Giovannetti fa centro anche senza volerlo di Giorgio Viglino

Giovannetti fa centro anche senza volerlo TIRO A VOLO L'azzurro in testa nel G.P. delle Nazioni per prepararsi alle Olimpiadi Giovannetti fa centro anche senza volerlo DAL NOSTRO INVIATO MONTECATINI — L'Italia è terra di tiratori al piatti lre^r^a^of^e^l^rn§!aT' e il fulcro di attività. Da due giorni si gareggia nel «Gran premio delle Nazioni», gara classica che con 23 paesi partecipanti riscuote maggior suceessot-di un campionato europeo. Si respira in questa bella terra di Toscana aria di Olimpiadi ormai imminenti. La maggior parte delle nazioni seleziona attraverso il ciclo dei Gran premi la propria squadra, e un piattello mancato (uno «zero» in gergo) finisce per avere' un'importanza che va al di là del risultato della gara singola. L'Italia no, non fa selezioni. Si permette il lusso di designare 1 suol olimpionici prima ancora che si spari 11 primo colpo di stagione e poi stabilisce per loro un programma di tutto riposo che permetta al quattro di arrivare all'Olimpiade senza stress e al massimo di una condizione psico-fisica che non può avere lunga durata. Il poker olimpico è formato da Luciano Giovannetti, campione olimpionico in carica nella «fossa», Daniele Cionl, campione europeo '82 nella medesima specialità, Luca Scribanl e Celso Giardini, campioni del mondo a squadre '82 nello «skeet». Preparazione graduata, forma ancora lontana, ma poi succede che Giovannetti finisca per sbagliare poco, anzi pochissimo, e trovarsi cosi In testa Ila graduatoria .dopo■ 150. lattei», tre quarti "del cam-, lino che córrtóp^httóTJòl'àna' che alla distanza olimpica. Nella gara che si conclude oggi dalla «fossa» dovrà vedersela con Damme, tedesco Est e Bodo, ungherese, che sono aj>arl punti (147), Per lo «skeet"» é~ irbornandoi' Pietro Martorelli, azzurro della seconda squadra nazionale, insieme al cecoslovacco Bekhjnnsky, entrambi con 99/100. «lo vado in pedana con allegria — spiega Luciano, 37 anni, capelli grigi ondulati —, se faccio "zero" non mi dispiace poi tanto. La formula della condizione migliore la conoscono i medici. Io vado e provo, e debbo dire che non è poi stato cosi difficile. L' Olimpiade? Beh! è una gara come un'altra, solo che vuoi vincerla a tutti i costi, e allora rischi di perderla*. Sabino Panunzio, tecnico generale, anima della Federazione, ascolta con il sogghl- gno consueto. Lui, tra Olimpiadi, mondiali ed europei, ist«|per arrivare a quota. 40,, ed è a livello internazionale il tècnico più stimato. «Io non credo di aver scoperto niente di eccezionale, soltanto che facendo una semplice rileva-' zione statistica abbiamo appurato che si arriva al risultati migliori dando ai titolari Id^cuye^SadetpGstovLorù^i' quattro, fanno gruppo, si affiatano e. saranno ai Giochi perfettamente integrati. Il nostro vicepresidente Bonomini ha poi perfezionato scientificamente la preparazione e andremo a vedere se riusciremo a sfatare la tradizione». La tradizione di cui si parla ci ha abituati fin troppo bene in assoluto, con una medaglia d'oro a corrente alternata, un'Olimpiade si e l'altra no, ma anche questo non basta. «Giovannetti ha vinto a Mosca, e io lo vorrei vedere riconfermato, oppure vorrei Ctoni, o Seribani e Giardini allo stesso tempo nello skeet. Io non credo alla cabala, sono padano!*. Il presidente Armani continua: «Partecipare sarà anche bello, 7na vincere è meglio. Il guaio vero è che noi abbiamo due sole specialità, due sole medaglie d'oro, e due candidati per ogni gara. Poche cìiances insomma e il rischio di bruciare tutto senza colpa. E' ora di cambiare qualcosa. La settimana prossima andrò in Messico per convincere Rana, presidente dell'Unione. internazionale tiro, a introdurre pure le medaglie a m^m^H^fiiimmfre ti- r-atoriper squadra) éle donne alle, Olimpiadi di Seul*. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Italia, Messico, Montecatini, Mosca, Toscana