Chi ha regalato un'anima ai robot

Chi ha regalato un'anima ai robot Chi ha regalato un'anima ai robot di Mauro Anselmo Nel film di Kubrick «2001 Odissea nello spazio», Il supercalcolatòro Hall 9000, cervello e sistema nervoso dell'astronave «Dlseovery», «capolavoro della terza generazione di calcolatori», si ribella e fa strage dell'equipaggio. In «City» e In altri racconti di Clifford D. Slmak, l'automa Jenklns e II robot Richard Daniel sono' preziosi collaboratori dell'uomo, servitori onesti, fedeli, affettuosi. Il rapporto fra fantascienza e I computere-robot è un rapporto complesso, quasi nevrotico'. Amoro-otìlo, fiducia-rifiuto, fascino-repulsione. Un atteggiamento lllumlnlstlco-sclentlflco alla Isaac Aslmov: le macchine, ee ben progettate • guidate, non annientano l'uomo, la cui ragione finisce alla fine per prevalere. Un atteggiamento tragico-sarcastico alla Robert 8heckley: anche nell» macchine più perfette si nasconde In¬ gresso tecnologico». 2) «La diffidenza è giustificata per gli ignoranti, cioè per le persone "che ignorano". Ritengono che 11 computer sia qualcosa di misterioso e, in quanto misterioso, pericoloso. Succedeva piti o meno la stessa cosa con le prime automobili. Poi la gente si è abituata». Paolo Maffei 1) «Li considero amici, anzi collaboratori è servitori dell'uomo. LI approvo, come approvo tutti gli strumenti che non sono altro, che il prolungamento del cinque sensi dell'uomo. Ohe cos'è, per esemplo, 11 telescopio? Un aumento delle potenzialità dell'occhio. E il computer? Un aumento delle possibilità del cervello, soprattutto nella rapidità di accumulare dati». 2) «Dipende dall'uso che ne fa l'uomo. Il computer non deve essere considerato come un essere che sostituisce l'uomo negli aspetti umani e nel rapporti con 1 suol slmili: considero un giorno nero per Vuinanità quello in cui l'uomo, non potendo trovare un amico con cui giocare a scacchi, dovrà, fare la partita col computer». sidiosa l'Irrazionalità, che non può essere annientata ed è pronta ad esplodere con conseguenze gravissime per l'uomo. Due poli opposti, che esprimono anche un atteggiamento culturale di fronte ella scienze. Aslmov («lo robot», «Il secondo libro del robot») è ottimista. Tanto ottlmlnta da aver addirittura elaborato una speda di Imperativo categorico per le macchine, «te tre leggi della robotica», che escludono quasi tassativamente una loro qualsiasi ribellione: «Un robot non può recar danno a un essere umano ni può permettere che a causa del proprio mancato Intervento un essere umano riceve danno». Sheckley ò pessimista. Spietato fustigatore di ogni rosea utopia. Inventa profezie e lancia avvertimenti: dò che l'uomo deve temere dalle macchine non ò tanto che cessino di ubbidirgli, quanto piuttosto che gli ubbidiscano troppo bene. Come dice uno del tanti robot: «Sono stato programmato per A. Bevilacqua 1) «Non ne sono entusiasta. Amici di certo non 11 considero, semmai 11 ritengo dei buoni collaboratori che possono dare un aiuto validissimo all'uomo. C'è chi ne ha paura, forse perché ha letto In fretta e male alcuni romanzi di fantascienza. Prendiamo 1984 di Orwell; di cui tanto si parla. Orwell non demonizza le macchine. Prospetta che attraverso l'uso delle macchine l'uomo finisca per distruggere se.stesso, sottolinea l'istinto suicida' di una generazione umana futura. Dunque 11 problema è sempre lo stesso: non è la macchina in sé a essere pericolosa, ma l'uso che l'Uomo ne fa». 2) «No, la diffidenza non è giustificata. La conoscenza che abbiamo del computers è molto limitata. Sono un esercito che può essere impiegato per la difesa e il servizio del l'uomo. Conoscere bene il computer vuol dire sapere va lutare fino in fondò le posslbi lltà e i rischi. Ma non credo che 11 rischio di un loro uso massiccio sia quello che troviamo In certe storielle dove il robot, dopo aver aiutato la padrona di casa, la strangola, m, a.

Persone citate: Bevilacqua, Clifford D. Slmak, Kubrick, Mauro Anselmo, Orwell, Paolo Maffei, Richard Daniel, Sheckley