A Genova 20 mila in corteo

 4 Genova 20 mila in corteo 4 Genova 20 mila in corteo GENOVA — Lo sciopero generale di 4 ore che si è svolto ieri mattina a Genova e nel suo comprensorio, ad eccezione del Tigullto (proclamato dai consigli di fabbrica .autoconvocati, e contrastato da Uil, Cisl e ala socialista della Cgil) forse passerà alla storia come lo «sciopero delle cifre». Ieri per tutta la giornata, infatti, si è disputato con accanimento «a tavolino» su quanti hanno partecipato allo sciopero e alla manifestazione in piazza. Per Cgll, consigli di fabbrica e pei alla protesta hanno partecipato 120 mila lavoratori, tra i quali vi sarebbero pure stati drappelli non trascurabili di aderenti ai sindacati dissidenti. Per questura e carabinieri l manifestanti sarebbero stati circa 15 mila. V adesione allo sciopero tra gli operai è valutata infatti in percentuali che variano da un minimo del 50 per cento a punte del 90 per cento. Nel settore dei trasporti, hanno scioperato Il 70 per cento dei dipendenti dell'Ami e il 50 per cento degli operai «fissi» delle stazioni ferroviarie. Hanno lavorato il 70 per cento del di pendenti del Consorzio del Porto e oltre l'ottanta per cento dei pubblici dipendenti e scuole (Regione, Provincia, Comune, ecc.). Anche nell'industria gli impiegati che non hanno lavorato sono Intorno al venti per cento. La Cgil e l consigli di fabbrica considerano la manifestazione di Ieri una vittoria clamorosa. La Cisl e la Uil invece hanno emesso nel primo pomeriggio brevi e secchi comunicati definendo la manifestazione «sciopero dimezzato» e parlando apertamente di fallimento d'una strumentalizzazione politica orchestrata dal pel». I cortei sono partiti poco dopo le otto dalla Val Bisogno, dalla Val Polcevera e dal Ponente per confluire In piazza De Ferrari. C'erano carri «allegorici» con l «peanuts» che, In fumetto, dichiaravano scioperiamo anche noi», cortclll con Craxt In camicia nera e slogan (con evidenti richiami alle centrali sindacali non aderenti allo sciopero) quali: La contrattazione ci unisce». In coincidenza con la festa della donna, sono stati distribuiti rametti di mimosa alle manifestanti. Il comizio è stato breve: hanno parlato soprattutto esponenti dei consigli di fabbrica e della Camera del Lavoro. Sono stati ripetuti i temi dei giorni scorsi: no alla politica per Genova e la Liguria, no al decreto sul costo del lavoro, si alla caduta del governo. In sintesi si è avuta, al di là delle strumentalizzazioni, peraltro scontate, sui dati e sulla dimensione dello sciopero, la sensazione d'una sempre più profonda spaccatura politica. Impiegati, quadri, dirigenti, addetti al pubblico servizio e statali non hanno aderito allo sciopero, non condividendone le motivazioni, mentre la Cgil (componente pei comunista) ha confermato di essere forza egemone nelle fabbriche, soprattutto nei tradizionali settori meccanico, siderurgico e cantieristico, attualmente travagliati dalla crisi.- 1, p.

Luoghi citati: Genova, Liguria