Miserere nel vento dei Carpazi

Miserere nel vento dei Carpazi GENTI DI CONFINE, PROTAGONISTE DI UN'IGNOTA PAGINA DI STORIA Miserere nel vento dei Carpazi scoppio della guerra con l'Austria, i contadini trentini e giuliani indossarono la divisa absburgica e furono mandati ro lo Zar -1 morti si contarono a migliaia e sono ricordati in una dolente canzone -1 prigionieri finirono in Siberia, Allo contro lò Zar -1 morti si contarono a migliaia e sono ricordati in una dolente canzone -1 prigionieri qualcuno tornò con una moglie russa - Ora un maestro di scuola ha raccolto le testimonianze degli ultimi superstiti he genti di confine di questa nostra vecchia Europa, a causa delle vicende che facevano mutare Stati e governi, sovente e malamente st sono trovate in situazioni quanto meno assurde. Nel 1915 molte famiglie trentine che avevano dimostrato spirito di Italianità vennero internate in Boemia, in Moravia e in Austria; quando poi la Grande Guerra si estese vennero evacuati verso l'interno dell' Impero austro-ungarico tutti' i paesi che erano a ridosso del nostfo fronte. Diversi giovani, per lo più studenti del ceti medio-borghesi, passarono i confini per arruolarsi nel Regio Esercito italiano; circa settecento furo-' no i volontari che formarono la ^Legione Trentina; associazione ideale più. che reparto organico, perché, per ovvie ragioni politiche e militari questi trentini venivano assegnati e dispersi in diversi reggimenti. Tra le mie montagne dell'Altipiano molte lapidi restano a ricordare questi giovani .irredenti' che preferivano morire in combattimento piuttosto che cadere prigionieri, in quanto la fucilazione come traditori e disertori sarebbe stata la loro fine. Ma tra la gente di frontiera e di diverse nazionalità vi erano pure quelli che restavano fedeli e leali cittadini e con fedeltà servivano il governo legale. Queste scelte di coscienza per l'uria o l'altra parte (nazionalismo: male d' Europa!) erano fatte per lo più da nobili, o da intellettuali, o da benestanti, perché la povera gente in genere, i contadini e f montanari, seguivano il destino, come sempre avevano fatto da secoli. Nell'estate del W4 l'Austria-Vngheria aveva richiamato alle armi, ventidue classi di leva e quando, nel 1915, entrò in guerra l'Italia, ne richiamò altre dieci. Quarantamila trentini i& migliala di giuliani, conila divisa dèi » ta^scHuWWKVW"Kaiserjagèr, partirono per la guerra; molti non ritornarono più, quindicimila sopravvissuti, dopo essere finiti in Siberia, ritornarono attraverso la Cina, il Giappone, V America, l'Inghilterra, facendo cosi letteralmente il giro della Terra. Oramai, per lo scorrere naturale del tempo, sono rimasti in molto pochi; ma in certe valli, in certi paesi e città del Trentino qualcuno ancora vive; come pure vivono alcune donne russe di nascita che questi ex soldati dell'Impero absburglco, ritornando a baita attorno al 1920, si sono portate a casa come loro spose. Il padre ormai centenario di un mio amico ancora ricorda e racconta di quando era In Siberia, contabile in un molino da grano, e di come avevano insistito perché là restasse anche quando t bolscevichi presero il potere. . Due libri, uno a cura di .Camillo Medeot: Friulani In Russia e In Siberia 1914-1910 (Gorizia 1978) e l'altro di Renzo Francescottt: Talian ski (Bologna 1981), ci raccontano le vicende e le testimonianze di questi italiani, e leggerli e guardare le fotografie e l disegni di quel tempo è come ritrovare un pezzo di storia sconosciuto ai più. I trentini e i giuliani di leva, nel 1914, si erano trovati sulla linea del fronte, in Galizia, e il 17 agosto, inquadrati in nove reggimenti nel Corpo d'Armata dell'arciduca Giuseppe Ferdinando di Toscana, parteciparono all' offensiva contro l'esercito dello zar comandato dall'arciduca Nicola di Russia. Dopo un primo successo che il portò oltre il Bug, furono contrattaccati e le armate dello zar entrarono nel territorio di Francesco Giuseppe occupando Leopott e mettendo in crisi tutto ti fronte orientale. A parte la famosa fortezza di Przèmysl che venne assediata dalla 3" Armata russa, la Galizia e la Bucovina ven nero quasi tutte occupate e quaranta divisioni austroungariche pressoché distrutte. Molti soldati di lingua italiana caddero in questi cruentissimi combattimenti, molti vennero fatti prigionieri. Si richiamarono alle armi altre classi; ragazzi di diciassette anni e padri di molti figli vennero mandati a rinsanguare i reparti al fronte dopo breve istruzione nelle caserme di Innsbruck e di Graz. In un secondo sfortunato scontro, la battaglia della Vistola, tra il 20 e li 27 otto¬ bre dello stesso anno, vennesgominata la 1'. Armata austro-ungarica e nell'Inverno l russi progettarono di invadere l'Ungheria e l Balcani attraverso i Carpazi. Progetto ardito quanto difficile, tra montagne impraticabili, bufere spaventose e ferocia di combattimenti con il costo di tnftntte