Uomini europei delle caverne

Uomini europei delle caverne UNA MOSTRA A ROMA SUI PRIMI ABITANTI DEL NOSTRO CONTINENTE Uomini europei delle caverne ROMA — «I primi abitanti dell'Europa- sono arrivati a Roma, e vi resteranno fino al luglio prossimo. Era stato 11 Musée de l'Homme, circa tre anni fa, a raccogliere 1 segni e le tracce che i nostri antichi genitori avevano lasciato sul continente, e che attualmente si trovano distribuiti in una miriade di musei e istituti universitari: la mostra, a Parigi, è rimasta aperta per piti di un anno ed è stata un vero avvenimento culturale e di successo di pubblico. Adesso, di molto arricchita soprattutto per quanto riguarda la documentazione relativa agli insediamenti Italiani, la si può visitare al Museo Plgorlnl, all'Eur, in uno di quegli edifici tipici dell'architettura placenlinlana, con spazi vuoti ed enormi, dispersivi e retorici. E' una cornice che appare ancora pia paradossale, se la si misura con quel gran salto indietro nel tempo che la mostra costringe a fare, verso un passato vertiginosamente lontano. Ecco, in una vetrina, le prime tracce dell'uomo in Europa: alcuni sassi scolpiti con una tecnica grossolana, schegge, frammenti di pietra. E' un documento estremamente importante. Slamo a Chilhac, nel Sud della Francia, un milione e mezzo di anni fa. In quell'epoca, o poco prima, fra 1 due milioni e il milione e mezzo di anni fa, è avvenuta sulla Terra una vera rivoluzione. L'Africa, dove da milioni di anni 1 nostri rudi progenitori hanno fatto la loro comparsa, è sconvolta da grandi trasformazioni geologiche, la foresta cede 11 passo alla savana, l'antenato dell'Homo Sapiens assume la posizione eretta. L'Homo Erectus si mette in viaggio. E' spinto dalla curiosità per ambienti nuovi, sostengono alcuni, 1 suol difensori, quanti cioè benevolmente gli attribuiscono pensiero,' una qualche capacità di organizzazione programmatica. E' un viaggio lunghissimo, che occupa generazioni dopo generazioni. E avviene via terra, perché 11 mare appariva Impraticabile. Europa e Asia vengono cosi «occupate», a partire dal milione e mezzo di anni fa: da questa data incomincia 11 viaggio che la mostra consente di compiere, sulle orme dell'Homo Erectus. Gli insediamenti sono a pulviscolo. C'è però una preferenza clic questi antichi e instancabili viaggiatori sembrano esprimere: per 1 luoghi vicini al bacini lacustri dove più facilmente trovano selvaggina e acqua, sulle rive del fiumi (vedi il grande Insediamento di Isernla, che viene fatto risalire a 736 mila anni fa, uno del più importanti nel mondo), verso le coste marine dove ci sono materie prime da utilizzare per fare gli strumenti di lavoro e di difesa, presso le grotte naturali dove trovano riparo dalle intemperie. La durata della vita è estremamente breve. L'aspetto dell'Erectus non troppo gradevole, con un gran testone, la fronte bassa e sfuggente, la calotta cranica estremamente abbassata. Per centinaia di migliala di anni le sue conoscenze'' sembrano Identiche. L'evoluzione tecnica è lentissima: bisogna fare un salto di circa un milione di anni per passare daT*rttzzl ciottoli di Chinine a un tecnica di taglio più sofisticata, con 1 margini taglienti più sottili e più prolungati e, addirittura, all'affacciarsi di un senso estetico, con la simmetria dei due lati acuminali. Entro questi due margini di tempo 1 segni dell'evoluzione tecnica sono appena percettibili. Quando sembra che nulla migliori, si affina invece la tecnica della sopravvivenza, su una crosta terrestre che di continuo muta. Sono 1 pollini, i fossili, le ossa degli animali a permetterci di tracciare il quadro dell'ambiente In cui l'Erectus si sposta, forse seguendo 11 ritmo degli eventi naturali e le migrazioni degli animali. Mentre sono le pietre scolpite e le ossa affilate, gli strumenti del lavoro dell'uomo, l'unica traccia che per centinaia di migliala di anni egli lascia della sua fatica di vivere. Ciò non significa che l'Homo Erectus si limitasse a lavorare. Tutti i manufatti per cui sono stati utilizzati materiali deperibili, come 11 legno e le pelli, sono scomparsi. Noi non sappiamo come allora scorresse 11 tempo libero, co¬ me si esprimesse la gioia, 11 di vertlmento, la socialità. Per avere le prove dell'elaborazione di concezioni metafisiche, dobbiamo arrivare all'uomo di Neanderthal: allora, nel rituali della sepoltura, s'incontra 11 tremore davanti alla morte, il rituale di gruppo per esorcizzare questo inquietali te avvenimento. E' Intorno ai 400 mila anni fa che l'Homo Erectus incomincia ad accelerare la sua evoluzione. La sua vita migliora. Ha scoperto il fuoco, si cuoce i cibi, costruisce capanne Intorno al focolare (come quella coperta di foglie e rami, eretta cosi come doveva essere a Torre Amata, presso Nizza, 350 mila anni fa, rifu gio di cacciatori spintisi fino al mare). Passano altri 200 mila anni e appare una capanna fatta con pelli di animali, divisa in due vani, addossata a una ru pe: quando 11 giacimento venne alla luce, a Lazaret in Francia, al suolo c'erano resti di carbone e conchiglie marine mescolate a dita di animali da pelliccia. Alghe e pelli erano state messe all'interno per fare da tappeto, forse da giaciglio? . Poche decine di migliala di anni ed ecco 11 cranio rinvenuto a Saccopastore, sulla Nomentana, presso Roma: la fronte è sempre piatta, pero la scatola cranica è aumentata e la protuberanza della mascella ridotta. L'aspetto del nostro antenato si fa meno repellente, ma slamo ormai, alla soglia dell'apparizione dell'Homo Sapiens, 11 progenitore di cui non c'è troppo da vergognarsi. E la mostra è già finita. Liliana Matlco

Persone citate: Torre Amata