Bodrato e Scotti vicesegretari dc Fanfani fuori dall'ufficio politico di Giuseppe Fedi

Bodrato e Scotti vicesegretari de Pantani fuori dall'ufficio politico Il nuovo organismo nominato dalla direzione con il voto contrario di Donat-Cattin Bodrato e Scotti vicesegretari de Pantani fuori dall'ufficio politico - ROMA — De Mlta-ha fatto pàceeb'rìécffttr, m&'riòn è riuscito a realizzare l'unità della de. Questo l'epilogo della direzione del partito, la prima dopo 11 congresso, la quale, in poco più di un'ora, ha eletto ieri pomeriggio 1 due vicesegretari, Bodrato e Scotti (che dovrebbe essere sostituito alla Protezione civile da Zamberlettl), e l'ufficio politico, ridotto a nove rappresentanti (De Mita, Piccoli, Bodrato, Scotti, Bisaglla, Rognoni, Forlani, Galloni e Malfatti, nominato direttore della «Discussione»), Un epilogo a sorpresa quello della direzione, che tornerà a riunirsi la prossima settimana per eleggere 1 responsabili dei dipartimenti. E non tanto per 11 voto contrarlo al nuovo organigramma da parte della minoranza di Donat-Cattin, scontato fin dalla viglila, quanto per l'astensione del fanfantanl. A spiegarla è stato lo stesso Fanfani, escluso dall'ufficio politico assieme ad Andreotti, il quale, però, come ha chiarito Evangelisti, ha avuto assicurazioni da De Mita, durante una breve interruzione dei lavori, sul posti che gli andreottlanl otterranno. ■.Nomvt'eonoi-tegnuli aH/rif ptesà, qut'l'unità — ha dettoFanfani — si fa con quelli che non ci stavano, Non si tratta di chiedere posti o prebende. Ma io non ci sto perché qui si premia chi protesta*. «Fanfani? Non lo capisco — ha confessato De Mita al termine dei lavori —. In realtà sapeva la composizione dell'ufficio politico. Invece ho trovato gentile l'intervento di Donat-Cattin: un evento raro*. A spiegare meglio la posizione dei fanfanlani è stato Mauro Bubblco: «Noi stavamo e stiamo con la maggioranza. Il nostro è soltanto II desiderio che i propositi del segretario si traducano senza riserve e senza ambiguità, espresse o 'non espresse, rispetto alla linea unitaria del partito. E' un'astensione costruttiva, cioè In positivo Donat-Cattin, motivando 11 dissenso di «Forze nuove», ha innanzitutto sottolineato che è stata scelta una strada che coinvolge la persona di Enzo Scotti e quindi «non ci riguarda*. Certo, ha continuato, la base che in larga misura ha votato al congresso Sotti, •proverà oggi qualche delusione dopo un repentino, miracoloso cambiamento di po¬ sizione di comportamenti, anche' se avevo scontato tale eventualità*. «Manteniamo la nostra posizione di minoranza—ha aggiunto 11 leader di "Forze nuove" —, volendo sviluppare un'azione dialettica di sollecitazione e di confronto, nella fiducia che In un partito democratico l nostri diritti saranno salvaguardati*. Ma sul futuro della de Donat-Cattin, che vuole una verifica di governo a maggio, subito dopo 11 congresso del psi, per passare dagli «attuati impegni frammentari, manchevoli e tavolta pressappochisti a un disegno politico progettuale organico di valenza appunto strategica* ed ha rivolto questa richiesta alla parte dell'area Zac più Intransigente nel confronti di Craxi, non è molto ottimista. «Senza profonde rettifiche di linea e della prassi del passato, in parte notevoli confermate al congresso — ha detto —, non potrà aversi una ripresa». Nel suo intervento introduttivo De Mita, dopo aver commemorato la figura di Moro, ha detto che forse 11 congresso «non è stato da tutti compreso nella sua reale portata*. Non è vero che esi¬ ste «un tentativo di goven'ùre j da solo ti partito*, mentre le diversità di opinioni «non vanno prese come uno spauracchio*. Dal loro «leale confronto* può scaturire la ricerca degli «indirizzi comuni e di un'unità che non è confusione ma effettivo concorso per avviare efficacemente la ripresa del partito». Fin qui i fatti ufficiali. Ingarbugliati restano invece i retroscena che hanno portato alla clamorosa astensione di Fanfani sulle proposte del segretario. Angelo Sanza, fedelissimo di De Mita, ha una sua spiegazione: «Hanno digerito male la nomina di Malfatti all'ufficio politico*. Più articolata anche se enigmatica l'interpretazione di DonatCattin: «La chiave dt tutta questa vicenda è il Quirinale e le mosse che vanno facendo Forlani e Andreotti per quest'obiettivo». «Il cambiamento c'è stato,' per la prima volta le correnti non sono rappresentate nell'ufficio politico — ha commentato soddisfatto Scotti —. «Quando si fanno questi mutamenti è inevitabile che ci sia qualche scricchiolio». Giuseppe Fedi

Luoghi citati: Roma