Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Raccolta d'arte A in cerca di museo Replico alla lettera del sig.' Roberto Piacentino, consigliere di Italia nostra (lettere della domenica del 4 marzo) il quale, a proposito della Fondazione Accorsi, propone di destinare Villa della Regina quale sede degna per accogliere l'imponente raccolta d'arte. Faccio presente che Villa della Regina deve essere ancora ristrutturata e la spesa relativa, penso a carico della Regione Piemonte, si aggirerà su parecchi miliardi senza calcolare i tempi di esecuzione del lavori. In qualità di presidente artistico della Fondazione rendo noto che 1 locali che posso no accogliere la raccolta d'arte vi sono e di proprietà della stessa Fondazione. Per la loro ristrutturazione la Fondazione non chiede al cun contributo di pubblico denaro ma solo l'intervento delle autorità competenti perché i locali siano resi liberi dagli attuali affittuari, in maggioranza negozianti e professionisti. Giulio Ometto, Torino I dimenticati di Beirut Nella vicenda libanese è stata gran fortuna dell'Italia che a un governo indeciso e impreparato facesse riscontro un esercito coraggioso e preparatissimo. Il primo e il secondo contingente hanno dato prova di grande disciplina e di straordinaria efficienza con due comandanti di prim'ordine: il primo il ten. colonnello Tosetti, il secondo' II generale Anglonl. ■ Nella grande festa del ritorno in Patria, una strana incongruenza: nessun riconoscimento né al «marò. Montesi che fu l'unico caduto a Beirut, né al comandante del primo contingente, battaglione bersaglieri - «Governolo», che partito per primo e allo sbaraglio apri la strada alla missione italiana in Libano. QueBta incongruenza è un vuoto amaro. gen. Luigi Bonifoei. Roma L'inglese per tutti La scuola e l'insegnamento da impartire alle nuove generazioni è sempre stato un problema di primissima importanza per tutte le forze politiche. Una parte preponderante delle riforme o innovazioni scolastiche dovrebbe riguar- dare l'introduzione nelle scuole elementari della lingua inglese, onde mettere a disposizione delle nuove generazioni un patrimonio di cultura, di linguaggio e di comunicabilità con il resto del mondo, di cui altro non potrà valere l'eguale. Luigino Ferrari, Verona Un esercito che si rispetta Ho letto con molto interesse l'articolo «La difesa degli' sloveni», firmato da Umberto Usmianl, apparso su «Lettere della domenica» del 4 marzo. Secondo il lettore, gli sloveni sotto l'impero austro ungarico godevano meno diritti cheora sotto l'Italia e l'impero trattava con grande durezza gli italiani, trentini del Sudtirolo o del Tirolo meridionale.:Il sottoscritto, guarda caso", è il presidente dell'associazione trentini sudtirolesi austro ungarici della guerra 1914 1918 ed è pure ufficiale fuori servizio, di artiglieria da montagna. Il sottoscritto aveva ancora quattro fratelli e cinque zìi incorporati fra i kaiseryeger ed i kaiserschut zen e nessuno ha mal subito maltrattamenti di sorta. Ogni esercito europeo che si rispetta non premia i traditori e nemmeno i furbi ed 1 lavativi, in modo particolare in tempo di dura guerra. Cesare Veronesi, Trento La natura e i suoi protettori Durante la campagna per il referendum contro la caccia, i cacciatori e le loro associazioni, ammannivano ai cittadini manfrine in cut si definivano «i veri protettori della natura»! Passato il pericolo, l'arroganza è tornata tracotante .e, oltre 11 resto, ecco il rappresentante dei cacciatori, on. Giacomo Roslnl e altri parlamentari proporre la depenalizzazione del reato di bracconaggio! Bei protettori della naturai Forse dirigenti e praticanti della caccia si riconoscono In una consorteria di bracconieri, altrimenti non proporreb bero — ma boicotterebbero — una proposta di legge che consente l'abbattimento" di qualsiasi animale in qualsiasi tempo e periodo solo pagati do una ammenda nemmeno troppo alte. Giobotte Guglielmi, Noli Grazie al crìtico (ma con riserva) L'articolo apparso sulla pagina «In città» 11 14 febbraio dal titolo «I sei dimezzati», a firma an.dra., ha indirizzato nella Galleria dell'Associazione Piemonte Artistico Culturale un flusso di visitatori tale che un «grazie» da parte nostra è doveroso. Critici, galleristi, esperti si sono affrettati per venire a constatare de visu se le cose stavano effettivamente com'era stato scritto dall'estensore dell'articolo, e molti di essi hanno voluto dimostrarci la loro solidarietà e il loro apprezzamento. Siamo dell'avviso che una Mostra possa essere concepita ed organizzata con criteri diversi, ma non può essere accusato di «pressapochlsmo» chi segue e attua intendimenti che si discostano da quelli che avrebbe seguito 11 vostro collaboratore. Sarebbe critica d'arte notare clic un paio di dipinti presentano «strappi», in verità semplici abrasioni, sotto vetro, che la nostra associazione non aveva la possibilità di restaurare essendo di proprietà altrui? E sp l'artigiano che ha confezionato lo striscione ha sbagliato una lettera, questo «refuso», subito corretto, può dequalificare una manifestazione d'arte? Giorgio Germafc, Torino