L'ora di Moser continua a Sanremo di Gian Paolo Ormezzano

L'ora di Moser continua a Sanremo TRIONFO ITALIANO Per la prima volta il trentino a bersaglio nella «classicissima di primavera» L'ora di Moser continua a Sanremo Dopo una corsa dura per il maltempo e assai viva (lunghe fughe di Festa prima, di Anderson poi) l'attacco perentorio di Francesco nella discesa del Poggio - Arrivo solitario, gli inseguitori (con Saronni) a 20" DAL NOSTRO INVIATO SANREMO — Al dodicesimo tentativo Francesco Moser, 32 anni e mezzo, ha vinto la Milano-Sanremo. Per farcela, ha dovuto e voluto e potuto scordare le altre sue ùndici volte, compresa quella (1975) del secondo posto in volata dietro a Mcrckx, ha dovuto inventare un nuovo se stesso ed un nuovo ciclismo su strada, la continuazione del nuovo ciclismo su pista inventato nello scorso gennaio a Citta del Messico per 11 record mondiale dell'ora. Moscr è arrivato solo in via Roma, perché il suo ciclismo non prevede compagnia, rischi, mosse e contromosse, è un ciclismo didascalico, persino accademico, lui in cattedra, gli altri sotto, anzi dietro. Ha vinto la Milano-Sanremo preparandosi «in casa», su strade amiche, seguito dal fratello Enzo in auto, preceduto, talora, dal fratello Aldo in moto per tagliargli l'aria. Ha speso più in telefono, per trasmettere i suol dati di cuore al prof. Conconl che sta a Ferrara, che In sudore: .Due o tre ore al giorno, conta come et si allena, non guanto ci si allena'. Lo sconvolgimento del ciclismo è totale. Molti segreta¬ mente pensavano o speravano che la strada europea avrebbe ridimensionato la pista messicana, che Moser non avrebbe potuto applicare anche in una corsa in linea 1 principi di allenamento e dieta (stavplta la bici sofisticata non c'entra), validi per uno sforzo solitario di un'ora. Invece Moser ha liofilizzato questi principi in un 5-6 minuti: è partito in discesa, giù dal Poggio, a quattro chilometri dal traguardo. Mcrckx aveva vinto in discesa una delle sue sette Sanremo: ma col suo ciclismo cannibalesco, mangiando avversari e strada, pedalando da forsennato. Moser ha pedalato da- plstard, da inseguitore di un se stesso «completo» che forse verrà raggiunto al Giro d'Italia. , . Si diceva che per vincere la Milano-Sanremo bisogna correre la Parigi-Nizza oppure la Tirreno-Adriatico. Moser in tutto, dopo il Messico, ha fatto due «Sèi giorni» e la Milano-Torino, più uh palo di circuiti e un chilometro contro un cavallo. Ha studiato privatamente, ha passato 1' esame. E tutti gli stavano addosso, qualcuno per imparare, altri per bloccarlo e salvare il loro ciclismo tradizionale. Si diceva che la squadra può essere tutto, specie in un giorno cosi duro, in una corsa cosi lunga e agitata. Moser ha corso praticamente senza squadra, al massimo cercando e trovando alleanze per strada (Chlnetti, suo punto di riferimento nel finale). SI parlava di chilometri da mettere nelle gambe e in una certa maniera, dopo un inverno giudizioso; di alleanze necessarie per una lotteria di 294 chilometri decisa regolarmente in pochi metri, quelli del Poggio o addirittura della volata. Si diceva anche di distanza complessiva da provare in allenamento. Moscr ha fatto un inverno di pista, senza mal vacanze, poi non ha mai pedalato per più di 200 chilometri di seguito. Ha compiuto tanti scatti di cinque minuti in salita, Messico e Italia, questo 6 vero: ma ieri ha vinto uscendo dal gruppo in discesa e aumentando in pianura li piccolo vantaggio. Moser ha fatto atletica leggera in bicicletta, ecco tutto. Semplicissimo. Adesso altri proveranno. Bisogna però avere il cuore e le gambe di Moscr. E anche la sua intelligenza umile nell'imparare. E il resto della corsa? Splendida. Come il migliore cliché della vecchia Sanremo che neppure Moser vuole buttar via, se non altro perché non si può «moserlzzare» la gara dal primo chilometro. La fuga patetica, nobile e inutile di Elio Festa, romagnolo, ventiduenne, occhialuto, dal km 92 al km 155, con un vantaggio massimo di 9' a Ovada: e questo nel freddo, nel vento, poi anche sotto la pioggia e (sul Turchino) sotto 11 nevischio. Festa è stato raggiunto sul lungomare, dopo Arenzano, dall'australiano Anderson, che lo ha su-' bito staccato e ha dato vita alla fuga tecnico-atletica. Anderson é quasi un campione, e in squadra ha i Plankacrt, Van Der Aerden, Lùbberdlng velocisti, Oosterbosch e Lubberdlng finisseurs, lui ha pedalato per sé e per loro (vantaggio massimo di 3'10") da solo per 115 chilometri, venendo raggiunto sulla Clpressa. Sul Berta Anderson era passato con l'54". Moser si era fatto vivo in discesa con Knetemann. Moser ha forzato già dal Clpressa, dopo che era uscito un po' di sole, trovandosi solo a 21 km dal traguardo, però come per caso, una curva riuscita (Haas invece, con altri fra cui Bontempi e Pctito, messi cosi fuori gara, ha mancato una curva, ha toccato il guardrail, è volato giù da un pendio, quasi un burrone, ha rotto rami di ulivo, è stato raccolto da un medico sicuro di trovare marmellata di corridore, è finito in ospedale, è stato dimesso: contusioni!). In cima al Clpressa era'passato per primo Chinetti, 35 anni. Oruppo dei migliori ricomposto sul lungomare, cadute ancore, Panlzza (39 anni, un Moscr del poveri) davanti con lo svizzero Bitlinger, comunque tutto sotto controllo. Negli ultimi chilometri e prima del Poggio si creava davanti un gruppetto di venti, c'era anche Rosola per lo sprint. Ancora un'uscita di Silscth, scandinavo, un' altra di Panizza. il Poggio con Marc Madiot, francese, Roche, irlandese, Hagaedoorcn, (belga, confuso con Govaerls) e quel Bittlngér a guidare, l'irlandese sul francese in vetta, poi Millar, scozzese, quindi Moser. Discesa, Moser quasi impacciato da motociclette che sembravano più lente di lui. Venti secondi dopo Moser, lo sprint del vecchio ciclismo, Kelly su Van Der Aerden, Rosola, Caroli, un requiem. C'era anche Saronni, umile e onesto nel finire, battuto, la corsa. Gian Paolo Ormezzano c2