Dal corteo volarono le «molotov» studente morì nell'Angelo Azzurro

Dal corteo volarono le «molotov» studente morì nell'Angelo Azzurro Il tragico rogo del bar di via Po (ottobre 77) rievocato in appello Dal corteo volarono le «molotov» studente morì nell'Angelo Azzurro Roberto Crescenzio, trasformato in torcia umana, non trovò scampo - Tre anni dopo al. cu ni pentiti accusarono i presunti responsabili -1 condannati ripetono: «Siamo innocenti» ~r ■ ~r Il primo'- ottobre •TTI/i.'-nelv rogo del bar Angelo Azzurro, di via Po, assaltalo con molotov da un gruppo di dimostranti, mori bruciato Roberto Crescenzio, 22 anni, lavoratore e studente. Fu un episodio tragico che segnò una svolta nella strategia della guerriglia urbana e pose fine alle manifestazioni studentesche: si aggravò la crisi già latente del gruppi extraparlamentari, da Lotta continua ai circoli giovanili (Barabba, Canpaceiros, Montoneros ecc.). Ieri è Incominciato il processo d'appello contro i presunti responsabili di quel giorno di terrore. Alla sbarra 6 giovani accusati di omicidio colposo come conseguenza dell'incendio doloso: la morte di Roberto non fu voluta, fu una disgraziata conseguenza dell'assalto al locale, forse ritenuto un covo di fascisti. I loro nomi: Alberto Bonvicini, 25 anni; Stefano Della Casa, 30 anni; Francesco D' Ursl, di 25, diventato poi un leader di Prima linea (ha già l'ergastolo); Peter Freeman, 25 anni, pure condannato al processo di Pi; Angelo Luparia, 28 anni, ex leader del gruppo del Cangaceiros; An- Il ti 1 HI Igelo De Stefano, 33 anni, detto Budulii, ex di Lotta continua. Altri due imputati rispondono di lanci di molotov contro la sede del msl in corso Francia e della Cisnal in via Mcrcantlnl (avvenuti sempre il r ottobre): Silvio Viale e Franco Albesano, plcllino. Doveva essere una manifestazione antifascista di pro¬ testa contro la morte di un militante di estrema sinistra a Roma. Ma quando il corteo arrivò in via Po, diretto a palazzo Nuovo, un gruppo si staccò dal grosso e attaccò 1' Angelo Azzurro. Volarono le molotov. Crescenzio, spaventato, si chiuse nel bagno: quando tentò di uscire era troppo tardi. Trasformato in una torcia umana, morìldue giorni dopo. A mettere nel guai gli Imputati furono, tre anni dopo, le rivelazioni del pentiti Vacca, Sandalo e infine Sacco Lanzonl. Loro, i sei accusati (tutti a piede libero, tranne D'Ursi e Albesano) si sono sempre dichiarati innocenti e Ieri lo hanno ribadito con forza. In un documento consegnato ieri al giudici della prima corte d'appello (pres. Ribet, pg Sclaraffa) dichiarano tra l'altro: «Non accettiamo di esser scelti come capri espiatori di un delitto così orribile. Noi non abbiamo ucciso Roberto, né come mandanti, né come esecutori». Dopo la lettura della relazione, ieri hanno parlato l'avv. Mussa, parte civile per la iamiglia di Roberto e il sostituto procuratore generale Sclaraffa. Rispetto alla sentenza di primo grado (4 anni e 8 mesi per Luparia, Bonvlcinl e D'Urei; 4 anni e 5 mesi per Freeman e Della Casa; Insufficienza di prove per Viale, Albesano e De Stefano) l'accusa ha chiesto una sola modifica: la condanna a 4 anni e 8 mesi per De Stefano. Oggi parlano 1 difensori. Stefano Della Casa e Angelo Luparia, due degli imputati

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