Giulio Cesare non fa il mattatore

Giulio Cesare non fa il mattatore PROSEGUE SU RAITRE LA RASSEGNA DEDICATA A SHAKESPEARE E PRODOTTA DALLA BBC Giulio Cesare non fa il mattatore Il regista Herbert Wise manovra gli attori con sobria vivacità, puntando sull'equilibrio e la misura - Un'altra caratteristica; Roma antica diventa anglosassone Da segnalare la rassegna di prosa In onda ogni venerdì su Rai tre: Tatto Shakespeare, un'Insegna gigantesca, da capogiro. Ma In effetti e cosi, vedremo via via In due o tre cicli tutte le tragedie e tutte le commedie di Shakespeare, trentasette opere, quindi anche le meno conosciute e rappresentate, In edizioni impeccabili realizzate dalla BBC. Cosa significa «edizioni impeccabili.? Significa anzitutto una rigorosa fedeltà al testo: non ci sono tagli, non ci sono manipolazioni, interpolazioni, alterazioni, travisamenti, sezionamenti e lmpasticclamentl, come spesso si usa oggi. E' Shakespeare e basta, è l'originale quale sta scritto secondo le più rigorose lezioni. E questo è già un merito grande. Quanto alla realizzazione, giudicando da Romeo e Giulietta della scorsa settimana e dal Giulio Cesare di stasera, è chiaro che ci si attiene a criteri di semplicità e linearità assolute. Forse qualche spettatore, abituato da anni a clamorose (e costose) invenzioni teatrali o a strampalati ghirigori calligrafici dì immagini, troverà 11 Giulio Cesare non sufficientemente Imbottito di trovate, non abbastanza estrosamente visto con taglio personale. Ma il regista Herbert Wise sembra avere imboccato una sua strada senza esitazioni e. tentennamenti: ha considerato lo spazio televisivo come uno spazio (ampio) di palcoscenico e qui ha manovrato con sobria vivacità gli attori, puntando assai di più, attraverso un gioco serrato di primi plani, al movimento «interno» e allo sfruttamento e alla valorizzazione delle battute, cioè della parola. E' un metodo che in Gran Bretagna viene adottato di regola e con validi risultati nelle trasposizioni di testi teatrali in tv o in cinema (ultimo esemplo preclaro e Tradimenti, il film di David Jones dalla commedia di Plnter). Due caratteristiche In questo Giulio Cesare: la misura e l'equilibrio dell'insieme, e — sia consentito il termine — 1' angliclzzazlone della romanità. Su quanto equilibrio si poggi lo spettacolo, funzionano da test due famose scene: 1* uccisione di Cesare con 1 macabri rituali che ne seguono, e il discorso di Antonio sul suo cadavere esposto alla folla; nessuno degli attori fa da mattatore, tutti si Integrano su uno stesso efficace livello di interpretazione; e 11 regista controlla saldamente le punte piti acute di drammaticità perché non debordino. Interessante l'angllcizzazlone della romanità: cioè viene presentato un mondo della Roma antica come lo poteva vedere 11 mondo anglosassone, per cui Cesare (1' autorevole Charles Gray) pare un massiccio primo ministro di Sua Maestà, Antonio (Keith Mltchell) un raffinato gentiluomo di corte, e Calpurnia una distinta signora londinese insuperabile nell'arte di preparare il tè; e la folla romana è fitta di chiome color miele e occhi celesti, e peli rossi d'Irlanda e tipi di rudi minatori del Galles dal nordici lineamenti sbozzati con l'accetta. Incisivo e discorsivo il doppiaggio. Ma Radlotre offre in contemporanea il parlato originale: se si toglie l'audio alla tv e si ascolta la radio, fa effetto vedere Cesare morire mormorando «Anche tu, Bruto...» In perfetto stile e lingua Inglese. Ugo Buzzolah

Persone citate: Charles Gray, David Jones, Herbert Wise, Keith Mltchell, Shakespeare

Luoghi citati: Galles, Gran Bretagna, Irlanda, Roma