Serata di grandi suggestioni con il jazz di McCoy Tyner

Serata di grandi suggestioni con il jazz di McCoy Tyner Serata di grandi suggestioni con il jazz di McCoy Tyner Autorizzazione Comune di Torino InVia DI NANNI 120 TEMPO LIBERO REGALO • TEMPO LIBERO • SPORT E VIAGGIO Rivenditore Samsonite - Del Sey DAL NOSTRO INVIATO La scena era curiosa, ma significativa: Baker e Pelzer, anch'egll a capo coperto, seduti uno accanto all'altro (Pelzer col suo sax), immusoniti, apparentemente Inerti; poi la partenza, quasi in sordina, alternando le «voci»; infine, via i cappelli, in piedi, due grandi, •partecipati» assolo e la conclusione a voci intersecate. Alla selva di applausi ha risposto tornando in scena il solo Pelzer; Chet Baker si era già rifugiato In se stesso, al sicuro da un mondo che troppe volte non gli è stato amico. Tiziana Ohiglloni. «Lady Jazz», una delle poche jazz-women italiane, forse la migliore, in ogni caso l'unica donna presente a questo festival, ha dato quasi il meglio di sé. La «ragazza di Mondovl» (ma da tempo vive a Torino) si è esibita infatti in un repertorio swing-blues che non ha reso forse tutte le sue possibilità espressive, ma che ha conquistato 11 pubblico. Bene accompagnata dal suo giovane quintetto, che dispone anche di un paio di buoni solisti, ha impressionato per la sicurezza, nelle tonalità soft come in quelle vibranti o alte: certo, l'eredità sul piano internazionale di «mostri» come la Fitzgerald, Sarah Vaughn o Blllle Holliday, non è mica facile... Hot Club Budapest. Bella questa idea del direttore artistico, Sergio Ramella, già patron di analoghe manifestazioni jazz, di Invitare gruppi dell'Europa orientale: negli anni scorsi polacchi, cecoslovacchi e ora questi meravigliosi ungheresi. Un Jazz, il loro, che fonde suggestioni tzigane e ritmi Jazz tradizionali e d'avanguardia, con un uso spregiudicato della chitarra (magnifico Andor Kovacs, un po' defilato Attila Laszio), del contrabbasso (Balazs Barkes) e soprattutto del violino di Czaba Deseo. leader del gruppo. In Ungheria, ci dice Deseo, le banda Jazzistiche sono numerose: una come la loro, crediamo, dev'essere comunque una mosca bianca. Pubblico In piedi, a reclamare il bis, concesso. Eric Le Lann. Il ventisettenne trombetti-' sta francese è apparso un po' troppo consapevole delle sue doti: il modo disinvolto, da ottimo «tecnico», In cui ha tratto dallo strumento effetti in verità straordinari, per fantasia e concretezza espressiva, ha tolto qualcosa al fascino della sua inventiva e del suo temperamento. Preferiamo, ancora all'antica, la sofferenza «umana» di Chet Baker. IVREA — McCoy Tyner ha chiuso trionfalmente il quarto Festival europeo del jazz di Ivrea. In una serata ricca di suggestioni antiche e nuove, il quarantaseienne pianista afroamericano, cresciuto ad una «scuola» come quella di John Coltrane (con 11 cui quartetto ha lavorato dal '60 al '65) e divenuto in seguito, superati alcuni anni di crisi «d'identità», incontestato alfiere di un jazz creativo in continua evoluzione ('Io suono ciò che vivo-) dove si fondono culture musicali diverse — anche europee ed asiatiche — In un discorso universale, ha fornito una prova esemplare e assicurato il «tutto esaurito» al teatro Giacosa. Oli altri componenti del suo Qulntet sono il sassofonista Oary Bartz, il violinista John Blake, con John Lee al contrabbasso e Wilby Fletcher alla batterla. Un ensemble di tutto rispetto come, per altri versi, quello Italiano di Franco D'Andrea — al plano, con Tino Tracanna al sax, Attilio Zanchi al basso e Gianni Cazzola alla batteria — che ha preceduto l'esibizione di Tyner ed è stato molto applaudito dal folto pubblico (tanti i giovani, evidentemente non tutti sensibili solo al fascino del rock). Ma, si sa, in queste occasioni a più voci, gli allori maggiori 11 raccolgono le grandi star e quei gruppi che portano note di esotismo e stravaganza o interpretazione del Jazz ancora inedite, almeno per noi: leggasi da un lato, per. quanto riguarda questo festival, i Cliet Baker, Jacques Felzer, Tony Scott e appunto Tyner, e dall'altro la Family of Percussion e lo straordinàrio quartetto ungherese dell'Hot Club Budapest, per la prima volta in Italia. Restano inevitabilmente cosi un poco In ombra, Immeritatamente, Interpretazioni di alto livello come quelle della vocallst Tiziana Ohiglloni e del trombettista Eric Le Lana, due astri nascenti, o del grande trombonista Lou Blackburn e della tromba consacrata di Charles Oreen. Ma vediamo alcuni del protagonisti di questo azzeccato (a nostro giudizio) quarto Eurojazz Festival di Ivrea, in una breve serie di «ritratti». Clict Baker ha dato fiato alla sua inimitabile tromba al termine della prima serata. All'inizio con stanchezza, quasi controvoglia, il viso nascosto da una coppola tirata sugli occhi celati da occhiali con lenti affumicate.

Luoghi citati: Budapest, Italia, Ivrea, Torino, Ungheria