Manhattan africana tutta d' oro

Manhattan JOHANNESBURG SI PREPARA A CELEBRARE IL SUO PRIMO SECOLO DI VITA Manhattan La vecchia città dei cercatori oggi è una selva di grattacieli protesi verso il Duemila - Sotto, i giacimenti che ne hanno fatto la capitale della ricchezza - Si scava fino a quattromila metri, ma i preziosi filoni si estendono anche a dieci chilometri di profondità -1 minatori: otto ore di lavoro, 35 gradi nelle gallerie, una babele di dialetti - E gli stregoni curano anche 1 bianchi DAL NOSTRO INVIATO JOHANNESBURG — S' una copia di Manhattan in Africa, su un altopiano del Transvaal, a 1800 metri, he fondamenta del suoi gratta- -. cieli affondano nell'oro. C'è quasi una auffa sul modo di celebrare, nel 1986, il suo centenario. E' stata chiamata con vari nomignoli: Joes, Joturg, Città dell'Oro. L'oro è stato la sua origine. L'oro', che circola nelle sue viscere è la linfa che la espande rapidamente, opulenta e frenetica. Neppure cento anni di vita e già un milione e meato di abitanti, due milioni e messo con il * ghetto, nero di Soweto. Un secolo fa questa era terra di antica savana con animali feroci e malaria. Nel morso 1886 un avventuriero australiano di nome George Harrison vi trovò una roccia con tracce d'oro. Non si rese conto che quello era il più ricco giacimento aurifero mal scoperto e vendette la sua concessione per dieci sterline. Poi scomparve dalla storia. Non si sa che fine ha fatto, di lui restano soltanto, in Johannesburg, il George Harrison Park e un bar con il suo nome. La corsa all'oro fu forsennata, per disciplinarla il governo mandò un commissario delle miniere, Jan (o Johannes) Meyer, e da lui ebbe nome la città. Che crebbe rapidissima, un gigante d'oro. Adesso è una selva di grattacieli protesi verso il Duemila. Edifici faraonici e da fantascienza. Una costruzione è come un immenso diamante e le facce sono a specchio, ed è un guaio perché nelle giornate più calde diventano una sorta di specchi solari che surriscaldano gli edifici attorno, in questi scatta il sistema antlcendlo e piove dal soffitto degli uffici e delle camere, bisogna aprire gli ombrelli. Dal cinquantesimo ■ plano del CarUon Centre si vedono tuttintorno alla città piramidi trónche dite fino a duecento metri, brulle e arrossate dal forte sole. Sono le «colline di Johannesburg», montagne di detriti delle miniere d'oro. Sabbia compatta e indurita, la parte più bassa di questa collinette contiene ancora parecchio oro, perché con i primitivi sistemi non si riusciva ad estrarre tutto il prezioso metallo dalla sabbia. A soli dieci minuti dal centro della città si trova la Crown Mine, che è stata la maggior produttrice di oro del mondo. Dal 1886 al 1978 vi sono stati cavati un milione e 400 mila chili d'oro. L'hanno chiusa perché ormai dava soltanto due grammi di oro per tonnellata di roccia. C'è ancora parecchio oro qui sotto, ma a una profondità tale che raggiungerlo non è economico. Adesso la Crown Mine è trasformata in un museo. Si può calarsi nel posso numero 14, con un a scensore che scende a tre metri al secondo fino a 220 me' tri e andare per una galleria che passa sotto Johannesburg. La luce della lampada elettrica strappa bagliori dalle pareti di quarzo. Oro? No, pirite, detta «oro degli sciocchi». Ma può anello accadere di veder brillare un granellino d'oro, e c'è chi spessa il temperino per cercare di cavarlo dalla roccia. La guida spiega, che la profondità media delle miniere è di 2800-3000 metri. Si lavora anche a 4000, ma il filone deve essere molto ricco. Qual è la grandezza del filone? Varia: da quello di una sigaretta ad un diametro di sei metri. La media è di 15 centi-, metri ài diametro. Generalmente occorrono 4 tonnellate di materiale per avere un'oncia (32 grammi) d'oro. Per produrre un'oncia si spendono circa 188 dollari, la quotazione dell'oro sul mercato mondiale sfiora i 400 dollari. Il Sudafrica, dice la guida, cava 670 tonnellate d'oro all'anno, che è'più del 70 per cento della produzione mondiale. «L'oro rende dieci miliardi di rand all'anno» e il rand vale poco meno di 1500 lire. Con l'attuale tecnica di estrazione le miniere daranno oro per altri ottantanni. Ma l geologi affermano die c'è oro fino a dieci chilometri sotto