Caso Tortora, i testimoni nel eassetto

Caso Tortora, i testimoni nel eassetto Spuntano nuove confessioni, ma si temono accuse interessate Caso Tortora, i testimoni nel eassetto DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — mBasta, basta... dinanzi a persone come queste non posso dire più nulla: Nella caserma del carabinieri di Largo Morgantlnl, Enzo Tortora ha troncato cosi, l'altro pomeriggio, il secondo del confronti col suol nuovi accusatori. Prima Barra, poi Pandlco: adesso è arrivato •Gianni 11 bello», al secolo 'Giovanni Meli uso,, che non è un camorrista ma come gli altri lancia accuse terribili da una posizione alquanto dubbia Prima si parlava di contatti con Cu telo, di afflUazlc;nl: oggi, Melluso racconta di contatti con Francis Tu rateilo, di piccole partite di droga consegnate al presentatore In almeno cinque, sei occasioni, di foto che incastrerebbero definitivamente il conduttore di «Portobello», ritraendolo — come già accaduto ad altri giornalisti — in compagnia del vecchio «boss» della mala milanese. Sennonché, come già ieri si era potuto intuire, 11 nuovo testimone (dell'altro, non si è ancora riusciti a disegnare un ritratto attendibile) proviene ancora Una volta dalle nebbie dell'universo carcerario, ha del familiari e una donna da difendere: soprattutto, grazie alla «collaborazione», potrebbe ottenere un sostanzioso abbuono sulla pena che deve ancora scontare. E la foto, la misteriosa foto che metterebbe Tortora con le spalle al muro, ancora non si trova. Una delle costanti di questa indagine-monstre sulla camorra, sembrai ormai essere quella di presentare testimoni-chiave che hanno cose sempre più scottanti da raccontare, ma lo fanno In un modo che. rivela zone d'ombra sempre più insondabili. A questa regola non si sottrae neppure «Gianni il bello». A Milano lo consideravano un balordo di mezza tacca: adesso lui tende ad accreditarsi come l'emissario di Francis Turatello in tutto .quel mondo che, alla fine degli Anni Settanta ruotava la Milano intorno alla Rai, ai teatri, al gioco d'azzardo, alle prime emittenti private, Fu in quell'ambiente, dice Melluso,.che Tortora entrò in contatto con Turatello c — complici anche alcune perdite al gioco e un momento professionale non proprio felice — si prestò a far da tramite per lo spaccio della droga. Francis forniva «Gianni il bello» trasportava e Tortora distribuiva Insomma: e a questa ricostruzione li nuovo teste aggiunge tutta una se¬ rie di particolari sulle «consegne» — sempre diversificate, quanto a circostanze e luoghi — e gli Incontri col presentatore. Melluso parla anche di un pacchetto di.«roba» consegnato nella sede di una tv privata milanese: non si è ancora riusciti a capire se sia .lo stesso di cui, complici le mutandine della moglie, ! ha riferito anche il pittore Giuseppe Margutti Sullo sfondo dell'intera operazione, come già Ieri si era capito, il' nuovo teste pone l'accordo stretto nel giugno del '78 fra Turatello e Raffaele Cutolo. fresco di evasione dai manicomio criminale di Aversa: il cosiddetto «Patto di Milano», che sarebbe stato stretto nell'ebitaGluseppe Zaccaria {(Continua a pagina 2 In nona colonna)

Luoghi citati: Aversa, Milano, Napoli