere la maggioranza dei loro suffragi su Rcagan. Cìli ultimi sondaggi, viceversa, rivelano una netta tcndenza dell'elettorato indipendente! a prendere le distanze dal prc-; siderite in carica.c a riservare i' propri consensi ad un candidato nuovo, soprattutto se questo fosse Gary Hart e non Walter Mondale, troppo vincolato ai sindacati e ai gruppi di pressione per riscuotere il consenso di questa estesa arca dell'elettorato americano. Questa relativa disaffezione degli indipendenti da Ronald Rcagan è risultata particolarmente netta dalle opinioni espresse dagli intervistati sul ritiro dei marincs da Beirut, sulla polica statunitense in America Centrale, sul deficit del bilancio federale. Questi dati indicano una tendenza e nulla di più. Non significano che Rcagan abbia già perso le elezioni: significano soltanto che nel suo blocco di consensi si sono aperte alcune incrinature e che una quota molto ampia dei suoi potenziali elettori manda alcuni segnali di disaffezione. Non sono gli unici, in verità. Uopo l'ingloriosa ritirata delle forze militari americane da Beirut, i quotidiani e i settimanali americani più prestigiosi non hanno lasciato passare un giorno senza assumere posizioni critiche nei confronti del presidente. La Washington Post e il New York Times lo hanno attaccato a più riprese anche su temi economici. Hanno continuato a dargli atto che negli ultimi quindici mesi la disoccupazione è scesa di quasi 4 punti, ma quasi quotidianamente sottolineano che Reagan ha perso il controllo del bilancio federale. Il .deficit continua a creare pesti di lavoro in vista delle elezioni di novembre, ma è anche destinalo a determinare prevedibili effetti negativi, inoltre, se 1' amministrazione si affida esclusivamente agli alti tassi d' interesse per contenere l'inflazione, ■ in un paio d'anni si pongono le premesse per un' altra recessione e chi ha trovato un posto di lavoro nel 1983'84 può perderlo nel l985-'86. Sinché vengono Sinché vengono questi argomenti sollevati da riviste come New Republic oppure The Nation, possono giustamente essere considerati come buoni pezzi di propaganda democratica; ma quando compaiono sulle colonne dei giornali indipendenti, assumono un significato ben diverso. E lo stesso si può dire di un altro tema ricorrente: la crasccnlc sperequazione nella distribuzione della ricchezza, alla quale Art Huchwal(t ha dedicato una delle sue più impietose colonne di dolccamaro umorismo politico. Piero Bairatl La polizia to

Persone citate: Gary Hart, Jack Anderson, Jimmy Carter, Piero Bairatl, Reagan, Ronald Rcagan, Ronald Reagan, Walter Mondale

Luoghi citati: America Centrale, Beirut