Il «made in Italy » conquista l'auto europea di Eugenio Ferraris

Il «made in Italy » conquista l'auto europea Il «made in Italy » conquista l'auto europea Costruttori strani GINEVRA — Riflettori spenti, dopo undici giorni di kermesse, sul salone dell'auto ài Ginevra, tradizionale occasione di confronto tra t grandi costruttori europei e tra questi ed t colossi giapponesi. Poche le novità In senso assoluto su entrambi t fronti, In attesa del saloni autunnali di Parigi e di Torino che dovrebbero tenere a battesimo sorprese (nia lo sono ancora?) decisamente Interessanti. Nuove, comunque, due àuto Italiane (la Ferrari QTO e la giardinetta Alfa 33 a quattro ruote motrici): inedita l'Argenta con motore sovralimentato (Volumex); al debutto in campo internazionale la Renault 25 e la piccola Peugeot205 GTI. In assenza di un confronto eri si rivolgono alle n diretto tra i modelli — negli ultimi dlclotto mesi, tra nuovi e tra altri sottoposti a massicci- restvltng, l'industria automobilistica europea ne ita sfornati una quarantina — l'interesse dei visitatori e degli operatori di questo 54estmo expo svizzero sì è spostato di conseguenza verso altri temi: come, per citarne uno tra i piti significativi ed affascinanti, l'elettronica. E, via via, verso altri: la componentistica, il design, l'accessoristica. 1 risultati che emergono da questa indagine sono sorprendenti e lusinghieri per la nostra industria: almeno l'ottanta per cento delle macchine costrutte in Europa (per l'S4 il mercato continentale prevede cifre abbastanza vici¬ ostre industrie per ca ne al dieci milioni di pezzi) montano un -particolare- italiano. Che può essere addirittura fondamentale nel prodotto finito — carburatóri, freni, sospensioni, strumentazione di bordo, pneumatici, vetri — oppure soltanto opzionale (ruote In lega, condizionatori, antifurti) oppure ancora indispensabile anche se non di grande apparenza: è il caso di radiatori, pistoni, retrovisori; particolari in gomma ed in plastica, proiettori, cavi di accensione, batterle, candele, vernici. Va da sé che piti l componenti sono -pesanti- (e per pesante l costruttori d'automobili intendono di prezzo), quell'80 per cento di cut si diceva è destinato a calare. Cosi rburatori, vernici, ruo un'auto su quattro monta In Europa un carburatore Weber (25 per cento) mentre il 30 per cento utilizza una strumentazione di bordo costruita" In Italia, il 15 per cento alterna* tori nazionali, il 20 per cento plastiche, gomme.ruotein lega ed in ferro, radiatori, condizionatori mode in Italy. In questo business che vale migliaia di miliardi recita un ruolo di primo plano una multlsocletà Italiana, la Fiat componentistica. L'azienda, che molti ritengono erroneamente destinata a servire solo il gruppo di cut fa parte, in realtà fattura all'estera parti di automobili per450miliardi di lire (su un bilancio previsto per 184 di circa 3100 miliardi). E si separé così che in fatto di te, parti elettriche carburatori ti miglior cliente della . Componentistica è la Ford e non la Fiat; che carburatori della stessa marca sono presenti su auto Renault, General Motors, del gruppo PSA, 'Volkswagen brasiliane e Btlttsh Leyland. Il discorso,-a questo punto, pretenderebbe un ulteriore approfondimento che, anche con il conforto di tutti i dati, porterebbe però ad un lungo e sterile 'elenco numerico? del made in itali/. Resta tuttavia evidente un fatto: il prestigio di un prodotto italiano che, talvolta scarsamente considerato in patria, trova giuste e remunerative valutazioni all'estero. . Eugenio Ferraris

Luoghi citati: Europa, Ginevra, Italia, Parigi, Torino