Processo alla rivolta nel carter che vide alleati br e camorristi

 Protesso aliti rivolto nel carter the vide alleati br e tamomsh Nell'ottobre di 4 anni fa due detenuti uccisi a Bad 'e Carros Protesso aliti rivolto nel carter the vide alleati br e tamomsh NOSTRO SERVIZIO NUORO — Malavita organizzata e terrorismo politico, questi gli ingredienti esplosi-' vi del processo che si è aperto ieri mattina a Nuoro per la rivolta del 27 ottobre 1980 nel supercarcere di «Bad 'e Carros., promossa dal brigatisti allo scopo dichiarato di ottenere la chiusura dell'altro supercarcere sardo, quello dell'Asinara, ma utilizzata dalla camorra napoletana per compiere le sue vendette. Sul campo di battaglia devastato dalla furia del rivoltosi giacevano al termine della giornata due vittime: Francesco Zarrllio e Biagio Jaqulnta; il primo massacrato da 50 coltellate, la gola squarciata da una profonda rasoiata e con In bocca un limone, il secondo strangolato con un lenzuolo e la testa ficcata tra le sbarre del cancello. Quella rivolta segnò un'alleanza fra br e camorristi. Mandante di questo duplice omicidio è ritenuto Pasquale Barra, «o' animale», il principale accusatore della Nuova camorra cutollana che ha fatto mandare in carcere Enzo Tortora e oltre 400 camorristi. Barra è presente al processo, sistemato in una gabbia assieme a Salvatore Sanflllppo e Salvatore Maltese, anch'essi accusati dello stesso delitto, e anch'essi, come Barra, «pentiti» che stanno facendo scoprire, in chissà quale intrico di vendette e di gioco al massacro, una parte del misfatti della malavita organizzata. In una seconda gabbia stanno gli al tri camorristi accusati del duplice delitto: Cesare Chitl, noto come 11 «boia delle carceri», Domenico Giglio e Marco Medda, considerato uno del sottocapi dell'organizzazione cutollana. Le altre tre gabbie della corte d'assise sono state destinate ai brigatisti rossi e al detenuti comuni protagonisti della rivòlta. SI incontrano fra 1 nomi più noti del terrorismo: Alberto Franceschini, Giorgio Plantamore, Roberto Ognlbene, Mario Rossi, Giuliano Isa e tanti altri meno nòti. Manca Valerio Moruccl che durante la rivolta assunse il ruolo di portavoce delle richieste del terroristi, richieste che in parte stavano per essere accolte — trasferimento del detenuti in altre carceri, fuorché quello dell'Asinara —, ma che furono immediatamente revocate non appena venne fatta la macabra scoperta del due cadaveri. Assente perché non imputato, ma presente in spirito, don Raffaele Cutolo, 11 cui nome, pur non essendo stato pronunciato, è stato adombrato durante l'esplosivo esordio di uno del pentiti, Salvatore Sanfllippo. Questi ha detto alla corte, presieduta dal dott. Francesco Plttalls, di aver ricevuto in un carcere della penisola minacce per ritrattare da un detenuto che avrebbe parlato per conto dell'avv. Giannino Qulso, difensore di alcuni brigatisti. Sanfllippo ha lasciato intendere, senza farne il nome, che 11 mandante della minacciosa ambasciata sia Raffaele Cutolo. «Non posso fare altre rivelazioni — ha detto l'imputato — perché c'è in corso un'altra istruttoria, ma se volete altre spiegazioni potete chiederle al giudice napoletano Gallo che conduce l'inchiesta sulla camorra». La presenza di Sanfllippo al pretorio ha suscitato la reazione degli ex compagni camorristi che lo hanno coperto di insulti; quanto all'avv. Gulso ha semplicemente risposto che presenterà denuncia per calunnia contro 11 Sanfllippo, di cui è bene —ha precisato — accertare lo stato di salute mentale. •Quanto a me, io rimango in quest'aula a fare il mio dovere perché non ho nulla da rimproverarmU. Antonio Pinna

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