Com'è avventurosa la mia vallata

Dopo tanto esotismo, il trekking scopre il fascino del viaggio a piedi dietro casa Dopo tanto esotismo, il trekking scopre il fascino del viaggio a piedi dietro casa Com'è avventurosa la mìa vallata LA parola «trekking», nello slang del Boeri sudafricani, significa •seguire la traccia lasciata dal carri». Nell'uso anglosassone, definisce l'escursionismo a piedi. Il termine non ha equivalente italiano. Il trekking ha motivazioni diverse da quelle che ^normalmente muovono 1 turisti: Io spirito d'avventura, l'interesse archeologico o etnografico. 11 desiderio di verificare suggestioni ricavate dalle letture. Muoversi dove non sono arrivate strade, attraversare fasce .di territorio vergine, Incontrare lo gente del posto: questo è 11 vero scopo del viaggio. Con 11 trekking si vtve la realtà dt un luogo proprio dove di solito finiscono gli Itinerari consueti del turismo. In Italia si fa del trekking da una ventina d'anni. Il primo a cominciare e stato 11 torinese Beppe Tenti nel primi Anni Settanta, ma non ha molti seguaci: 11 turismo intercontinentale non raggiunge 115 per cento del viaggi (contro 11 25 per cento In Oermanla). Capitato in Hlmalayc per fare dell'alpinismo, trovato¬ venturose. Tenti risponde che oggi questo tipo di turismo e sicuro: la sua organizzazione non lascia nulla al caso. Durante 11 trekktng, tutta l'attrezzatura comune e l'equtpagglamento personale vengono trasportati da muli, portatori slitte o canoe. I partecipanti camminano portando soltanto un piccolo zaino. La marcia è contenuta tra le set e le otto ore ogni giorno e si svolge sempre su buoni sentieri o carovaniere. Esemplari, sotto questo punto di vista e per l'enorme Interesse del percorso, sono 1 trekking di tre settimane al confini de) Tibet, con l'attraversamento delle vallate nepalesi di Marsyangdy e Kallnandakl. dotte quali si possono guardare da vicino due famosi •ottomila»: Douloghtrl e Annopurno. Oppure ta spedizione In Bhutan, uno del •regni proibiti» dell'Hlmoloyo, che si sto cautamente aprendo o questo turismo. Mo come si prepara e si realizzo un trekking? Tenti fa un esemplo: «Nel '72 esce Il libro "La fine degli Ineas". di J. Hemmlng. che raccon¬ ta la storta degli lndlos fino alla conquista. VI si porlo anche dello scoperto dell'antico città di Vllcabamba (Esplritu Pompo) do parte dell'esploratore Oene 8avoy. nel 1964. Cosi mi viene l'Idea di rifare questo viaggio. • Sulla scorta delle notizie del libro, parto per 11 Perù e, dopo una visita da turista, vado a Lucuna, un paesino sulle Ande Indicato da Hemmlng come residenza delle guide di Oene Sovoy, I fratelli Ardlles. LI troviamo, Infatti, e ci accordiamo perché ci portino a Vilcabamba. Otto spedizioni prima di noi non avevano trovalo la città: la foresta avevo coperto 11 sentiero. Riusciamo a riaprirlo e do alloro ogni anno tre gruppi di persone possono rivivere quello straordinaria avventura». Un trekking può nascere anche do curiosità etnografiche. Per esempio, gli eschimesi. «Da Montreal, nel 1971. cercai di sapere come Incontrare eschimesi che vivessero ancora di coccio e pesco. Cosi un giorno arrivo! nella bota di Ungeva, a Fort Chimo, e vidi che si poteva andare anche più avanti, spostandosi con slit¬ te trainate do coni do un villaggio all'altro per un percorso di 500-800 chilometri. Un'esperienza eccezionale che oggi si può rifare in comitiva». A partire dallo fine degli Anni Settanta, però, 11 turismo di trekking si e molto Industrializzato, e spesso viene fatto da gente estraneo al vero spirito di avventura. I luoghi In cui trovare la natura Incontaminata sono rimasti ormai pochissimi. Strade, aeroporti, turisti e sfruttamento del paesaggio hanno quasi coperto tutto 11 pianeta. Secondo Tenti, pioniere Italiano del trekking, il futuro è nello formulo: torniamo In Italia. Un programma tutto italiano di trekking può apparire «déja-vu» agli italiani ma per gli stranieri