terra, qual- cuno dice quattordici chilometri. . Quanti uomini lavorano in una miniera? Risponde la guida: «Cinquecento, seicento. Bianchi 1 tecnici, quasi tutti negri 1 minatori. Vengono anche dall'estero: dallo Zambia e dal Mozambico». Non sanno l'inglese né lìifrikaan e neppure lo zulù. Parlano cinquantadue dialetti tribali, una babele. Sicché devono imparare quella strana lingua comune' che è il fana kalo (in zulù significa: fai così), un esperanto della miniera. Vengono con un contratto di...nove.mesi; .300 rand mensili, vitto e alloggio. «Non spendono quasi nulla. Quando tornano a casa hanno risparmiato abbastanza per comperarsi una moglie». Bene, ma quanto costa una moglie? «Dipende dal ceto, dall'età, dalla bellezza, se è Illibata o no». Tornano a casa, qualcuno un po' sordo per il fragore dei martelli pneumatici e per gli scoppi delle mine, altri con l'ulcera perché è angosciante vivere lontano dal villaggio, tanto verde, la nostalgia non dà pace, poi c'è che ogni volta che. si scende sottoterra si devono vincere antiche superstizioni e tabù. Dura è là giornata del minatore. Otto ore di un lavoro che vuole quattromila calorie quotidiane. Ai 35 gradi di calore delle gallerie più profonde si resiste non più di un'ora, poi si sale a lavorare ai livelli superiori. Il pericolo più temuto è l'acqua: in miniera muoiono più annegati che asfissiati o bruciati eppure per crolli. Comunque queste sciagure erano più frequenti nel passato, ora sono eccezionali per le migliorate misure di sicurezza. Finito il turno c'è il momento che chiamano «Io schiac- ciò», perché tutti si accalcano al posso dell'ascensore. il vero oro del minatore è la luce del giorno quando riemerge», dice la guida. La città vede soddisfatta le montagnole crescere, moltiplicarsi fin quasi ad assediarla. Una città costruita dall'oroe che vive d'oro, ogni giorno la ricchezza scaturisce dalle sue viscere. Il più importante monumento è quello dedicato al minatore. Molti nomi di strade (Claim, Quarte, Nugget) e i palassi costruiti dai magnati delle miniere raccontano la sua storia. Il cuore' della città batte in Dlagonal Street, dove sono la Boxs.ajyaloH^e. 'la Camera delle Miniere. Strana città: metropoli sfa- vUlante di futuro cresciuta in un altipiano dell'Africa e attorno, oltre la cintura delle collinette, si estende la savana. Città di banche solenni come cattedrali e anche fatta di una realtà tribale dell'Africa più antica. Proprio davanti aita Borsa vi è una bottega senso insegna, ingombra fino all'inverosimile di pelli d'animali selvatici, di sunne ferine, dt eampe di, struzzo scheletrite, di misteriose radici. Dal soffitto pendono altre pelli, serpenti rinsecchiti, coccodrilletti essiccati. Scansie che traboccano di vasi con polveri di ogni colore, bottiglie con chissà quali liquidi, barattoli con pomate. E' una sorta di supermarket per stregoni. Sono tremila gli stregoni a Soweto. Ve n'è uno In ogni miniera. I minatori accettano il medico a patto che sia accompagnato dallo stregone. Ma non solo i negri: et sono anche bianchi che ricorrono allo stregone, un professionista ammette di essere guarito da una malattia alla pelle grazie a un infuso datogli da uno stregone, dopo che inutilmente era ricorso a medici specialisti. Strana città è Johannesburg, e ricchissima. Quaranta campi da golf privati e due pubblici, 40 mila piscine private e 20 mila campi da tennis. Il centro è per gli affari e dopo le cinque del pomeriggio è deserto. La vita continua nelle villette della periferia con il giardinetto ed è una vita molto formale, apparentemente senza e-, spansioni né slanci. C'è Chi afferma che, nonostante la sua ricchezza e il presso dell'oro Che tende a salire, Johannesburg non è felice; forse perché sorta all'improvviso su una terra senea traccia di civiltà precedenti e cresciuta troppo in fretta, la febbre .delVoro le ha negata"' la spensieratezza dell'infango- ,<■■„•',.> nj« Luciano Curino - I ir**"" Johannesburg. Minatori in una galleria presso la dita: occorrono quattro tonnellate di roccia per ricavare un'oncia d'oro

Persone citate: Crown, Di Vita, George Harrison, George Harrison Park, Luciano Curino, Meyer, Primo Secolo, Soweto

Luoghi citati: Africa, Manhattan, Sudafrica, Zambia