Gobbi, leggenda della lirica di Giorgio Pestelli

Gobbi, leggenda della lirica LA SCOMPARSA DEL BARÌTONO (71 ANN.) CELEBRE PER LA SUft DUTTILITÀ» ESPRESSIVA Gobbi, leggenda della lirica Con Tito Gobbi scompare, a 71 anni, un altro nome leg-' Bendarlo del teatro musicale, uno di quel cantanti-attori sempre più rari per cui cantare e recitare non voleva dire eseguire una pagina di musica ma diventare, essere un personaggio; nell'effimera vita del palcoscenico, per la durata di uno spettacolo, Tito Gobbi non era più un baritono che lavorava ma era, senza residui, Falstaff, Figaro, Scarpla, Don Giovanni o Rigoletto. Nato a Bassano del Grappa da una agiata famiglia, dopo aver studiato legge all'Università di Padova, si era risolto per la musica e 11 canto, mettendosi alla severa scuola i[ di Giulio Climi, tenore amico di Caruso che Insegnava privatamente a Roma. Entrò in carriera senza colpi scii sazlonali, dopo aver vinto un concorso di canto a Vienna; Roma fu per alcuni anni 11 terreno del suol primi successi, cantando fra l'altro in Arabella di Strauss nel 1042 e, nello stesso anno, nella storica prima Italiana del Wozzeck di Alban Berg (uno del pochi gesti d'indipendenza di Roma fascista rispetto alla Germania nazista, da cui Berg era bandito). Cantò ancora Wozzeck a Napoli a guerra finita (direttore Bohm) e ancora alla Scala nel 1952: una delle serate piti nere nella storia teatrale italiana moderna, quando Mltropoulos dovette Interrompere lo spettacolo per richiedere, dal podio, al pubblico schiamazzante, un po' di rispetto per un'opera che era in repertorio in tutti 1 teatri del mondo. I nomi di Strauss e Berg, nella costellazione di un artista esaltato soprattutto nel repertorio italiano, testimoniano subito della sua versatilità stilistica, linguistica e musicale. All'Inizio degli Anni Cinquanta la sua carriera diven¬ ta Internazionale e 11 suo nome comincia ad apparire con regolare assiduita nelle capitali dello spettacolo. Nell'estate del 1950 è a Salisburgo, protagonista nel Don Giovanni di Mozart diretto da Furtwangler; converrà ricordare il cast di quelle recite per misurare a quale olimpo fosse ormai assunto il baritono veneto: Erlch Kunz era Leporello, Joseph Oreindl 11 Commendatore, la Schwarzkopf Donna Elvira, la Seefrled Zerllna, Anton Dermota era Masetto. A Salisburgo doveva tornare protagonista in altre due grandi occasioni, nel 1957 (dopo la Scala) come Falstaff nello spettacolo diretto da Herbert von Karajan e nel 1961 con Oavazzenl In Simone Beccanegra, ruolo difficile e problematico che proprio per ciò lo aveva stimolato ad un lungo lavoro di preparazione e approfondimento. D'altra parte, questo aspetto della maturazione stilistica, della meditazione preliminare era caratteristico di tu tto U suo rapporto con il palco¬ scenico, La sua voce non spiccava per volume e potenza, ma per qualità espressiva (mia un'esigua voce ha tratto impensate sonorità' ha scritto di lui Giacomo Lauri Volpi) e anche la sua proverbiale cura del trucco, meticolosamente preciso, rientra in un interesse profondo per 11 carattere e il personaggio; cosi come la sua passione per la pittura, la scenografia, la regia completano 11 ritratto di una «cultura» che non alligna con troppa generosità fra 1 cantanti. Il catalogo del suol ruoli.' Impressionante per qualità e varietà, mette in primo piano Verdi, Rossini e Puccini (ul-, tracelebre 11 suo Scarpla in Tosca), ma è facile trovare 11 suo nome anche in «prime, di Mallpiero, Rocca, Ohedlnl. Come per tutti 1 grandi cantanti la vita artistica era finita con molto anticipo su quella biologica (purtroppo, breve anche questa); ma gli ultimi anni sono stati riempiti dall'insegnamento, da corsi di studio in tutto 11 mondo; e nel caso di Gobbi, oltre al dischi, restano anche numerosi film musicali di opere Uriche (In un Elisir d'amore e nel Pagliacci Iniziò la carriera cinematografica Gina Lollobrlgl|da), oggi tutti documenti preziosi della sua presenza scenica. Giorgio Pestelli ' Uno di c[uei cantanti-attori sempre più rari. !Una cultura Iche spaziava anche fuori del campo musicale. Fu un grande Falstaff, Figaro, Scarpia, Don Giovanni, Rigoletto Tito Gobbi aveva una grande passione: la pittura

Luoghi citati: Bassano Del Grappa, Germania, Napoli, Roma, Salisburgo, Vienna