II rilancio dell'economia verrà con le innovazioni

II rilancio dell'economia verrà con le innovazioni Intervento a New York di Agnelli e De Benedetti II rilancio dell'economia verrà con le innovazioni NEW YORK — La politica industriale italiana non è riuscita a favorire l'innovazione dei prodotti e dei processi produttivi: un mancato successo che può dipendere dal fatto che in un sistema democratico i problemi «attuali» sono politicamente piU rilevanti di quelli «futuri». In tal modo la politica industriale del regimi democratici tende ad essere indirizzata verso la protezione degli investimenti esistenti piuttosto die a porre in essere le necessarie innovazioni. La diagnosi è del presidente della Fiat, Giovanni Agnelli, intervenuto a New York al «Consiglio per le relaslonl tra Italia e Stati Uniti». Conseguensa delle inefflciensc burocratiche e amministrative italiane è il fatto che l'industria italiana è fra quelle- meno sovvensionatc net paesi sviluppati, un fatto 'che la accomuna a quella americana (che però non è sovvenzionata a causa di una precisa scella ideologica). ..Ma l'effetto — ha osservato Agnelli — è molto simile: entrambi I nostri sistemi industriali subiscono una concorrenza sleale sul mercato internazionale». Una politica economica nazionale— ha sostenuto Agnelli — dovrebbe assicurare la competitività delle imprese, contribuire ad individuare le strategie atte a limitare gli oneri derivanti dalle diseconomie e incoraggiare gli investimenti per la ricerca e lo sviluppo, sostituire il disordine normativo con politiche coerenti e rastonali. Questi obiettivi sono stati anche alla base dell'«ideale» italiano di politica economica, ma la realtà «è alquanto diversa». Un altro obiettivo non raggiunto — secondo Agnelli — è stalo il coordinamento dell'intervento governativo i7i economia: la causa sta probabilmente nel frazionamento del processo decisionale. «Se questo frazionamento decisionale, comune ad altre democrazie industriali, non sarà ridotto — ha detto Agnelli — esso prcgiudiclierà la razionalizzasione dell "intervento governativo nell'attività economica, che 6 uno degli obiettivi più auspicabili della politica industriale in generale». Al Consiglio è intervenuto anche Carlo De Benedetti, presidente della Olivetti e co-prcstdentc del Consiglio stesso: «La grande trasformazione che sta verificandosi nel sistema industriale Intemazionale, determinata dalle tecnologie dell'informazione, è destinata ad avere enormi effetti sullo sviluppo economico e sociale in tutti i paesi — ha detto —. CI stiamo avviando verso una società dove le differenze di classe sfumano e dove I vecchi conflitti non hanno più spazio. In una società basata sulla conoscenza dobbiamo individuare e incoraggiare nuove motivazioni e forme nuove di relazioni sociali». Il Consiglio, costituito nell'ottobre dello scorso anno in una riunione a Venesia, è composto da cinquanta tra presidenti di grandi asiende e istituti finanziari, rettori di università, esponenti del mondo economico e culturale dei due paesi. L'altro co-presidente è Edward Ackcr, presidente della Pan American. «Il ritardo dell'Europa, nei confronti degli Stati Uniti, nel processo di evoluzione verso una società di questo tipo è enorme. Per non rimanere emarginati, in Europa e particolarmente In Italia — ha dello ancora De Benedetti — dobbiamo metterci rapidamente sulla strada di una nuova crescita economica basata sulle tecnologie dell'informazione, adattando i nostri modelli tradizionali alle nuove esigenze. r. e. s.

Luoghi citati: Europa, Italia, New York, Stati Uniti