Thaïs, una peccatrice che vuol piacere di Massimo Mila

Thais, una peccatrice che vuol piacere APPLAUDITA «PRIMA» AL REQIO DELL'OPERA PI MASSENET DIRETTA DA OIOVANINETTI. REGIA PI BUSSE Thais, una peccatrice che vuol piacere E' un'opera non perfetta forse perché, nonostante il titolo, protagonista del dramma è l'uomo, il frate Atanaele - Un'opera come questa potrebbe riuscire anche ridicola, ma salva tutto la direzione d'orchestra • Ottimi Elena Mauti Nunziata e Victor Braun TORINO — Nel melodramma Italiano, romantico o verista che sia, la situazione erotica che ne è alla base riposa sempre sul fatale trlan-, golo d'una donna contesa fra due uomini. Sicché vera essenza, da Verdi a Mascagni, non ne è l'amore, bensì la gelosia. Altrimenti stanno le cose In Puccini, perché lui era molto più sensibile a quanto era successo nell'opera lirica francese, da Oounod alla fin del secolo. LI, terminato 11 gusto di quei romanzi di cappa e spada che sono 1 grands-opéros di Meyerbeer, s'era affermata una nuova concezione dell'eros musical-drammatico, dove 11 possesso della donna desiderata era conteso al protagonista non già da un altro uomo, bensì dal Padreterno, le bon Dìeu In persona, che gli comandava: «No, tu non ci devi andare a letto con quella donnaccia». (Oppure, variante borghese assai diffusa: «Con quella gentile signora che è la moglie dei tuo migliore amico), E 11, poi, giù a diffondersi in un confronto ovviamente svantaggioso tra 1 brevi spasimi della voluttà terrena e le gioie eterne del Paradiso. Incerto tra il dilettoso investimento a breve termine e quello perenne, il poveruomo restava imbesuito, sicché anche nell'opera lyrique 11 vero argomento non è l'amore, bensì una cosa che si -chiamava la lussuria, o altrimenti lascivia, e che provocava una reazione a catena d'incertezza e di tira e molla quali subiscono 1 personaggi del romanzi di Paul Bourget e (unico caso fra noi) di Fogazzaro. La forte resistenza dell'integralismo cattolico contro 1 governi laici della Terza Repubblica si coniugava con la sotterranea penetrazione dell'Influsso wagneriano (Tannhàuser, baccanale del Monte Venere, redenzione del peccatore pentito) per generare questa forma morbida di erotismo dove non c'era posto per la gelosia, roba da bifolchi come 1 melodrammlstl italiani, ma la voluttà del sensi era resa infinitamente più stuzzicante e pruriginosa dalla sottile consapevolezza del peccato. Nella seconda metà del secolo scorso questa concezione occupò gran- parte della musica francese, e non soltanto operistica, creandosi 1 propri strumenti d'espressione: un'armonia raffinata, una melodia sinuosa, sfuggente e accarezzante, radicata nella natura stessa della lingua, con gli accenti sfumati dalla è muta, una strumentazione insinuante per l'uso sapientissimo del legni, notorio vanto dell'insegnamento musicale francese. Da Oounod a Massenet, da Thomas a Dellbes, da Lalo a Ohausson, a Duparc, a Saint-Saens, è tutto un panorama di squisitezza, di elasticità, di sfumature, a cui si sottrae, ben inteso, l'altra corrente, quella spiritosa e pungente di Offenbach, Blzet, Chabrter, che giungerà fino a Batle e Ravel. Maestro sovrano di questa musicalità francese fondata sul tira e molla del sensi e dell'edificazione religiosa, sull'equivoco di un'acqua benedetta che a un cattolico intrattabile come Huysmans pareva piuttosto eau de bidet, è Massanet. Una sapienza musicale d'altissima scuola gli permetteva di ottenere tutto quel che voleva. Non c'era effetto musicale che gli potesse fallire, come Invece avveniva ad altri operisti come Bcrlloz o Botto. Ma quello che lui voleva non era affermare un suo arduo ideale di arte e di stile, bensì soddisfare esattamente 1 desideri del suo pubblico borghese. Thais è opera voluttuaria,' non perché la protagonista