comminare in tifila olla ricerco delle bellezze naturali e delle memorie del passato è appassionante. Oltre oceano 1 programmi di Tenti vanno a ruba. Parco d'Abruzzo. Volle d'Aosta. Dello del Po possono essere per il trekking le zone più misteriose ed esotiche del mondo. si nel medioevo profondo di quelle regioni, Tenti si incuriosi. E per prima cosa volte sapere che cosa fosse successo delle grandi migrazioni transhlmalayane. che 20 mila anni fa portarono quelle popolazioni al continente americano, attraverso l'Asia, la Manciuria e lo Stretto di Bering. Da questa migrazione derivarono gli eschimesi del Nord Canada, 1 ceppi pellerossa del Centramerlco, le tribù caribe fino agli ultimi fuegini prima dell'arrivo degli europei. Dice Tenti: •Conoscevo un anello di congiunzione fra queste culture: 11 coltello transhlmalayane che ripete la sua caratteristica formo a mezzaluna nel "turni" sacrificale azteco e nell' "ulu" eschimese. Sarebbe stato bello portare la gente lungo questi antichi percorsi». In realtà un trekking del genere attraverso l'Asia e le Americhe e impensabile, ma alcuni tratti si possono percorrere. Dietro a ogni trekking c'è un libro, un racconto. Per questo gli Itinerari sono Inconsueti. Ed e perciò logico interrogarsi sul rischi e le fatiche di Imprese cosi av¬ Paolo Brunatl Dopo tanto esotismo, il trekking scopre il fascino del viaggio a piedi dietro casa Dopo tanto esotismo, il trekking scopre il fascino del viaggio a piedi dietro casa Com'è avventurosa la mìa vallata LA parola «trekking», nello slang del Boeri sudafricani, significa •seguire la traccia lasciata dal carri». Nell'uso anglosassone, definisce l'escursionismo a piedi. Il termine non ha equivalente italiano. Il trekking ha motivazioni diverse da quelle che ^normalmente muovono 1 turisti: Io spirito d'avventura, l'interesse archeologico o etnografico. 11 desiderio di verificare suggestioni ricavate dalle letture. Muoversi dove non sono arrivate strade, attraversare fasce .di territorio vergine, Incontrare lo gente del posto: questo è 11 vero scopo del viaggio. Con 11 trekking si vtve la realtà dt un luogo proprio dove di solito finiscono gli Itinerari consueti del turismo. In Italia si fa del trekking da una ventina d'anni. Il primo a cominciare e stato 11 torinese Beppe Tenti nel primi Anni Settanta, ma non ha molti seguaci: 11 turismo intercontinentale non raggiunge 115 per cento del viaggi (contro 11 25 per cento In Oermanla). Capitato in Hlmalayc per fare dell'alpinismo, trovato¬ venturose. Tenti risponde che oggi questo tipo di turismo e sicuro: la sua organizzazione non lascia nulla al caso. Durante 11 trekktng, tutta l'attrezzatura comune e l'equtpagglamento personale vengono trasportati da muli, portatori slitte o canoe. I partecipanti camminano portando soltanto un piccolo zaino. La marcia è contenuta tra le set e le otto ore ogni giorno e si svolge sempre su buoni sentieri o carovaniere. Esemplari, sotto questo punto di vista e per l'enorme Interesse del percorso, sono 1 trekking di tre settimane al confini de) Tibet, con l'attraversamento delle vallate nepalesi di Marsyangdy e Kallnandakl. dotte quali si possono guardare da vicino due famosi •ottomila»: Douloghtrl e Annopurno. Oppure ta spedizione In Bhutan, uno del •regni proibiti» dell'Hlmoloyo, che si sto cautamente aprendo o questo turismo. Mo come si prepara e si realizzo un trekking? Tenti fa un esemplo: «Nel '72 esce Il libro "La fine degli Ineas". di J. Hemmlng. che raccon¬ ta la storta degli lndlos fino alla conquista. VI si porlo anche dello scoperto dell'antico città di Vllcabamba (Esplritu Pompo) do parte dell'esploratore Oene 8avoy. nel 1964. Cosi mi viene l'Idea di rifare questo viaggio. • Sulla scorta delle notizie del libro, parto per 11 Perù e, dopo una visita da turista, vado a Lucuna, un paesino sulle Ande Indicato da Hemmlng come residenza delle guide di Oene Sovoy, I fratelli Ardlles. LI