Grande sfida tra Hart e Mondale nell'IIinois (Reagan gioca in casa)

Grande sfida tra Hart e Mondale neli'IIHnois (Reagan gioca in casa) Importante test alle Primarie, i sondaggi favoriscono l'ex vicepresidente Grande sfida tra Hart e Mondale neli'IIHnois (Reagan gioca in casa) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'Illlnois, che ha come capitale Chicago, ed è lo Stato natale del presidente Reagan, ha ieri votato alle Primarie democratiche e a quelle repubblicane In un freddo glaciale, tra folate di pioggia e di vento che hanno brutalmente sconfessato il calendario che segnava l'inizio della primavera. All'ultimissima ora, 1 sondaggi d'opinione hanno dato a Mondale un leggero vantaggio su Hart, 1144 per cento contro il 35 per cento dei voti, ma con un margine d'errore del 6 per cento, rovesciando lo schema del New Hampshire, dove con uno scatto bruciante il senatore del Colorado aveva «rimontato» sull'avversario. Il presidente, nell'altro campo, non ha naturalmente avuto rivali. Ieri si sono svolti anche 1 cciucuscs, le assemblee di base del Minnesota, nel Nord Ovest, con 75 delegati alla convention in palio. Ma essendo il Minnesota riserva di caccia di Mondale — vi è nato, cresciuto e lo ha rappresentato 12 anni al Senato — nessuno vi ha fatto caso. La vera Indica¬ zione sulle preferenze dell'America tra 1 due candidati democratici alla Casa Bianca era ed è attesa dall'IUlnols, con 1 suol 104 delegati, 116 dei quali eletti ieri (gli altri li nominerà la direzione del partito), con 1 suol due probabili milioni di votanti su un totale di sei milioni, con le sue industrie e la sua agricoltura, le sue metropoli e I suol villaggi, 1 suol ricchi e I suol poveri. L'Illlnois è considerato 11 microcosmo — si fa per dire — della superpotenza, foriero di un responso che dovrebbe essere poi confermato dal Con¬ necticut il 27 prossimo, da New York 11 3 aprile e dalla Pennsylvania il 10, nella zona più sviluppata e politicizzata del Paese. Consci dell'Importanza della posta in palio. Mondale e Hart hanno gettato tutte le loro energie neli'IIHnois. Alle battute finali, la battaglia tra i due candidati democratici ha assunto aspetti spiacevoli. Hart ha puntato tutto sullo spostamento del voto negro, il 22 per cento del totale, verso il terzo uomo, il pastore Jesse Jackson, l'erede di Martin Luther King. A tale fine, ha giocato sulla spaccatura del democratici a Chicago, dove Jackson risiede, tra 11 sindaco Harold Washington, ànch'egll negro, e 11 segretario del partito, Edward Vdrolyak, un bianco, grande elettore di Mondale. In un'antipatica pubblicità televisiva, egli ha quasi accusato Mondale, che si è sempre battuto per le minoranze, di razzismo. Alle proteste dell'ex vicepresidente ha sconfessato la pubblicità, promettendo di ritirarla, ma non lo ha poi fatto. La manovra sembra essergli riuscita: secondo 1 sondaggi d'opinione, il 52 per cento del negri avrebbe votato per Jackson, 11 24 per cento per Mondale, e 1110 per cento per lui. Non tanto per scaramanzia, quanto perché entrambi Incerti e preoccupati, i due rivali non hanno voluto fare pronostici. «Posso vincere, ma di stretta misura» ha detto Hart. *Non devo perdere, ma non penso a un trionfo» ha dichiarato Mondale. Una sensazione diffusa è che, nonostante 1 sondaggi d'opinione, Hart sia in grado di fare un altro colpo di mano. Ennio Caretto Le cifre della corsa democratica WASHINGTON — Questa la situazione dei delegati già assegnati per la Convenzione democratica di luglio: Walter Mondale 493 Gary Hart 261 Jesse Jackson 60 Altri 85 Non vincolati 110 Voti delegati totali: 3933. Voti delegati per ottenere la nomination: 1967. Delegati già eletti: 1009; Delegati da eleggere: 2972. (La voce «altri» sta per I delegati che si erano Impegnati a votare a favore di John Glenn, Reubln Askew e George McGovern che si sono ritirati dalla campagna elettorale).