sia, come la sua omonima citata da Dante, una puttana, ma per questo, perché non si ' 'preoccupa d'altro che di piacere, a un pubblico ben disposto a lasciarsi vellicare i precordi dalla sensualità della melodia, e altrettanto risoluto a non voler compiere sforzi cerebrali; disposto a sentirsi esortare verso le vie del Cielo, pur di non perdere di vista le attrattive delle cortigiane di lusso. Perché Tats, che incarna a perfezione 11 petrarchesco dissidio tra la debolezza della carne e l'impotenza delle intenzioni virtuose, perché Thais non è riuscita un capolavoro cosi perfetto come l'Immortale Manon? Probabilmente perché, nonostante il titolo, protagonista del dramma è l'uomo, lo scorbutico e invadente cenobita A t annoile sedotto dalle grazie di Talde, e Massenet, invece, era grande pittore dell'anima femminile. Le sue armonie, diceva Debussy, sembravano braccia di donne, le melodie si curvavano sulle fronti femminili per scoprire cosa c'è dentro (anche se i saggi soli Sl d stengono che non c'è niente). Invece in quest'opera 11 dramma intcriore della cortigiana redenta è consegnato al famoso intermezzo strumentale della Méditation di Thais, per violino solo Cottimo Camillo Orasso), ma poi il personaggio-donna è occultato da quell'ingombrante frataccio, arrapato e robusto come un artigliere, e lei si esaurisce nelle delizie d'una vocalità,di meravigliosa naturalezza, quasi mozartiana (Verdi e Wagner, al confronto, erano degli assassini vocali), ma che gira un poco a vuoto. Se ne è giovata con finezza Elcna Mauti Nunziata, superando anche bravamente 1 due terribili acuti finali, unici scogli d'una parte che altrimenti è tutta un invito alla delizia del cantare. Rude e vigoroso Atanaele U baritono Victor Braun, che ha anche 11 fisico del frate-fombeur de femmes. Adeguato alle esigenze d'una parte non di primo plano, come quella del l'è n fu » : ;— plcureo Nicla, il tenore Pietro Ballo, e perfettamente a posto Carlo De Bortoll nel panni austeri del severo Palemone. Tra gli altri interpreti Maria Grazia Plolatto, Giovanna di Rocco e Ambra Vespasianl. Giustamente l'ope ra é stata eseguita In trance se, e anche il coro, istruito da Fulvio Fogllazza, se l'è cavata decorosamente. Nel s e con d'atto viene eseguito un grosso balletto, che Massenet aveva dovuto Inserire di malavoglia per ade* guarsi alle esigenze dell'Opera. Coreografia di Alfonso Catà, prima ballerina Maria Guerrero, con cui rivaleggia una ballerina orientale dalle lunghissime gambe (ma In locandina vengono forniti troppi nomi per potersi fidare a citarne uno), maitre de ballet Mario TruJUIo, corpo di ballo del «Ballet du Nord Regia giusta e scorrevole di Peter Busse, direzione semplicemente meravigliosa, sebbene non appariscente, di Reynald Glovaninettl: una misura callbratlssima della dinamica, forse non c'è mal un «fortissimo», salvo un palo di frasi del tromboni nell'uragano del terz'atto che simboleggia la tempesta dei sensi. Un'opera come questa potrebbe riuscire ridicola fino a sbellicarsi dalle risa, con un'esecuzione che non trovi 11 tono giusto. Con la finezza di Glovaninettl, anche 1 più Irriverenti Uberi pensatori devono accettarla. Scene dell'Opera di Roma, anonime ma si dice che siano di Samaritani. Buone nei primi due atti, non per il terzo, dove 11 deserto è fatto di dune cosi bianche che par d'essere al Sestriere, e stranamente sul fondo si erge, per un vezzo di saccenteria, allusiva, l'architettura ottocentesca di Palals Garnler, cioè dell'Opera di Parigi. Successo, naturalmente, come volevasl dimostrare. Massimo Mila Elena Mauti Nunziata è Thais, un personaggio che si esaurisce nelle delizie d'una vocali!» di meravigliosa naturalezza, La Mauti e il baritono Victor Braun, un rude e vigoroso Atanaele

Luoghi citati: Parigi, Roma, Sestriere, Torino