La figurina un mito che non tramonta

La figurina^ un mito che non tramonta La figurina^ un mito che non tramonta . * Ogni anno a Torino i bambini ne acquistano 22 milioni, con una spesa complessiva di oltre mezzo miliardo - La parte del leone tocca ai calciatori, oggetto di un atipico «borsino» Un Platini vale Terraneo più Altobelli, ma chi non ha prezzo è Comi, balzato tardi alla ribalta per essere preso a tempo in considerazione. Non sono anticipazioni del mercato del giocatori, ma quotazioni del .borsino» delle figurine raccolte nelle scuole elementari. A Torino, ogni anno, i bambini acquistano oltre 22 milioni di figurine, per una spesa complessiva di circa 800 milioni. La palma, del primato tocca ai calciatori (3.600.000 bustine da 6 figurine, a 150 lire l'una), seguiti con ampio distacco dalle raccolte a carattere didattico o divulgativo Il colosso del mercato è la Panini di Modena, con clienti in mezzo mondò (soprattutto negli Stati Uniti), ma parecchi milioni di figurine vengono prodotti anche a Torino dalla Edis. specializzata in temi didattici e personaggi da film, che esporta gran parte della sua produzione in Germania. La fascia di età più interessata è quella che sta fra gli 8 ed i 10 anni, con punte fino al 13-14 anni per quanto riguarda i calciatori. I diagrammi dì vendita non sembrano accusare flessioni: da almeno 20 anni le figurine vanno sempre allo stesso modo, cioè bene. «Può sembrare incredibile — spiega Enzo Reda, direttore commerciale della Edis — ma i bambini sono molto conservatori. Un album buono dieci anni fa va ancora bene oggi, • anche se i bimbi non perdonano la mancanza di aggiornamenti: sono sempre attentissimi a guanto accade intorno a foro». Se il cavallo di battaglia sono 1 calciatori, c'è chi non disdegna altri tipi di raccolta:. «L'autentica novità sta nellìnùresse che mostrano le bambi¬ ne. E non solo per determinati personaggi di favole o di cartoni, ma anche per le raccolte didattiche più impegnative». , I motivi per cui una raccolta come «Conoscere», tipicamente nozionistica e' quindi molto vicina ad una materia di insegnamento, trova terreno fertile, stanno soprattutto nell'accostamento fra testo ed immagine. «Il bambino vuole apprendere, ma vuole soprattutto vedere — continua Enzo Reda — quindi, se parliamo di un crociato, bisogna rappresentarlo con tanto di cavallo, spada ed armatura. Nella didascalia troverà altre informazioni che sarà meglio disposto a recepire». E i genitori, di solito, incoraggiano queste raccolte: un po' perché molti di essi si trovano a ripetere un rito, quello della compilazione dell'album, già vissuto In prima persona venfannl prima, ma anche perchè talune raccolte hanno uh contenuto di nozioni difficilmente acquisibile attraverso lo studio tradizionale. Va invece sfatato 11 mito della figurina introvabile, distribuita con il contagocce per costringere il collezionista a molti acquisti di doppioni: in realtà'le introvabili non esistono, e le mancanti possono tranquillamente essere ordinate presso l'editore. Proprio lo scambio delle figurine (è una suggestiva Ipotesi degli psicologi) rappresenta una delle prime forme di contratto conosciute dal bambino. Cercando di cambiare al meglio un Boniek od un Dossena si prende contatto con la legge della domanda e dell' offerta, si cresce e ci si avvicina al mondo degli adulti. 1 "eco alcune figurine