Craxi riunisce i capigruppo Il voto slitterà a venerdì? di Alberto Rapisarda

Craxi riunisce i capigruppo Il voto slitterà a venerdì? Lo preoccupa il dibattito in Senato sul decreto per il costo del lavoro Craxi riunisce i capigruppo Il voto slitterà a venerdì? Sembra difficile che il presidente del Consiglio chieda la fiducia - Al termine di un colloquio con Cossiga ha detto; «Ci riserviamo di valutare l'andamento dei tempi del dibattito» ROMA — Improvviso «minlvertice» al Senato tra il presidente del Consiglio Craxi e i capigruppo del partiti di maggioranza (de, psi, psdl, pri, pll) per capire se si farà in tempo ad approvare entro il promesso 22 marzo il decreto che taglia la scala mobile. Craxi ha avuto un colloquio anche col presidente del Senato, il democristiano Cossiga. Dopo gli incontri è parso di capire che l'ipotesi di chiedere 11 voto di fiducia per ridurre i tempi di approvazione del decreto sia tramontata. A quanto pare, la maggioranza sarebbe intenzionata a scartare il confronto muro contro muro con l'opposizione di sinistra. Non è da escludere che si arrivi ad un accordo che possa accontentare tutti, spostando la votazione conclusiva del decreto a venerdì 23. Sarebbe un giorno dopo 11 previsto, ma sarebbe anche un giorno prima della manifestazione sindacale a Roma, fissata per sabato 24. E non si perderebbe tempo, perché comunque la Camera inalerebbe l'esame del provvedimento in commissione la settimana successiva. In effetti, al termine del «vertice», Craxi non confermava la decisione di chiedere la fiducia. 'Nessuna decisione è stata ancora presa dal governo: ci riserviamo di valutare l'andamento dei tempi del dibattito. Il Senato ha già fissato i tempi della discussione in aula. L'impegno della maggioranza è di mantenere queste scadérne. I tempi debbono essere ragionevoli e non inqui¬ nati da intensioni dilatorie e ostruzionistiche- spiegava 11 presidente del Consiglio. L'Incontro di Craxi con 1 capigruppo è durato un'ora e mezzo. In tutto quel tempo democristiani e repubblicani, i più preoccupati di uno scontro col pel, hanno spiegato come 11 regolamento del Senato non offre molte possibilità di accelerazione. Una volta che Cossiga ha deciso di fissare 1 tempi del dibattito generale, ha anche implicitamente escluso che si possa chiedere nel frattempo il voto di fiducia. In questo modo il dibattito andrà avanti sino alle 13,30 di domenica e il ciclo preordinato si concluderà alle 13 di lunedi con le Illustrazioni delle relazioni di maggioranza e minoranza e con le repliche del governo. Il problema è capire cosa avverrà dopo. Ed è questo che Craxi ha chiesto ai capigruppo. In verità, molto dipenderà ancora una volta da Cossiga. Nel pomeriggio potrebbero essere discusse e votate le proposte del pel di non passaggio agli articoli. Respinte le proposte, si dovrà passare ad illustrare e votare 141 ordini del giorno presentati dalle opposizioni. Se Cossiga non deciderà di falcidiarli, potrebbero essere necessari un paio di giorni ancora. Ma ci potrebbe anche essere il rischio che le opposizioni aumentino 11 numero dei documenti e quindi il tempo necessario per esaminarli. E 11 voto di fiducia chiesto successivamente, in queste condizioni, non abbrevereb¬ be i tempi, ma potrebbe diventare anzi una occasione per il pei per sviluppare un forte ostruzionismo oratorio. I senatori comunisti lanciavano ieri segnali poco rassicuranti. «CercWamo dì portare avanti, come abbiamo fatto finora, un discorso certamente assat polemico, ma tuttavia anche teso alla ricerca di un confronto serio — diceva 11 capogruppo Chiaromonte—con quanti avvertono oggi una profonda tnquletudtne per lo scontro sempre più acuto che è In atto sul piano sociale e quello politico nel Paese, e per le sue conseguenze*. Aggiungeva minaccioso Chiaromonte: «Sarebbe veramente grave se il 7iervoslsmo che Impera a Palazzo Chigi inducesse governo e maggioranza a compiere veri e propri attt di forga, la cui portata politica non potrebbe essere circoscritta anche per quel che riguarda il dibattito parlamentare*. Il discorso era chiaramente indirizzato ih buona parte ai democristiani che, in questi giorni, hanno dato chiari ségni di non volere lo scontro. Il primo a dimostrarlo è stato lo stesso Cossiga. E ieri scendeva in campo addirittura con un documento il direttivo dei senatori democristiani, il quale precisava di essere contrarlo alle regolamentazioni per legge dei rapporti contrattuali. «Limiti legislativi possono essere legittimati solo se ecceeionalmenlc richiesti da Interessi oggettivamente vitali della comunità su specifici punti e per un periodo determinato*. Veniva riconfermato comunque l'Impegno ad approvare l'attuale decreto. Rivelatrice dello stato d'animo della de è anche la di vergenza di opinioni .tra Carli e Pagani. Il senatore democrl stiano Carli, che In aula aveva detto di essere favorevole agli interventi legislativi sulla struttura della scala mobile, veniva contraddetto dal suo compagno di partito Pagani (relatore del decreto), il quale gli spiegava che «questo decreto rappresenta un intervento congiunturale e non ha altre finalità*. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Chiaromonte, Roma