Caso Amato, il pentito Fioravanti conferma la versione del fratello di Vincenzo Tessandori

Caso Amato, 'ripentito Fioravanti conferma ia versione dei frateilo Cristiano e «Giusva» si sono ritrovati di fronte al processo di Bologna Caso Amato, 'ripentito Fioravanti conferma ia versione dei frateilo DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — LI dividono pochi metri, una bassa Inferriata e ormai forse destini opposti. Il maggiore è nella gabbia, apparentemente indifferente, -.e solleva appena lo sguardo quando suo fratello arriva scontato da due carabinieri per deporre contro di lui e 11 suo gruppo. Un tempo li chiamavano la banda Fioravanti. «Glusva» Fioravanti recita la parte del leader che recentemente è riuscito ad attribuirsi; suo fratello Cristiano un.ca, sarà mal percHeTlo tutti, si è pentito, forse rassegnato. Fratelli contro, dunque, ma fino ad un certo punto. Davanti al giudici delle assise di Bologna che devono decidere sull'omicidio del giudice romano Mario Amato, Cristiano Fioravanti si limita a confermare i verbali e adatta la sua verità, tv .quanto già dichiarato In aula dagli assassini confessi. E' certo che a sparare fu Gilberto Cavallini come è sicuro che a guidare la moto con cui 1 killers andarono sotto la casa della vittima sia stato Giorgio Vale che è morto e non può smentire. In un primo momento aveva raccontato che Cavallini in quel mattino di giugno era stato accompagnato da Luigi Ciavardlnl ma ora è certo del contrarlo. 'Anch'io ho vissuto col gruppo», dice con una voce nella quale è difficile scoprire una punta di rlmorso. Per apparire più credibile aggiunge: «Lo stesso Vale mi ha ripetuto più volte di essere stato su quella motocicletta». La linea Indicata dagli imputati detenuti cosi resiste: il gruppo è questo, non esistono complici, tantomeno mandanti. Ma il professor Paolo Signorelll. accusato di essere l'ideatore di quell'omicidio, sembra sentirsi meno'tran- quillo e, pare, giovedì prossimo verrà in quest'aula a deporre, lui che pareva deciso a disertare 11 dibattimento. Difficile dire se ci sia stato accordo tra 1 fratelli ma quando Cristiano è entrato nell'aula, alle 10,40, «Glusva» gli ha gettato una rapida occhiata e poi un impercettibile cenno d'intesa con la testa. Forse 11 «capo» già sapeva che l'organizzazione non avrebbe avuto niente da temere. Ventiquattro anni, capelli biondi sul collo, orecchino d'oro a destra, abbigliamento casual, itlVolto gentU^Ttftl-! stiano Fioravanti pare Ta'fotocopia di suo fratello ma sembra anche consapevole di non poter diventare un capo. •Un traditore» lo ha definito l'altro giorno Francesca Mambro e quelle parole son sembrate un sigillo. Le sue «note caratteristiche» sono smilze; due arresti, due processi per rapina, un tentato suicidio. Unica coincidenza singolare, l'ha sottolineata lui stesso Ieri, è la data del primo rilascio: 2 agosto 1980. E' 11 giorno del massacro alla stazione di Bologna. Ma 1 Nar, con ostinazione, ripetono di essere estranei alle stragi Indiscriminate. Proprio le stragi nere, tuttavia, appaiono sullo sfondo di questo delitto e 11 giudice Amato fu ammazzato perché era ormai sul punto di colpire 1 componenti del «gruppi spontanei» ma anche coloro che, si assicura, 11 manovra¬ vano. «Se suo marito non fosse stato ucciso, se avesse potuto continuare il suo lavoro son certo che la strage di Bologna non sarebbe avvenuta» ha detto Paolo Bolognesi, vicepresidente dell'. Associazione del famigliari vittime della strage» a Giuliana Mesa, vedova del magistrato. Dieci minuti di domande e di risposte circospette poi la corte ha chiuso l'udienza. Prima era stato ascoltato Paolo Stroppiana, 27 anni, torinese, agente di commerclo. Aveva dichiarato il 13 ottobre '82 al sostituto pròcùra■tortf^Mimo'*TUKfìohia-,''- di Roma: «Desidero preliminarmente far presente che è mio intendimento esprimere un senso di distacco da fatti di tipo eversivo nel quale pure mi sono trovato coinvolto». Ieri ha confermato il «pentimento» e raccontato come era avvenuto 11 contatto con il gruppo del Nar, a Torino. Poi ha raccontato chi, secondo lui, fu il secondo killer in motocicletta: «All'inizio mi dissero che con Cavallini c'era Vale. Erano guardinghi, lo fecero perché intendevano scaricare la responsabilità addosso a una persona morta e che quindi non aveva più niente da perdere. Poi mi raccontarono che l'altro era Ciavardini». Ha quindi parlato degli stretti contatti fra Terza posizione e i «magnifici sette pazzi» che formavano 1 primi Nar. Oggi ancora racconti di «pentiti». Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Bologna, Roma, Torino