vite. Nel febbraio le armate dello zar attaccarono sui Beskidi e dopo aver insanguinato quel passi scesero verso l'Unghe¬ ria. In queste condizioni ambientali impossibili si vennero a trovare t reggimenti dei, soldati trentini e giuliani che erano stati qui trasferiti' dopo le battaglie estive. Quelli che non caddero finirono prigionieri dei russi, e un cupo silenzio e un'ansia di notizie scesero sulle province Italiane di governo absburglco; eimiti a quelli che nella primavera del 1943 raggiunsero dal Don le valli delle Alpi. Fu allora che in Trentino nacque una canzone popolare; si racconta di una sposa che parte dal paese e va a cercare II padre del suol figli: «... Quando fui sul monte Scarpazl / miserere sentivo cantar. / T'ò cercato tra 11 vento e 1 crepazl / ma una croce soltanto ù trova». Allora r/ricia.-.Maledetta sia sta guèral» e vorrebbe seppellirsi in quella neve per restare vicina al suo uomo. I prigionieri vengono avviati all'interno della Russia, come tónti rivoli verso lontanissime contrade dopo incredibili sofferenze. Renzo Franccscottl, Insegnante di scuota media a Trento, ha potuto raccogliere, diari e testimonianze prima che svanissero nel nulla. Racconta Clemente Fedele di Telve Valsugana: «... 01 ritirammo' nella fortezza di Przèmysl, camminando per una decina di giorni. li restammo circa un mese. Nel marzo del 1915, dopo aver combattuto in Polonia, ci Inviarono sul Carpazi; nel mio reparto eravamo tredici Italiani, quasi Urtiti trentini comandati da un (sottufficiale austriaco. Fu .allora che venni fatto prigioniero. La cosa avvenne molto semplicemente: uscimmo in perlustrazione, ma 1. russi ci aspettavano e dovemmo arrenderci. Fatti prigionieri, 1 russi ci fecero camminare per quindici giorni finché arrivammo a Kiev E Marino Bertollni di Caldonazzo: ....Trovammo un soldato sdraiato sulla neye, ferito a un ginocchio. Lo mettemmo in una coperta e In quattro lo portammo con noi. Quando arrivammo alla fattoria ci accolse un gruppo di cosacchi a cavallo urlando e sparando In aria qualche colpo. CI disarmarono prendendoci gli orologi e 11 denaro. CI portarono al loro comando unendoci a una colonna di prigionieri In partenza per Leopol!,.. ». Passarono il Dniepr, a Don, il Volga, gli Urall. Giorgio Crlstelli di Pine arriva sino a un villaggio del Caucaso che st chiama San Nicolò, cosi all'italiana: San Nicolò. E' abitato da lombardi, ticinesi e friulani, con un maestro italiano e una maestra russa che Insegnano italiano, tedesco e russo. Questo villaggio, di un centinaio di 'abitanti, era stato /ondato alla fine dell'Ottocento da nostri emigranti che laggiù avevano Importato le colture i della: vite e di alberi da frutta.' ' 1 ' ." ci Giorgio'incontra una ragazza, Marlaska, di origine friulana arrivata U quando aveva tre anni, e la sposa. Al-, 'tri prigionieri arrivano sul Baikal, a Samarcanda, a scavare sul Canale Baltico-Vol¬ ga, in Siberia. Anche tra costoro nasce una canzone, come in risposta a quella nata tra t monti trentini: «...Slam prigionieri, / slam prigionieri di guèra / slam su l'Ingrata tera / del suolo siberlan...». Nell'estate del 1915 un giornalista della Stampa (sì, proprio di questo nostro giornale), Virginio Gayda, che si trovava a Pietroburgo, assieme a Viglilo Ceccato, un ex venditore ambulante di stampe nato a Cinte Tesino giunto in Russia quando aveva tredici anni e diventato influente proprietario di negozi e stamperie e fornitore imperiale, e la marchesa Gemma Guerrièri Gonzaga, ottengono dal governo russo che i prigionieri italiani siano riuniti a Kirsànov, piccola città nel governatorato di Tambov. (LI ancor oggi esiste il monumento eretto da questi prigionieri a ricordo del loro compagni caduti, di questa cittadina si parlò tanto l'autunno scorso quando si venne a sapere di soldati dell'Armir II sepolti). i II cavaller Vigilio Ceccato si diede da fare girando per tutte le Russie alla ricerca' del '.prigionieri irredenti, e la contessa Guerrieri Gonzaga si mise in contatto con Ambasciate e Governi per farli rientrare in patria. Ma' poi nel 1917 venne anche la. Rivoluzione d'Ottobre. Mario Rigonl Stern Borges premiato a Palermo PALERMO — Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges è giunto a Palermo per ritirare 11 Premio Novecento conferitogli dall'omonima casa editrice. Lo ritirerà oggi a villa Zito, sede della fondazione Mormino. Borges si fermerà In Sicilia fino a mercoledì prossimo. Nel suo programma sono, previste visite al luoghi piti rappresentativi della cultura e della storia Isolana ed una conferenza su Dante Alighieri. Ritratto di Eleonora d'Arborea Cagliari. Questo bassorilievo è il ritratto di Eleonora d'Arborea (morta probabilmente nel 1404) eseguilo alla fine del XIV secolo. E' stato scoperto nei giorni scorsi In una chiesetta presso Cagliari dedicata a S. Gavina Eleonora è l'eroina della Sardegna nella lotta contro gli Aragonesi