troviamo, Infatti, e ci accordiamo perché ci portino a Vilcabamba. Otto spedizioni prima di noi non avevano trovalo la città: la foresta avevo coperto 11 sentiero. Riusciamo a riaprirlo e do alloro ogni anno tre gruppi di persone possono rivivere quello straordinaria avventura». Un trekking può nascere anche do curiosità etnografiche. Per esempio, gli eschimesi. «Da Montreal, nel 1971. cercai di sapere come Incontrare eschimesi che vivessero ancora di coccio e pesco. Cosi un giorno arrivo! nella bota di Ungeva, a Fort Chimo, e vidi che si poteva andare anche più avanti, spostandosi con slit¬ te trainate do coni do un villaggio all'altro per un percorso di 500-800 chilometri. Un'esperienza eccezionale che oggi si può rifare in comitiva». A partire dallo fine degli Anni Settanta, però, 11 turismo di trekking si e molto Industrializzato, e spesso viene fatto da gente estraneo al vero spirito di avventura. I luoghi In cui trovare la natura Incontaminata sono rimasti ormai pochissimi. Strade, aeroporti, turisti e sfruttamento del paesaggio hanno quasi coperto tutto 11 pianeta. Secondo Tenti, pioniere Italiano del trekking, il futuro è nello formulo: torniamo In Italia. Un programma tutto italiano di trekking può apparire «déja-vu» agli italiani ma per gli stranieri comminare in tifila olla ricerco delle bellezze naturali e delle memorie del passato è appassionante. Oltre oceano 1 programmi di Tenti vanno a ruba. Parco d'Abruzzo. Volle d'Aosta. Dello del Po possono essere per il trekking le zone più misteriose ed esotiche del mondo. si nel medioevo profondo di quelle regioni, Tenti si incuriosi. E per prima cosa volte sapere che cosa fosse successo delle grandi migrazioni transhlmalayane. che 20 mila anni fa portarono quelle popolazioni al continente americano, attraverso l'Asia, la Manciuria e lo Stretto di Bering. Da questa migrazione derivarono gli eschimesi del Nord Canada, 1 ceppi pellerossa del Centramerlco, le tribù caribe fino agli ultimi fuegini prima dell'arrivo degli europei. Dice Tenti: •Conoscevo un anello di congiunzione fra queste culture: 11 coltello transhlmalayane che ripete la sua caratteristica formo a mezzaluna nel "turni" sacrificale azteco e nell' "ulu" eschimese. Sarebbe stato bello portare la gente lungo questi antichi percorsi». In realtà un trekking del genere attraverso l'Asia e le Americhe e impensabile, ma alcuni tratti si possono percorrere. Dietro a ogni trekking c'è un libro, un racconto. Per questo gli Itinerari sono Inconsueti. Ed e perciò logico interrogarsi sul rischi e le fatiche di Imprese cosi av¬ Paolo Brunatl Dopo tanto esotismo, il trekking scopre il fascino del viaggio a piedi dietro casa Dopo tanto esotismo, il trekking scopre il fascino del viaggio a piedi dietro casa Com'è avventurosa la mìa vallata LA parola «trekking», nello slang del Boeri sudafricani, significa •seguire la traccia lasciata dal carri». Nell'uso anglosassone, definisce l'escursionismo a piedi. Il termine non ha equivalente italiano. Il trekking ha motivazioni diverse da quelle che ^normalmente muovono 1 turisti: Io spirito d'avventura, l'interesse archeologico o etnografico. 11 desiderio di verificare suggestioni ricavate dalle letture. Muoversi dove non sono arrivate strade, attraversare fasce .di territorio vergine, Incontrare lo gente del posto: questo è 11 vero scopo del viaggio. Con 11 trekking si vtve la realtà dt un luogo proprio dove di solito finiscono gli Itinerari consueti del turismo. In Italia si fa del trekking da una ventina d'anni. Il primo a cominciare e stato 11 torinese Beppe Tenti nel primi Anni Settanta, ma non ha molti seguaci: 11 turismo intercontinentale non raggiunge 115 per cento del viaggi (contro 11 25 per cento In Oermanla). Capitato in Hlmalayc per fare dell'alpinismo, trovato¬ venturose. Tenti risponde che oggi questo tipo di turismo e sicuro: la sua organizzazione non lascia nulla al caso. Durante 11 trekktng, tutta