Decapitata dal blitz la Nuova Famiglia Anche un politico fra i 137 in carcere di Giuseppe Zaccaria

Decapitata dal blitz la Nuova Famiglia Anche un politico fra 8 137 in carcere Senza fuga di notizie i risultati sarebbero stati ancora più decisivi Decapitata dal blitz la Nuova Famiglia Anche un politico fra 8 137 in carcere E' un consigliere missino di Napoli - L'operazione, oltre alla Campania, ha interessato Torino, Cuneo, Genova, Lucca, Milano e Palermo - Preso il boss «O' malommo» e arrestato di nuovo il finanziere Grappone DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — *Nun fate tutta 'st'ammulna': vi stavamo aspettando da un mese...». V altra notte, dinanzi alla questura, un giovane appena sceso In manette da un'auto della polizia si è rivolto cosi, irridente, agli uomini col mitra imbracciati che la tv illuminava con i suol riflettori. Era Ciro Mazzarella, nipote di Michele Zaza, 11 «boss» fuggito due mesi fa dalla clinica in cui si era fatto ricoverare. E forse in quella frase e' è l'autentico limite del nuovo blitz compiuto a Napoli contro i camorristi della «Nuova famiglia», l'organizzazione che contrasta quella di Raffaele Outolo. Oli ordini di cattura erano S12: per una lunga serie di contrattempi e soprattutto per una inarrestabile fuga di notizie, è stato possibile eseguirne poco più di un quarto, 137. Altri duecento provvedimenti, circa, riguardano persone già In carcere. Restano ancora Uberi, dunque, 143 presunti camorristi: fra di essi, un consigliere comunale del msl, l'avvocato Cesare Bruno, inquisito comunque non per l'attività politica ma per quella professionale. E' difensore di Luigi Vollaro, detto «'O califfo», camorrista e titolare di un autentico harem. Il legale dovrebbe costituirsi nelle prossime ore. La segreteria del msl ha comunque deciso di sospenderlo dal partito «/ino a quando la sua postatone non sia chiarita dalla magistratura». Fra gli arrestati, numerosi esponenti dei clan locali (1 Giuliano di Forcella, i Marasca e 1 D'Alessandro di Castellammare, 1 Nuvoletta di Marano, gli Ammaturo di Fuorlgrotta, i Maliardo di Giugliano), ma due soli personaggi di autentico rilievo: Antonio Spavone, 58 anni, più noto come «'O malommo», e Gian Pasquale Grappone. l'avventuroso finanzieri re già finito Wc^óm^ W vicende della -Lloyd Centau ro» e per il craèfc de» Crédito Campano. Entrambi, come tutti gli al' tri, sono accusati di appartenere ad un'associazione a delinquere di carattere mafioso. Spavone è stato preso in casa di un nipote, all'Arenacela. Portato in questura, quando ha visto 1 fotografi ha cominciato a gridare: •Delinquenti!*. Da quando, alcuni anni fa, una scarica di panettoni gli devastò 11 viso, non sopporta che lo si riprenda. Da anni è In cura negli Stati Uniti, dove un famoso chirurgo plastico gli sta ricostruendo 11 naso. Poco più tardi, però, «'O malommo» (anche il nomignolo, sostiene lui, non gli si addice) ha ripreso sicurezza, scambiando qualche parola col cronisti. -La camorra? Non esiste*, ha esordito. «Se davvero ci fosse, a Napoli non succederebbero queste cose sporche* In città, ha aggiunto, era rientrato solo per partecipare a un processo: «Ora devo tornare negli Stati Uniti, devo farmi curare... Comunque, scrivete che la mia sola colpa è quella di essere nato in que¬ sta città. Sono una vittima della società napoletana...*. Appena dieci mesi fa, il tribunale aveva respinto una richiesta di soggiorno obbligato che lo riguardava: col suo negozio di tappeti e altre attività, avevano scritto i giudici, Spavone andava ormai considerato quasi una persona onesta. Di Grappone, uno dei «banchieri di San Gennaro», non si sono avute invece molte notizie. Si è saputo solo che è stato preso nella villa che possiede a Porto Ercole, dove da qualche tempo si trovava In soggiorno obbligato. Poche settimane fa, proprio mentre tornava dall'Argentario, sua moglie, Pasqualina Ortomeno, era morta per lo scoppio di una gomma della Mercedes che guidava. L'auto era del factotum di Michele Zaza, poi arrestato. Altre notlflche, altri arresti sono avvenuti a Torino, Cuneo, Genova, Lucca, Milano, Palermo, oltre che in tutta la Campania. Fra i colpiti dal nuovi ordini di cattura ci sono anche alcuni latitanti «storici» come Zaza e Bardellino. Nell'operazione sono stati: impiegati più di 800 agenti di polizia, 600 carabi-' nleri, una cinquantina di uomini della Finanza. Le cifre si fermano qui: ma adesso, come interpretarle? Fino a che punto i continui rinvìi del blitz — una volta, perché 11 carcere di Poggloreale era sovraffollato, un'altra perché a Pozzuoii la polizia era Impegnata a fronteggiare le proteste della popolazione — e la continua fuga di notizie hanno diminuito l'efficacia dell'operazione? In procura, i quattro magistrati che hanno firmato gli ordini di cattura (Roberti, Jervollno, Oay, Pagani) allar¬ gano le braccia: devono lavorare In condizioni pazzesche, raccontano. Ogni provvedimento passa per molte mani. Il dubbio si rafforza, dunque: fino a dove si spingono le infiltrazioni della camorra? «Sono diffusissime — dice Marcello Monarca, il questore —. Avevamo rinviato più volte il bitte anche sperando che i camorristi allentassero un po' la guardia. Comunque, mi sembra importante che per la prima volta si sta affrontata un 'organizzazione molto più ramificata di quella di Cutolo. Adesso, chiederemo che, una volta conclusi gli. accertamenti patrimoniali, contro questa gente si applichino le misure della legge La Torre, cioè il sequestro dei beni*. Il quadro d'accusa sembra gratificante: due «pentiti» (Salvatore Zanetti ed Achille Lauri) raccontano di traffici di droga, sequestri di persona, spesso con ostaggi «ceduti» ad altre bande, traffico d' armi, estorsioni. Oli omicidi, aggiunge Monarca, dopo T ondata di arresti del giugno scorso, erano diminuiti a Napoli del 45 per cento. Vedremo cosa succederà adesso. Giuseppe Zaccaria