Zucchero e dolcificanti è guerra tra produttori
Zucchero e dolcificanti è guerra tra produttori Una campagna pubblicitaria ha risvegliato ostilità sopite Zucchero e dolcificanti è guerra tra produttori L'associazione dei bieticoltori: «Siamo assediati dai prodotti alternativi» • Il Comitato difesa dei consumatori replica: «Zucchero responsabile di malattie come carie, obesità e diabete» - Pronto uno studio dell'Istituto per l'alimentazione ROMA — Nella tazzina di caffè Incrociano minacciose le flottiglie rivali dei produttori di zucchero e del produttori di dolcificanti alternativi (saccarina, fruttosio) scambiandosi segnali di belligeranza. SI annunciano conferenze-stampa che potrebbero risolvere il dubbio mattutino degli igienisti: caffè amaro, pillola di saccarina o 1 soliti cucchiaini di zucchero? •In Italia si consuma una quantità eccessiva di succherò-, segnala allarmato da Milano il •Comitato difesa consumatori», e chiede che sia ritirata la campagna pubblicitaria promossa dai bieticoltori, con soddifazlone — si presume — dei produttori di dolcificanti alternativi. .Fandonie», ribattono da Bologna all'associazione nazionale bieticoltori, e con parole per nulla zuccherate adombrano oscure manovre. L'eco delle cannonate è arrivato perfino a Roma, dove l'Istituto nazionale per la nutrizione si appresta a rendere noti I risultati di uno studio sulla controversa questione. Chi abbia cominciato, come in ogni guerra, ovviamente è misterioso. Sta di fatto che, attraverso lo studio Testa di Torino, i bieticoltori hanno lanciato una campagna pubblicitaria In grande stile all'insegna dello slogan implicito: «Zucchero fa bene: E' naturale, genuino, fondamentale, assicurano le inserzioni. I motivi di questo sforzo 11 spiega a Bologna Carlo Blasco, dell'associazione nazionale bieticoltori. «Siamo letteralmente assediati dai dolcificanti alternativi: sospira. E racconta che negli ultimi tre-quattro anni la produzione di zucchero è scesa in Italia da 16 milioni e mezzo di quintali a 15,5-18. La crisi dello zucchero, aggiunge, avrebbe origini diverse: vincoli comunitari, costo di produzione, prezzi a suo dire non remunerativi, eccetera. Ma almeno in parte, certo, il decremento va attribuito all'invadenza del dolcificanti alternativi, agevolati da certi Indirizzi della dietetica. -Lo succherò viene presentato quasi come fosse dannoso: gemeBiasco. Ma ecco da Milano muoversi il «Comitato difesa consumatori». Roberto La Pira, responsabile della «sezione alimenti», venerdì scorso ha dichiarato che il messaggio pubblicitario pro-zucchero «contiene afférmazioni palesemente non veritiere e visto¬ samente imprecise sotto il profilo scientifico». Non è vero insomma che zucchero è buono», anzi: «£' tra t principali responsabili di malattie come la carie, il diabete, l'obesità: I bieticoltori sono Impalliditi di rabbia leggendo 11 dispaccio Ansa in cui si informava che a detta del «Comitato difesa consumatori» in Italia si consuma una quantità di zucchero doppia rispetto . alla quantità suggerita dal nutrizionisti. E avevano deciso di contrattaccare: lo faranno a giorni in una conferenzastampa, Metteranno sotto ac- cusa I dolcificanti alternativi? Sulla pericolosità di quel prodotti non ci azzardiamo a dire nulla, anche se abbiamo perplessità sulla loro origine chimica: lascia cadere 11 Blasco, e racconta «en passatitene negli Stati Uniti un'associazione di consumatori ha chiesto accertamenti sul livelli di consumo di un prodotto largamente diffuso pure In Italia. Dirà la sua, In un documento ufficiale, anche l'Istituto nazionale per l'alimentazione. Il dottor Eugenio Clalfa ce ne anticipa 11 contenuto. 'Non esiste — spiega — una quantità raccomandata nel consumo di zucchero, perché dipende da individuo a individuo. Tuttavia gli americani, che avevano il problema di ridurre un consumo prò capite quasi doppio a quello italiano, tempo fa consigliarono un consumo per individuo medio non superiore a 35-38 chilogrammi annui, pari a circa 110 grammi al giorno, il 15% delle calorie consumate: E in Italia? «Siamo al livello più basso dei Paesi occidentali: 82 grammi giornalieri a testa, il 10% delle calorie consumate. Non è un bene né un male, è solo un dato statistico: Guido Rampoldl
Persone citate: Carlo Blasco, Eugenio Clalfa, Roberto La Pira
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