l'attrezzatura comune e l'equtpagglamento personale vengono trasportati da muli, portatori slitte o canoe. I partecipanti camminano portando soltanto un piccolo zaino. La marcia è contenuta tra le set e le otto ore ogni giorno e si svolge sempre su buoni sentieri o carovaniere. Esemplari, sotto questo punto di vista e per l'enorme Interesse del percorso, sono 1 trekking di tre settimane al confini de) Tibet, con l'attraversamento delle vallate nepalesi di Marsyangdy e Kallnandakl. dotte quali si possono guardare da vicino due famosi •ottomila»: Douloghtrl e Annopurno. Oppure ta spedizione In Bhutan, uno del •regni proibiti» dell'Hlmoloyo, che si sto cautamente aprendo o questo turismo. Mo come si prepara e si realizzo un trekking? Tenti fa un esemplo: «Nel '72 esce Il libro "La fine degli Ineas". di J. Hemmlng. che raccon¬ ta la storta degli lndlos fino alla conquista. VI si porlo anche dello scoperto dell'antico città di Vllcabamba (Esplritu Pompo) do parte dell'esploratore Oene 8avoy. nel 1964. Cosi mi viene l'Idea di rifare questo viaggio. • Sulla scorta delle notizie del libro, parto per 11 Perù e, dopo una visita da turista, vado a Lucuna, un paesino sulle Ande Indicato da Hemmlng come residenza delle guide di Oene Sovoy, I fratelli Ardlles. LI troviamo, Infatti, e ci accordiamo perché ci portino a Vilcabamba. Otto spedizioni prima di noi non avevano trovalo la città: la foresta avevo coperto 11 sentiero. Riusciamo a riaprirlo e do alloro ogni anno tre gruppi di persone possono rivivere quello straordinaria avventura». Un trekking può nascere anche do curiosità etnografiche. Per esempio, gli eschimesi. «Da Montreal, nel 1971. cercai di sapere come Incontrare eschimesi che vivessero ancora di coccio e pesco. Cosi un giorno arrivo! nella bota di Ungeva, a Fort Chimo, e vidi che si poteva andare anche più avanti, spostandosi con slit¬ te trainate do coni do un villaggio all'altro per un percorso di 500-800 chilometri. Un'esperienza eccezionale che oggi si può rifare in comitiva». A partire dallo fine degli Anni Settanta, però, 11 turismo di trekking si e molto Industrializzato, e spesso viene fatto da gente estraneo al vero spirito di avventura. I luoghi In cui trovare la natura Incontaminata sono rimasti ormai pochissimi. Strade, aeroporti, turisti e sfruttamento del paesaggio hanno quasi coperto tutto 11 pianeta. Secondo Tenti, pioniere Italiano del trekking, il futuro è nello formulo: torniamo In Italia. Un programma tutto italiano di trekking può apparire «déja-vu» agli italiani ma per gli stranieri comminare in tifila olla ricerco delle bellezze naturali e delle memorie del passato è appassionante. Oltre oceano 1 programmi di Tenti vanno a ruba. Parco d'Abruzzo. Volle d'Aosta. Dello del Po possono essere per il trekking le zone più misteriose ed esotiche del mondo. si nel medioevo profondo di quelle regioni, Tenti si incuriosi. E per prima cosa volte sapere che cosa fosse successo delle grandi migrazioni transhlmalayane. che 20 mila anni fa portarono quelle popolazioni al continente americano, attraverso l'Asia, la Manciuria e lo Stretto di Bering. Da questa migrazione derivarono gli eschimesi del Nord Canada, 1 ceppi pellerossa del Centramerlco, le tribù caribe fino agli ultimi fuegini prima dell'arrivo degli europei. Dice Tenti: •Conoscevo un anello di congiunzione fra queste culture: 11 coltello transhlmalayane che ripete la sua caratteristica formo a mezzaluna nel "turni" sacrificale azteco e nell' "ulu" eschimese. Sarebbe stato bello portare la gente lungo questi antichi percorsi». In realtà un trekking del genere attraverso l'Asia e le Americhe e impensabile, ma alcuni tratti si possono percorrere. Dietro a ogni trekking c'è un libro, un racconto. Per questo gli Itinerari sono Inconsueti. Ed e perciò logico interrogarsi sul rischi e le fatiche di Imprese cosi av¬ Paolo Brunatl

Persone citate: Beppe Tenti, Boeri, Durante, Paolo Brunatl, Tenti