Einaudi, la fine di un'era

Einaudi, la fine di un'era OGGI IL COMMISSARIO PRESENTA IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE Einaudi, la fine di un'era Trattative nella notte - Si parla di cento dipendenti in cassa integrazione - Verrà abbandonata la storica sede di via Biancamano - Giulio Einaudi se ne andrà? TORINO — Per la casa editrice Einaudi è la fine di un'era. Dopo l'arrivo del commissario straordinario, Giuseppe Rossotto, si stanno delineando le strategie del risanamento. Una manovra che con ogni probabilità taglierà fuori l'ex presidente Giulio Einaudi, che con alcune uscite Infelici avrebbe pregiudicato sostanzialmente la possibilità di continuare a collaborare con la casa editrice che ha fondato e guidato per lungo tempo. Cambierà pure la sede, verrà detto addio all'ormai storico Indir' ~x di via Biancamano (dove lavorarono tra l'altro Pavé e Vittorini) per un edificio più adatto alle esigenze della società. Senza stipendi Per molti, poi, sembra giunto il momento di un distacco dall'editrice: proprio ieri sera Rossotto ha sottoposto alle rappresentanze sindacali il suo plano di ridimensionamento del personale: secondo indiscrezioni le trattative, che continuavano ancora a tarda sera, vertevano sulla possibilità di porre In cassa Integrazione (i modi erano In discussione) un centinaio di dipendenti sul 360 che sono occupati Altro punto della trattativa è l'impossibilità di attuare prepensionamenti, infatti mancano 1 fondi per pagare le liquidazioni. Manca anche la liquidità per gli stipendi di gennaio. I soli prepensionamenti permetterebbero un calo occupazionale di 60 unità, altri dipendenti avrebbero manifestato l'intenzione ai lasciare la Einaudi, purché venga loro corrisposta l'indennità dt fine lavoro.- Va detto che da parte sindacale esiste una comprensione di fondo verso 1 motivi che comportano il ricorso alla cassa, nm vengono poste precise pregiudiziall sulle prospettive di ar,ietto societario: si vuole sapere cioè dove al sta andando e quale potrà essere In futuro il ruolo di Giulio Einaudi. Verso l'ex presi ■.ante il sin-, dacato 6 fortemente critico: in particolare, viene messa in rilievo una frase contenuta nella relazione del collegio sindacale acclusa al bilancio 30 settembre '83 in cui si afferma che esiste una «prave situazione debitoria non regolarmente evidenziata.: Sempre nella relazione, l'attivo riportato a bilancio per 14,390 miliardi nominali viene ridotto a lire .effettive, una: sarebbero tratte emesse dalla libreria Einaudi di Milano per una cifra corrispondente, tenendo perù conto che la libreria fattura annualmente circa un miliardo. Nuovi testi Le stesse perdite (25 miliardi circa al 30 settembre, che salirebbero a 28 11 31 dicembre) danno adito a dubbi: nel precedenti bilanci l'Einaudi aveva sempre chiuso formalmente in pareggio. Ci sono poi altre due linee che Rossotto sembra deciso a portare avanti: le coedizioni ed 11 cambio di sede. Come si è detto via Biancamano do-' vrebbe essere abbandonata perché Inadatta e troppo costosa: l'edificio è formato da appartamenti poco pratici per una editrice. Anche nella linea editoriale si volta pagina: Rossotto penserebbe al lancio in contemporanea con editori stranieri di nuovi testi, che permetterebbe di ottenere una maggiore liquidità 81 sta pensando pure al rilancio' dell'editoria per l'Università e la manualistica: esiste già una richiesta di ristampe che potrebbe coprire un arco di tre anni. Una riconversione forse poco prestigiosa, ma che potrebbe riportare 1 bilanci in pareggio. Infine sembra anche che per la vecchia guardia sia giunto il momento di un sia pur parziale ridimensionamento: benché in via Biancamano si faccia notare che Rossotto ha confermato nelle cariche tutta la direzione, bisogna anche rilevare che a personaggi validi e già collaudati ha voluto affiancare alcuni nomi nuovi scelti nell'azienda. Oggi Rossotto, in un Incontro con i giornalisti, dirà quale sarà lì nuovo volto di un'editrice che vuole restare prestigiosa. Paolo Giovane»!

Luoghi citati: Milano, Torino