Sono lieto se quanto ho scritto ha assicurato alla mostra un certo flusso di visitatori. Ognuno avrà verificato le corrispondenza dei rilievi a fatti e circostame die lo stesso Comitato riconosce o non nega, 7nentrc si sarà reso conto come per fare una «Mostra* non basti un insieme di quadri di autori noli ed appressati, ma occorra un cor¬ retto disegno critico. (a. d.) Non maltrattate troppo Picone Ho seguito su La Stampa la vicenda del congedi facili e non approvo i titoli ad effetto con i quali 11 giornale segue Vaffairc. Quello dell'edizione del 25 febbraio poi credo sia un po' troppo: «Presi 11 fantomatico Picone e due medici legati al clan dei congedi a pagamento». Scoprire leggendo l'articolo che si tratta di una goccia d'acqua nel mare delle bustarelle mi ha fatto particolarmente dispiacere. Non tanto per gli implicati nella vicenda le cui responsabilità saranno definite dall'inchiesta, ma perché questi «titoli ad effetto» sono facile esca per coloro che sulle questioni militari potrebbero argomentare non certo a scopi costruttivi. Forse il mio risentimento è causato dall'evidente stona- tura che colpisce il lettore nel vedere 11 nome di Picone, insigne matematico che tanto fece per lo sviluppo dell'artiglieria italiana, affiancato a cosi squallide vicende. Piergiorgio Fedeli, Piacenza Quella lotterìa per carnevale Vi sono due nuove lotterie nazionali: una di Venezia e una di Viareggio. Non posso nascondere il mio vivo stupore ncil'apprenderc le motivazioni che hanno consigliato l'istituzione di una delle due. Si sa che 11 netto del prò-; venti di quelle già esistenti .sono distribuiti, per legge, In beneficenza e sono comunque d'accordo che quelli della lotteria di Venezia vadano a favore del fondo per salvare la meravigliosa città lagunare. Sono invece sbalordito Dell'apprendere che I proventi della lotteria di Viareggio sono destinati a Incrementare e valorizzare il locale carnevale. Non era meglio utilizzare questo denaro per contribuire a risolvere problemi sociali ben più gravi e urgenti? Piercarlo Negri, Torino Un ricovero liberatorio Leggo su La Stampa che si è riacceso il dibattito sull'assistenza psichiatrica In Italia e che un nuovo disegno di legge governativo è stato presentato per rendere più funzionale 11 settore. Chi come me ha un grave problema familiare, ossia un parente che da 12 anni non guarisce, anzi via via peggiora, non può che sperare nei tecnici e nel politici illuminati. Io non discuto sull'opportunità di ricostituire un «manicomio aggiornato», senza più le atrocità del passato. Dico soltanto che nella mia fami-, glia da un pezzo ormai è diventata distruttiva la presenza di un povero essere fraglie e malato, che senza saperlo ha coinvolto tutti noi In un'esistenza ossessionante. Il governo e gli enti locali facciano come vogliono, e come meglio possono, ma pensino al molti casi come 11 mio e sappiano che centinaia di famiglie In Italia aspettando sol-1 tanto che siano permessi del ricoveri che le liberino da una pesantissima angoscia. Mariangela Biondo, Peseta Chi non osserva la zona disco? In quasi tutte le grandi città l'«abuso di posteggio» per le auto è cosa comune: in determinate zone, infatti, si può lasciare l'auto per tutta la giornata senza prendere la multa. Chi si avvale di questa lacuna amministrativa comunale sono, di solito, coloro che, una volta parcheggiata l'auto in zona disco, la ritirano a fine lavoro. Naturalmente questo stato di cose non fa altro che sfavorire coloro che debbono, per ragioni di lavoro, compiere molti giri prima di trovare un buco. Anche gli esercenti di negozi o professionisti risentono di tale situazione poiché, come è facile immaginare. 11 probabile cliente si allontana senza fare acquisti o operazioni. Anche i rappresentanti di commercio accusano, con questo sistema, notevoli ripercussioni economiche i Giovanna P. Marianni Milano Atletica e relatività Giorni addietro seguendo alla tv una gara internazionale ho notato un dettaglio tecnico che mi sembra oggi sottovalutato. In pista figuravano otto atleti ciascuno nella propria corsia, pronti a scattare per i 100 metri. Sulla loro sinistra, circa sulla linea di partenza, stava lo starter che con là pistola dava il «via» con lo sparo ed elettricamente inseriva 1 cronometri di gara. L'atleta che correva in corsia 1 si trovava con 11 capo a circa 2 metri dalla pistola dello starter; l'atleta In corsia 8 si trovava invece ad una distanza di metri 2 + 7 x 1,20 10,40 dalla stessa: e ciò valutando una larghezza di ciascuna corsia pari a metri 1,20. Il corridore 1 ha «sentito» lo sparo circa 6 millisecondi dopo che questo è avvenuto, mentreché 11 corridore della corsia 8 lo ha «sentito» 31 millisecondi dopo, e ben 25 millisecondi In ritardo rispetto al corridore della corsia n. 1. Ma 25 millisecondi sono 2,5 centesimi di secondo: quantità, questa, tutt'altro che trascurabile rispetto ai tempi «totali» che si aggirano oggi sul 10 secondi, ed anche meno. Perché si ha una disparità «fisica» dell'ordine del tre per mille, invero grossolana rispetto alle approssimazioni oggi possibili? Franco Negri, La Morra