Lunigiana amata dai poeti e ignorata dai «potenti» di Francesco Rosso

Lunigiana amata dai poeti e ignorata dai «potenti» Fa parte della Toscana, ma è anche un po' Emilia e Liguria Lunigiana amata dai poeti e ignorata dai «potenti» Al troppo noto litorale fa contrasto l'entroterra, dimenticato dai superficiali bagnanti estivi - Dante e Shelley, D'Annunzio e i marmi di Michelangelo NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE FIRENZE — Per 11 «progetto etruschi», la Regione Toscana ha stanziato con delibera recentissima 780 milioni per il triennio 1984-1986. Non è una gran somma per mostre e ricerche sugli etruschi, ma possono aggiungersi capitali di eventuali sponsor*. Quindi, pubblicità e cultura, com'è già avvenuto per la vaticana Cappella Sistina, si daranno la mano in Toscana, terra della enigmatica, splendida civiltà. Di tanto fervore, quanto arriverà in Luniglana, che una presenza etnisca dovette averla nel grande porto di Limi, ora interrato, e nella Val di Magra, attraverso la quale gli eredi del fantasticato re Tirreno si spinsero oltre la Cisa a fondare Spina, presso Comacchio e Ferrara? Ma da qualche tempo gli storici mettono in dubbio le origini etrusche della Lunigiana, singolare triangolo geografico Incuneato fra Toscana, Liguria ed Emilia, per cui gli abitanti parlano un idioma composito, quasi trilingue. Ed è proprio questo diniego ad amareggiare 1 lunigiani che si sentono esclusi da un'eredità cui hanno diritto, un torto che li rende amari contro la Regione e'contro Roma. La Lunigiana si sente tagliata fuori dai canali turlstico-industriali, e non aveva torto L. G. Bononi quando scriveva: «...una Lunigiana ancor oggi, in giorni di ingrata dimenticanza, inverginita dal dolore». Esiste però, innegabilmente, una Lunigiana fin troppo nota al frettoloso turismo estivo che s'affolla fra Lericl, Portovenere, le Cinque Terre, e sul litorale fra Bocca di Magra c la periferia di Forte dei Marmi, ma è notorietà superficiale e mondana di gente che poco si cura della storia e del luoghi che frequenta. Eppure, anche la Lunigiana" marittima ha passato remmfilimo, glorfósKWifi'aicitailc • potenza evocativa. Qui hftpòrtahte è ignorare 'gTs'tòrici, affidarsi ai poeti. A Ledei splendida, P. B. Shelley, P anticonformista poeta inglese innamorato di quel luogo di paradiso, annegò trentenne durante un bagno in aeque procellose. E Dante vi sostò nel suo viaggio a Parigi. Era sulla via Francigena, ed egli lo ricorda: «Tra Lerici e Turbia...». Dante conosceva bene la zona, negoziò la pace fra i Malaspina e il vescovo di Limi nel 1306 e ne mantenne vivo il ricordo; l'indovino Aronte, egli dice, ebbe come dimora i monti di Luni, fra bianchi marmi. Poi ricorda Castelnuovo di Magra, dove dimorò. «Tragge Marte vapor di Val di Magra / ch'è di torbidi nuvoli involuto». Non par vero a D'Annunzio riscriverlo: 'Espero sgorga e tremola su lento i vapor che fuma dalla Val di Magra». Per D'Annunzio, la Lunigiana litoranea rappresentò un breve paradiso, vedeva mgli iddi appariti su l'Alpe di Luni», cioè le Apuane marmoree, e pensando a Michelangelo, ne «L'oleandro» alcionia) scrisse: *Ergevasi con mille cime l'Alpe Grande, quasi con volo di mille aquile i per il salire di impetuose forse i dalle sue dure viscere di marmo / onde l'uom che non volle umana prole i trasse i sui muti figli imperituri: Trascurate gli storici, lasciate parlare i poeti, specie in Lunigiana. E' fantasia eccessiva immaginare la michelangiolesca Pietà, il David, 11 Mose, eppoi le canovlane Grazie, e l'affascinante Paolina Borghese, ed anche la celebre, marmorea copia d' età romanica del conteso e nuovamente popolare Discobolo, celati e informi nel grembo dell'Alpe di Luni in attesa del demiurghi che le destassero? Ma oltre il litorale, a monte di Luni ormai ridotto a piccolo borgo agreste, dopo tanta potenza marittima, c'è l'altra Lunigiana, quasi ignorata. La Val di Magra si desta ad ogni fine luglio per 1 «Premi Bancarella» a Pontremoli, doveroso omaggio ai vicini Pattina e Monteregglo da dove partirono esportando cultura 1 primi librai ambulanti, oggi stabiliti in molte città d'Italia e divenuti anche editori. SI pensi ai Fogola di Torino, ai Giovannaccl di Vercelli. Torrenti e fiumiciattoli scavano valli profonde e valloncello come il Taverone, 11 Vara, 11 Mànglola, PAulla, 11 Verde, sul quali si affacciano pievi, torri, castelli che ancora dominano 1 borghi immersi fra carpini, faggi, larici e pini. Licclana Nardi, sul Ta- verone, è il più'importante di tali borghi, ma Terrarossa, Taverne Ile, Sorano, Ortonovo, Fosdinovo sono rimasti come Ieri, coi tortuosi vicoli medioevall a raccontare storie fosche e sanguinose. Perché in Lunigiana sono passati tutti, gli Ignoti che eressero misteriose steli e menhxrs, poi etruschi, romani, liguri, emiliani, anche sardo-piemontesi, 1 saraceni eversori ed il torvo Medioevo con Malaspina, lucchesi, fiorentini, Estensi che comperavano e rivendevano'castelli e feudi, «servi della gleba» inclusi, e battevano moneta, anche falsa. E' un territorio di inimmaginabile suggestione, con agevoli strade che portano fino a laghetti montani azzurri, incontaminati. Darà qualche ritaglio di attenzione a questa sua Lunigiana la Regione Toscana? Almeno incrementasse le ricerche archeologiche etrusche di Luni, desolatamente sola, col suo sbrecciato piccolo Colosseo, mirabile cerchio di pietra nell'assolato silenzio del campi. Francesco Rosso

Persone citate: Bocca, D'annunzio, Fogola, Magra, Malaspina, Spina, Vara