Il computer salverà Venezia? di Giuliano Marchesini

Il computer salverà Venezia? Per combattere la decadenza ci si affiderà al «terziario avanzato» Il computer salverà Venezia? perso «capacità attrattiva» sul piano socio la casa e l'occupazione - L'artigianato localeSecondo un'indagine la «Serenissima» ha economico • Importanti nodi da sciogliere: DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — «Ridare vitalità a Venezia, ripopolare il centro storico-: slogans che si ripetono da anni, parole che rischiano di consumarsi ne) tentativo vano di recare conforto ad una grande malata. Motivi di ansia per la citta lagunare vengono anche da un'indagine compiuta recentemente dal Censis (Centro studi-investimenti sociali) per incarico dell'amministrazione provinciale veneziana. Questo rapporto registra un processo, ancora non concluso,' legato «ad un affievoliviento del nucleo . VeneziaMestre in termini di capacità attrattive», intese nel senso socio-economico. I ricercatori del Censis dicono che non si tratta di un declino, ma «della transizione da un assetto dove l'area del capoluogo risultava l'unico elemento propulsila per l'intera economia provinciale ad una situazione più composita e per certi versi più equilibrata», dove alla centralità di Venezia si è affiancato lo sviluppo di sistemi provinciali. Tuttavia, la decadenza della Serenissima c'è e si vede, mentre sono in crescita le produttività dell'entroterra, delle «ali.- dell'area provinciale. 11 rapporto del Centro studi investimenti sociali rileva «il momento di sospensione attraversato dalla grande industria e dalla portualità di Venezia-Mestre, cui si accompagnano una contra¬ zione della popolazione residente ed una flessione delle dinamiclie demografidie». E', insomma, il malessere profondo della città lagunare. Dal '71 all'81, fanno presente i ricercatori, 11 comprensorio di Venezia ha perduto il 7 per cento del residenti: nel solo 1980, la Serenissima ha avuto una perdita di oltre tremila abitanti. Venezia che langue, che si spopola, che potrebbe essere costretta a contare soltanto sulle visite di migliaia di turisti, diventando un enorme museo. In questo clima di decadenza, mostrano le loro inquietudini anche gli Imprenditori. Le discussioni In corso a Roma, e la loro eco a Venezia, sulla ripartizione dei due- cento miliardi stanziati per quest'anno per nuovi Interventi a salvaguardia della città e del suo comprensorio, preoccupano alquanto gli Industriali: il presidente dell' Asslndustrla, Billotti, ha Inviato un telegramma al ministri veneziani De Michelis, Viscntinl c Degan, chiedendo un incontro per ribadire le proposte avanzate a dicembre, in occasione di un convegno dedicato al rilancio di Venezia e del suo territorio. Oli industriali di Venezia tengono a precisare che non hanno mai richiesto misure assistenziali, ma provvedimenti di rilancio economico con un fondamento, quello di «rivitalizzare il tessuto della città e del suo entroterra». «Venezia ha perso attività produttive — dice il sindaco, Mario Rigo — perché non vi erano spazi nel contesto urbano: quindi, c'è stato quello spostamento verso l'entroterra, quell'esodo». E adesso, che cosa si deve aspettare questa Serenissima avvilita? Per dare respiro alla città lagunare, Rigo punta soprattutto sul cosiddetto «terziario avanzato». «La grande novità dell'informatica: sta qui il futuro di Venezia, ne sono del lutto convinto. Questa è una attività die non fui bisogno di spazi ampi, può essere agevolmente collocata all'interno delle architetture veneziane. Devo dire die c'è già un risveglio d'interessi, che ci si sia muovendo in diverse direzioni... Ma basteranno, queste iniziative, per «rivitalizzare» la Serenissima? «No — risponde il sindaco —, non saranno sufficienti. C'è un altro problema di fondo: quello della valorizzazione dell'artigianato locale, indissolubilmente legato alla salvaguardia fisica e sociale di Venezia». Restano due grossi nodi da sciogliere, per la città lagunare, rammenta 11 vlceslndaco. Paolo Cacciari: sono quelli della casa e dell'occupazione. Come prima causa dell'esodo dei veneziani si Indica la carenza di abitazioni. «Qui — dice Cacciari — lo legge speciale del 73, per la salvaguardia di Venezia, doveva dare delle risposte, die invece non sono venute: sia gli incentivi ai proprietari per i restauri siu gli strumenti di intervento pubblico si sono dimostrati impraticabili, farraginosi, viziali da una visione centrqlisticu. Questa legge speciale, insomma, non Ita certo-consentito un restauro diffuso. Adesso, speriamo che il Parlamento approvi presto la proposta per l'utilizzo dei duecento miliardi». E per l'occupazione, che si può fare a Venezia? «Intanto — risponde Cacciari — dobbiamo riuscire a difendere quel poco di attività secondaria che ancora abbiamo: la cantieristica, le vetrerie di Murano. Ma soprattutto occorre creare qui nuove occasioni di occupazione». Giuliano Marchesini

Persone citate: Billotti, Cacciari, De Michelis, Degan, Mario Rigo, Murano, Paolo Cacciari