«Un treno contro i respingenti» di Ezio Mauro

«Un treno contro irespingen ti» Così i socialisti commentano gli scontri in aula, accusando il pei «Un treno contro irespingen ti» «E' un conflitto drogato, montato a freddo» - «Adesso basta, quelli sono arrivati alla provocazione, cercano ogni pretesto» - Replicano i comunisti: «La colpa è loro, vogliono reprimere il dibattito parlamentare»; «Il decreto è una piccola cosa? Anche l'uovo di cobra è piccolo, ma gravido di pericoli, e bisogna occuparsene subito» ROMA — A un certo punto Luigi Covalta, membro dell'esecutivo del psl. esce dall'aula, afferra, per un braccio un compagno di partito, il senatore Roberto Cassola, e lo spinge fuori: «Andiamo via, usciamo da quest'aria avvelenata». Sbucano dall'ascensore di Palazzo Madama mentre una lettiga sta portando all'ambulanza Pietro Carmeno, il senatore comunista che è saltato contro il banco del governo per strapare il foglio che il ministro De Michelis stava leggendole che ha una sospetta frattura al piede destro. Parlamentari del pel e del psl vanno e vengono attraverso l'ingresso principale, tra carabinieri in alta uniforme sull'attenti, parlano e gesticolano, ma, dopo una rissa senza precedenti al Senato, si ignorano. «Preoccupato per questo clima da guerra fredda? No, piuttosto sono indignalo con il pel, die ci fa vivere un conflitto drogato, artificioso, montato a freddo», dice Cassola. «Io, invece, qualche preoccupazione ce l'ho — aggiunge Covatta —. Ho sempre pensato die la forza del pei può essere utile per la sinistra, e oggi invece vedo questa forza spinta avanti a testa bassa, come un treno che va a sbattere contro i respingenti, e flntscesu un binario morto». Alla slessa ora, gli uomini del pei fanno gruppo attorno a Napoleone Colajanni, sulle sedie d'angolo, in fondo al salone che porta alla buvette. Chlaromonte è impegnato nella riunione dei capigruppo, Pecchloli è tornato alle Botteghe Oscure, e Colajanni è un pò' il punto di riferimento di tutti, dentro il pei, per capire dove si andrà a parare. Al bordi del gruppo, si agita Lucio Libertini: «Ora siamo arrivati a un incidente tra noi e i socialisti. Mi spiace, ma la colpa è loro, perette si sono fatti punta di lancia del tentativo di reprimere la discussione parlamentare^. «Se continua cosi,.questo sarà solo uno zuc"temmì'tn confranto a quan¬ to potrà succedere — promette un altro senatore comunista, Andrea Margherl —. JVoi non siamo ciechi: abbiamo visto che il governo Craxi si è fermato al bivio, indeciso, per qualche mese, poi ha imboccato con decisione la strada della conflittualità a sinistra. Poteva evitarla, ha voluto sceglierla. Il decreto sulla scala mobile è l'inizio, è un test, un segnale. Il socialista Giugni ci ha detto di non esagerare, perché il decreto in fondo è una piccola cosa. Ma lo gli ho risposto come la mangusta di Kipling: anche l'uovo di cobra è piccolo, ma bisogna occu¬ parsene cubito, perché è gravido di pericoli». All'angolo opposto del salone, quattro senatori socialisti guardano verso 11 groppone del pei, scuotono la testa, si tengono lontani e In disparte, «Adesso basta — scatta il questore Eugenio Bozzello —: quelli sono arrivali alla provocazione, non pensano pili al decreto, cercano ogni pretesto». Chi passa da un gruppo all'altro sente fare nomi e cognomi, incrocia accuse di settarismo, insulti a voce bassa, anche minacce. «Potrei chiamarmi fuori, stare a guardare, ma dico invece che questo ra- pido, improvviso imbarbarimento del Parlamento mi dà molte preoccupazioni e qualche brutto brivido, perché la storia èli, a ricordarci i suoi bruttissimi precedenti—commenta amareggiato il capogruppo repubblicano. Libero Gualtieri —. Non riesco a vedere lo sbocco di questo scontro pubblico e drammatico, tra comunisti e socialisti. Se l'approvazione o l'affossamento di un decreto fa decadere nel giro di un mese le convenzioni parlamentari, le regole non scritte, e i rapporti storici tra i partiti, allora il gioco non vale la candela». Arriva un comunista con 11 resoconto stenografico della seduta, fino all'incidente. Tutti leggono la striscia, che a un certo punto porta scritte queste parole: «rumulri tra pct e psi». Questa volta, è Colajanni a scuotere 11 capo: «A un certo punto, bisognerà pure ricominciare a fare politica, tra noi e i socialisti. Ma quando? E come? Per ora, loro pretendono che noi accettiamo scelte sbagliate senza reagire, e in casa nostra et sono spinte settarie, frutto avvelenato di questa rissa, che finirà per avvantaggiare soltanto ladc». Ma i più cauti, 1 più silenziosi, sono proprio 1 democristiani. Gran navigatore di corri dol parlamentari. Franco Evangelisti spiega perché: «Io vedo molti del miei stropicciarsi le mani, felici per lo scrontro tra pei e psl. Stupidi. Non capiscono che è un segno della nostra crisi. Una de in salute, si butterebbe in mezzo, con un ruolo di mediazione. Invece, non ce la fa. Per fortuna, l'unico che può tenere un rapporto con il pei si sta ritemprando e prima o poi verrà fuori. E'Andreotti, die diamine: aspettate, e vedrete...». Ezio Mauro CAGLIARI — Il ministro dell'Interno Scalfaro, pre. siederà giovedì mattina in prefettura a Cagliari un vertice sui problemi dell'qrdllne,e della sicurezza in Sardegna.

Luoghi citati: Cagliari, Roma, Sardegna