La «Ostpolitik» della Santa Sede è arrivata alle porte della Cina di Marco Tosatti

La «Ostpolitik» della Santa Sede è arrivata alle porte della Cina Da Varsavia a Pechino monsignor Poggi tesse la tela della normalizzazione La «Ostpolitik» della Santa Sede è arrivata alle porte della Cina CITTA" DEL VATICANO — L'Ostpolitik vaticana si sviluppa lenta e maestosa offrendo di tanto In tanto qualche squarcio diplomatico. Dopo anni di lavoro apparentemente sterile, sembra che stia per aprirsi un'era fruttuosa: ne sono una prova 1 segnali che giungono alla Santa Sede da vari punti dell'universo co-, munlsta: la Cecoslovacchia,1 la Polonia, e la Cina; mentre' il cambio della guardia al, Cremlino ha probabilmente provocato un temporaneo congelamento dell'Iniziativa politica: forse in attesa che il successore di Andropov imposti 1 rapporti con la Chiesa cattolica. Il «tessitore» di questo ordito è monsignor Luigi Poggi, nunzio apostolico con incarichi speciali, ambasciatore Itinerante del Papa nei Paesi dell'Est europeo. E proprio monsignor Poggi, prima di Natale, ha compiuto un lungo viaggio su rotte diverse da quelle che percorre abitualmente, giungendo fino ad Hong Kong, la porta della Cina continentale. La Santa Sede non ha un collegamento diretto con Pechino. CI sono stati In quell'occasione contatti di qualche tipo? Non è azzardato pensarlo: rientrerebbero nel «progetto» a lunga scadenza che la Chiesa ha Impostato per regolare 1 rapporti con la terza potenza mondiale. La Cina, con il suo miliardo e oltre di abitanti, è un obiettivo .ambito per gli sforzi pastorali della Chiesa; e tanto più di questo Pontefice, che sente in maniera particolare l'ansia di evangelizzare. Cosi 1' segnali e le «aperture» verso' Pechino si moltipllcano, anche se non apptfre Imminente uno sbocco diplomatico a quest'offensiva di amicizia. , Alla Chiesa cattolica «patriottica» cinese, con vescovi non riconosciuti dalla Santa Sede, si affianca una Chiesa cattolica nasce ita, che é rimasta fedele a orna. Nel momento In cui Pechino e la Santa Sede «arrivassero a un accordo, tutti questi problemi sarebbero risolti. Ma alla stretta di mano che da entrambi le parti si desidera sic pure con intensità divero.0 1 da ostacolo la presenza di Taiwan. La Santa Sede ha rapporti diplomatici con la Cina nazionalista, e Pechino pone come" pregiudiziale a ogni dialogo 11 riconoscimento esclusivo della Repubblica Popolare. E allora? Ci si affida al tempo: -Se la pazienza dei cinesi è infinita, quella di Casaroli è eterna», e una battuta ormai classica alia Segreteria di Stato, E ci si affida al gesti reciproci, ai piccoli passi di avvicinamento. Ventun vescovi che avevano la loro sede In Cina, e sono stati espulsi dopo la rivoluzione, hanno dato le dimissioni, su richiesta del card. Rossi, di Propaganda Fide, l'anno scorso. Là notizia è emersa, solo in questi giorni. Sono tutti molto anziani, ma il valore formale del gesto è Importante, ed è stato apprezzato dietro la cortina di bambù cosi come è stato apprezzato 11 discorso del Papa, il 29 febbraio scorso, a sette vescovi di Taiwan: -A voi è affidato il compito di essere una Chiesa pon¬ te verso i vostri compatrioti del continente In tutto il discorso Giovanni Paolo II ha sempre insistito sul concetto dell'unicità della nazione cinese, sorvolando sulle divisioni politiche. Queste parole sono state accolte con favore dall'associazione del cattolici patriottici, che in passato si è dimostrata spesso molto polemica verso 11 Vaticano. E insieme con questa notizia ne è giunta un'altra: 1 dirigenti municipali di Shanghai hanno deciso di restituire al culto cattolico un certo numero di chiese. Piccole cose, ma come ha scritto André Dupli*-, per valutare l'Ostpolitik non bisogna dimenticare che la Santa Sede ha una 'misura del tempo diversa da quella delle cancellerie occidentali». La Cina è 11 bersaglio più appariscente, il sogno della diplomazia d'Oltretevere; ma la politica all'Est casaroliana, rinforzata dal Papa slavo, non trascura obiettivi più vicini. Come 11 ristabilimento di relazioni diplomatiche con la Polonia. Sarebbe 11 primo governo socialista (a parte Cuba) ad avere pieni rapporti diplomatici con 11 Portone di Bronzo. Ed è Interessante notare che forse l'unico caso, In tempi moderni, di una rottura di rapporti diplomatici voluta dalla Santa Sede riguardò un governo polacco: ma non Varsavia, bensì quello In esilio a Londra, negli Anni 50. E' presto per parlare di inversione di marcia nel rapporti reciproci: mail fatto che si torni a dialogare alimenta speranze in Vaticano. Marco Tosatti

Persone citate: Andropov, André, Bronzo, Casaroli, Giovanni Paolo Ii, Luigi Poggi, Rossi