Alla Citroën un taglio di 6 mila posti-lavoro di Emanuele Novazio

Alla Citroen un taglio di 6mila posti-lavoro La riduzione prevista entro la fine dell'anno Alla Citroen un taglio di 6mila posti-lavoro Tremila in prepensione - Gli altri rischiano il licenziamento PARIGI — La Citroen (43 mila dipendenti) ha annunciato ieri il taglio di seimila posti di lavoro entro la fine dell'anno. Solo tremila operai potranno usufruire del prepensionamento. Gli altri sono considerati «in sovrappiù*. vale a dire licenziabili, se non si troverà per loro una soluzione di ripiego (trasferimento, riconversione). Per l'auto francese è la prova più seria, Il primo test, dopo il caso Talbot. GII immigrati disposti a tornare nel paesi d'origine sarebbero non più di cinque-seicento. Stato e impresa pagherebbero loro un premio di sessantamila franchi, dodici milioni di lire. E gli altri duemllaquattrocento In surplus? Che cosa accadrà, se davvero l'azienda llcenzlerà (l'ultima parola tocca al premier Mauroy)? Come reagirà lo stabilimento di Aulney-sous-Bols, alle porte di Parigi, 11 più colpito dalla crisi, e da sempre 11 più «caldo»? E se 11 governo, impaurito dall'esempio Talbot, dirà no al licenziamenti, che farà Citroen? Il mese scorso, l'amministratore Jean Calvet, l'uomo delle ristrutturazioni del gruppo PeugeotTalbot-Cltroen, aveva avvertito: «Se non potremo ridurre gli effettivi, la Citroen morirà enfro tre anni*. Dal 1981 l'azienda è in rosso. Allora, le perdite furono di 450 milioni di franchi (90 miliardi di lire); l'anno successivo, di un miliardo e 300 milioni di franchi (260 miliardi di lire); nell'63, ancora più sostenute. La quota di mercato in terno 6 crollata dal 20,9 per cento (1971) al 13 per cento l'anno scorso. Il successo del nuovo modello BX, secondo la direzione, «non consente di compensare le perdite registrate con gli altri modelli*. E' tutto il settore dell'auto francese a godere di una salute malferma. Il gruppo Peugeot ha già Inviato 3400 operai In prepensionamento; la sua filiale Talbot ha licenziato 1905 persone In gennaio, altre 1200 se ne sono andate in pensione anticipata. Quanto alla Renault (statale, 160 mila salariati), ha da poche settimane annunciato un taglio di 7250 posti, 3250 del quali nel settore veicoli Industriali. Uno sciopero, inoltre, è in corso da quattro giorni nello stabilimento di Cleon (6500 persone), dove si fabbricano i motori del nuovo modello R-25. Le cause profonde del male, alla Citroen come altrove, nell'Industria francese dell'auto, sono produttività ridotta, costi di produzione eccessivi, impianti alle volte invecchiati. Le modernizzazioni, le ristrutturazioni, i tagli, si impongono, secondo 1 costruttori. E i sindacati? Le prime reazioni al piano Citroen sono critiche. La moderata Force Ouvrlère è favorevole soltanto al prepensionamenti volontari. La filocomunista Cgt sostiene che non c'è personale in sovrappiù nell'auto francese (perché, nota, le industrie nazionali costruiscono in altri Paesi vetture la cui produzione potrebbe essere riportata In Francia). Il sindacato giallo Csl rifiuta 1 licenziamenti, pur accettando 1 prepensionamenti. Le scelte moderate hanno dimostrato di non pagare: alla Talbot, 1 sindacati sono stati scavalcati dalla base — in larga maggioranza costituita da lavoratori immigrati —. Alle recenti elezioni di fabbrica, la Cgt soprattutto ha Imparato a sue spese: perdendo il 14 per cento Emanuele Novazio

Persone citate: Jean Calvet, Mauroy

Luoghi citati: Francia, Parigi