A scuola arriva il commissario di Clemente Granata

:; ;:A scuola arriva il commissario LA DECESSONE INTERESSA 6LI ISTITUTI LEGALMENTE RICONOSCIUTj; SUBITO SCOPPIA LA PROTESTA :—;— " ——; — :; ;:A scuola arriva il commissario — DAL NOSTRO INVIATO ROMA — C'è fermento nelle scuole non statali, soprattutto In quelle religiose. Al loro orizzonte esse vedono profilarsi la lunga ombra del commissario governativo ed è un fatto che le turba profondamente. La figura del commissario è giudicata Ingombrante, guardata con sospetto come se annunciasse imminenti, gravi Intromissioni della mano pubblica, pesanti limitazioni della liberta. Il ministèro della Pubblica istruzione vuol tranquillizzare, assicura di muoversi nell'ambito del più rigoroso rispetto delle norme vigenti; a sua volta l'Aninsei, l'associazione delle scuole laiche legalmente riconosciute, ammette che l'allarme non ha solido fondamento; ma la Fldae, l'organismo che raggruppa le scuole cattoliche, ribatte che le preoccupazioni sono giustificate, e si sta mobilitando. Tutto s'inizia con un'ordinanza ministeriale del 30 gennàio scorso, dodici articoli fitti e minuziosi, preceduti da un'ampia citazione di regi de cretl e leggi, quasi a confermare che l'iniziativa del mi' Mistero non ha nulla d'innovativo o di rivoluzionarlo, ma tende semplicemente a far rispettare regole già In vigore, eppure dimenticate o Interpretate con lassismo. Le norme ruotano attorno alla presenza del commissario gover- nativo nelle scuole legalmente riconosciute. Presenza di quale tipo? L'ordinanza afferma: «17commissàrio guida l'operato dèi consigli di classe e delle commissioni-, durante gli scrutini e gli esami d'idoneità, e «cura che la valutazione degli alunni sia coerente coi i precedenti scolastici per quanto concerne sia il voto di condotta che quello di profitto*. Nella sostanza 11 provvedimento non sembra allontanarsi né da quelli che lo hanno preceduto, come l'ordinanza ministeriale del 6 maggio 1947, né dalle leggi e dal decreti ai quali fa costante riferimento, dove, a proposito dell'opera del commissario, si fa ampio uso di verbi quali esigere, verificare, sovrintendere, che sottolineano, senz'ombra di dubbio, un ruolo di controllo, ancorché limitato alla legalità della procedura di scrutini e esami e non esteso al merito delle valutazioni. Ma anche la forma, a volte, ha la sua importanza in un settore delicato qual è quello delle scuole non stata¬ li. E, secondo 1 critici, l'ordinanza conterrebbe due frasi (o verbi) di troppo, che inducono al sospetto: 11 fatto appunto che il commissario abbia 11 compito di «guidare» l'attività degli insegnanti durante gli scrutini è gli esami e di «curare» là coerenza delle valutazioni. A questo punto, contro il provvedimento Insorge la Fidae. Consultazioni, riunioni, proteste ufficiali al ministero e l'accusa, sottesa alle proteste, di eccesso di potere. «Noi — affermano 1 rappresentanti delle scuole religiose — vogliamo atti amministrativi che preparino la strada a un'effettiva parità fra scuole statali c non statali e invece che cosa ci viene presentato? Un atto ambiguo, che accresce non soltanto le prerogative del commissario, ma anche il numero del funzionari presenti nelle scuole e, di conseguenza, gli oneri che dobbiamo sopportare. C'è di più. Prima, i commissari giungevano negli istituti nell'imminenza degli esami, ora il loro arrivo è previsto con settimane d'anticipo. Quasi che gli istituti non statali fossero autonomi e maggiorenni durante i primi due trimestri e diventassero improvvisamente minorenni nel terzo». Le proteste s'allargano e il ministero deve intervenire con un telex ih cui Intende precisare la natura del suo Intervento per dimostrare che gli allarmi non hanno ragion d'essere. CI dice il dott. Giovanni D'Amore, direttore generale della scuola media non statale: «Sia ben chiaro: il commissario non fa parie dei collegi di scrutini e diesami. Egli è un collaboratore della commissione, la guida sulla via della legalità. Meglio, mollo meglio, accertare prima e durante gli esami la regolarità delle procedure, piuttosto che essere costretti ad "annullare tutto dopo per qualche vieto di forma. Ed è logico che gli accertamenti possano essere puntuali e adeguati soltanto se c'è un numero, sufficiente di commissari. Quello previsto In passato era assolutamente inadeguato. Cori abbiamo deciso di aumentare l'organico: La Fidae afferma di non essere del tutto soddisfatta delle precisazioni ministeriali, chiede la revoca dell'ordinanza e un nuovo provvedimento che allontani qualsiasi sospetto di ingerenza dell'esecutivo. Il ministero per ora resiste. La situazione è a questo punto e non è da escludere che nel prossimi giorni si registrino nuove tensióni e proteste. Per quale motivo 11 ministero, rendendo, effettivo 11 controllo del commissari sulle procedure d'esame nelle scuole legalmente riconosciute, ha voluto' sfidare critiche e impopolarità? Le ragioni sono fondamentalmente due, l'una connessa con l'altra. La prima è che nel settore delle scuole non statali da qualche t: tempo a questa parte si sono lamentati irregolarità, scorrettezze, abusi: Iscritti che non frequentano, avvalendosi anche di una discussa circolare ministeriale del 1971, commissioni- addomesticate, esami troppo fàcili. Sia la Fidae sia l'Aninsei sono state puntuali nel denunciare slmili fatti deplorevoli, ben sapendo che essi finiscono col nuocere anche a chi lavora con impegno, come fanno le due associazioni. Il ministero ne ha tratto le conseguenze e ha deciso di stringere 1 freni applicando la legge già esistente. Il ripristino del controllo sulla regolarità formale di scrutini ed esami può mettere fine alle facilonerie e agli scandali. Tanto più che eliminare le ambiguità significa creare 1 presupposti di una valida collaborazione tra settore statale e non statale dell'Istruzione (ed è la seconda ragione dell'Intervènto). L'opportunità di un slmile collegamento 6 sempre piti avvertita dagli organi ministeriali che vedono In esso un efficace strumento per fronteggiare la crisi della scuola. Ma, appun to, prima di collaborare, è ne cessarlo togliere di mezzo ogni fonte d'ambiguità. Alla Fidae perù dicono: «Si vuole moralizzare la scuola non statale? Bene! Ma allora si mandino gli ispettori a vigilare. Che c'entrano l commissari?.. . ' Clemente Granata

Persone citate: Giovanni D'amore

Luoghi citati: Roma