Il terrore anti-arabo che avvelena Israele di Giorgio Romano
Il terrore anti-arabo che avvelena Israele OSSERVATORIO Il terrore anti-arabo che avvelena Israele Da qualche tempo due fenomeni si manifestano con crescerne irruenza in Israele: il nazionalismo intransigente c il bigottismo, cric trovano spiegazione, se non giusti firazione, in analoghi movimenti dei Paesi islamici in cui revanscismo c xenofobia sono alla base di eccessi che sembrano inarrestabili. Il confessionalismo, incoraggiato dal movimento sionistico, ha alimentato i partiti religiosi (rappresentano solo il 15 per cento dell'elettorato) che a loro volta han fatto parte di tutte le coalizioni governative e avuto un peso sproporzionato allò loro importanza. Inoltre, il rispetto per la tradizione ha fatto si che i primi governi socialisti concedessero molto alla religione: di qui inesistenza del matrimonio civile, attribuzione ai tribunali rabbinici del diritto familiare, sospensione del traffico pubblico il sabato. Oli ultimi episodi di intolleranza, di violenza e di oscurantismo sono conseguenza della debolezza del governo nei confronti dei nazionalisti estremisti e dei clericali. Sono stati maltrattali ebrei laici perché viaggiavano o andavano al cinema di sabato; sono stati sabotati scavi prchcologici per il sospetto che nell'arca si trovassero tombe. Peggio: si è .scoperto un imponente arsenale d'armi e di esplosivi appartenenti a un gruppo di /.doli che voleva far saltare le moschee di Omar e Al Aksa a Gerusalemme, probabilmente affiliato alla TNT, che aveva già tentato di danneggiare chiese e moschee e attaccalo autobus di operai arabi. In questi giorni la polizia ha arrestato persone che avevano disscpolto in un cimitero ebraico (c gettato entro un sacco in un cimitero musulmano) i resti di una donna di origine cristiana che era stata inumata un anno prima. I.c pretese dei religiosi sono aumentale col loro numero c col «ritorno, alla fedo di persone che hanno il fervore dei neofiti, ma soprattutto con la sconfitta dei laborisli c l'andata al potere nel 1977 del movimento di destra Likud, in cui l'ala liberale ha avuto sempre scarso peso. Tuttavia la svolta si deve far risalire alla «guerra dei sci giorni» del 1967, che con la conquista del Sinai, della Cisgiordania e di Gaza ha ubriacato un po' tulli c risvegliato le forme più esasperate del nazionalismo, fino al connubio tra gruppi religiosi e frange di intolleranza nei confronti degli arabi, i quali costituiscono la grande maggioranza della popolazione dei territori occupati. Sono sorti allora movimenti cxtra-parlamcntari — come Cush Emwtim (lilocco dei credenti) — che della colonizzazione ebraica nella West Bank hanno fatto lo scopo precipuo della loro attivila. Il partito Ilei ut, spina dorsale del Likud, ha incoraggialo rivendicazioni e dato incremento agli insediamenti ebraici; sono sorti nuovi partili di estrema destra, come Tehiya (Risorgimento), che è entrato nella coalizione governativa; si è tollerato un gruppo clandestino come Kach (Cosi) del rabbino di origine americana Mcir Kahanc, che si dichiara razzista, predica la violenza c sostiene che gli arabi che non accettano una condizione subalterna dovrebbero lasciare il Paese. Si e cominciato anche a parlare di organizzazioni terroristiche ebraiche segrete, di cui la più nota è la 77vT (Terrore contro terróre) che vanta vendette contro gli arabi c azioni di sabotaggio contro istituzioni maomettane e cristiane. Spesso non sono stati puniti e nemmeno perseguiti assalti contro gli arabi tanto che, ad esempio, degli attentati contro i sindaci di Ramallah, El Birch e Nablus non si sono mai trovati killer e mandanti. Certo le autorità ebraiche, quando non hanno incoraggiato angherie c prepotenze, hanno tollerato che molti si facessero giustizia da soli o, con la scusa dell'autodifesa, costituissero squadre armate e depositi d'armi nei principali insediamenti. Per completare il quadro si può aggiungere che il ritiro dal Sinai ha rafforzalo la volontà dei coloni della West Bank di perseverare con rinnovata tenacia e ha accresciuto la decisione del governo di interpretare l'autonomia in Cisgiordania e a Gaza come un'annessione strisciante, preludio di una annessione effettiva. Di qui accresciute ostilità c irrigidimento delle parti con operazioni terroristiche bilaterali. In un'epoca di esasperati nazionalismi e di movimenti che in nome della religione compiono imprese allucinanti in Paesi non solo mediorientali, il pericolo che anche lo Stato di Israele ne sia contagialo e reale e preoccupante. Per questo le forze sane del Paese lottano affinché non prevalgano il fanatismo religioso o nazionalista e la legge dello Stato abbia sempre l'ultima parola. Giorgio Romano
Luoghi citati: Cisgiordania, El Birch, Gaza, Gerusalemme, Israele
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