Due pianoforti, un'intesa perfetta

Due pianoforti, un'intesa perfetta Il duo Canino-Ballista al Conservatorio per l'Unione Musicale Due pianoforti, un'intesa perfetta Cominciato al Piccolo Regio il ciclo di conferenze - Concerti «Musica, società e cultura» TORINO — In luogo d'un capriccioso flautista irlandese, l'Unione Musicale ci ha fatto la gradita sorpresa di richiamare il duo pianistico di Canino e Ballista. Un tempo' inseparabili, i due hanno poi veleggiato di qua e di là, da soli o in varie combinazioni cameristiche, e si può immaginare che spasso, che rimpatriata sia quando ritornano insieme e ritrovano d'incanto quell'intesa, quell'integrazione reciproca, quel capirsi a volo attraverso i due pianoforti die è il segreto della loro eccellenza. Secondo una curiosa moda che si sta affermando e che ci porta le Thais, le Mignon, le Manon,. /tonno suonato un programma tutto francese. Non saremo noi a lagnarcene. Francia vuol dire eleganza, intelligenza, spirito (spirito nel senso di spiritoso, non nel senso fastidiosissimo di spirituale). E d'eleganza, d'intelligenza e di spirito il concerto è stato, una festa dal principio alla fine, dalla suite di guerra di En blanc et noir dell'ultimo Debussy, quello che amiamo di più, libero dalle pose estetizzanti del simbolismo, al tre pezzi ultra-divertenti dello Scaramouche di Milhaud, in parte geniali elaborazioni di ritmi carioca, ma nel tempo lento centrale un capolavoro qriginale dove al caro e buon Mliliaud è riuscito quello che non era riuscito casi bene né a Strawinsky, né a Bartók, né a Ravel, né a Casella, cioè di scrivere un adagio realmente poetico in stile neoclassico. . In mezzo, di Ravel, i pezzi di Ma mère l'Oye, per cui la versione pianistica a. quattro mani è quella originale, e La Valse, trascrizione d'autore dall'originale poema orchestrale. E di Fauré la sulte Dolly, a quattro mani, dove anche l'autorevole direttore del Conservatole si mostra curiosamente nervoso, agile, fuori dai velami preziosi die di solito ne imbozzolano l'arte raffinata. Successo vivissimo. Avendo già suonato Scaramouche in programma, era un problema trovare un bis intonato al programma, ma Canino e Ballista l'hanno risolto brillantemente con una delle Valscs romantiques di Chabrier. in. m. TORINO — E' cominciato l'altra sera al Piccolo Regio ti quarto ciclo di conferenzeconcerti su «Musica, società e cultura.. ideato da Enrico Fubivi e dedicato quest'anno al tema «Dal Romanticismo alla crisi». in otto serate, sino al 22 maggio, verranno toccati alcuni ;punrl «aHenM di questa problematica decisiva per" la storia della musica nell'età moderna: dal melodramma italiano a Brahms, dalla nascita delle scuole nazionali a Wagner, dal problema della musica a programma alla crisi della tonalità e così via. Il primo punto, riguardante «11 pianismo romantico da Schumann a Brahms» è stato svolto da Piero Rattalino, direttore artistico del Teatro Regio, che in una limpida Binarelli gioca a poker con il pubblico VIRO VALENTIA — Da ieri sera e per altre sette sere, il •mago» Tony Binarelli si gioca 4 milioni a poker contro quattro spettatori scelti tra 11 pubblico della «Sei giorni di Vibo», la manifestazione canora Itinerante presentata da Daniele Piombi con madrina Jenny Tamburi. Binarelli si scontrerà solo a solo con ciascuno del quattro spettatori giocando un milione. conversazione ha illustrato la trasformazione tecnica subita dallo strumento a tastiera nel passaggio dal clavicembalo al moderna pianoforte e le coiitseguente clic ne derivano sul pianò creativo'e dei rappòrti col pubblico. Rattalino ha inquadrato storicamente la nascita del concerto moderno, che cominciò nell'Ottocento a coinvolgere sfere di pubblico sempre più vaste rispetto a quelle ristrette delle 'Accademie» settecentesche: e ha insistito soprattutto sulla funzione avuta da Liszt nella diffusione del classici presso un pubblico di estrazione teatrale che amava essenzialmente il funambolismo e le esibizioni di bravura. Poi, con esempi musicali in disco e al pianoforte suonato da Gualtiero Togliatti, ha avuto parole illuminanti sulla Sonata op. 5 di Brahms che il pubblico ha potuto ascoltare dopo la conversazione. Il giovane solista l'ha eseguita con gusto e sicurezza, facendone spiccare le sparse bellezze entro un discorso pianistico che Brahms non riesce interamente a proteggere da un sospetto di aridità. E il pubblico l'ha cordialmente applaudito. p. gal.

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