Un mistero tra l'occhio e la lettura

Un mistero tra l'occhio e la lettura Un mistero tra l'occhio e la lettura TANTI anni la. negli .scantinali modestamente labirintici del vecchio Istituto di Fisica di Genova, viveva una macchina strana. Nel mio ricordo, adesco, la reimmagi110 come un arcaico pterodattiio elettro-meccanico: circuiti massicci, ruollsmi ali.limali Ma allora, nella breve stagione in cui io vi lui -asservito' ris|>lendeva di tulle le inossidabili seduzioni della fantascienza. I suoi creatori. Gamba e Palmieri, la battezzarono P.A.I'.A Una sigla mezzo goliardica mezzo tecnologica che diceva, più o meno, ehi' si trattava di un Perevllronc Probabilistico: una macchina che riconosceva immagini. Il mio lavoro consisteva nel disegnare centinaia di A su piccoli cartoncini quadrati e talli vedere alla macchina', LI ponevo davanti a un occhio composto da un piccolo numero di elementi lotoscnsibili. Erano luto-diodi? Forse kL Questi clementi venivano eccitai! se su di èssi cadeva una piccola por/ione della lellcra. La A veniva quindi 11.aioli.1 in correnti elettriche che venivano convogliate a una sorta di unita di apprendimento e riconoscimento che procedeva alla codlllcazione della Immagine. Quindi una memo- AlVorìzzonte una rivoluzione tipografica che scavalca anche la tecnica basata sul laser e mette in luce i meccanismi delia percezione visiva ria accoglieva l'informazione relativa e la custodiva. Alla mai 1 luna venivano latle vedere molte lettere, tante A. tante B. tónte C e cosi via. Veniva, insomma, allabelizzala. Quindi veniva proposta una B. per esemplo, e veniva chiesto di che lettera si trattasse. Ia macchina rispondeva con una scala decrescente di probabilità. Per esempio, secondo la macchina si era trattato di una lettera che avevo il 29 |ier cento di probabilità di essere una B. il 12 per cento di essere una R e via discendendo sino a un i pot ci a o 0.3 per cento di essere una W. La macchina aveva -appreso- a riconoscere la B su di un livello probabilistico Il PAPA, venne usato per una molteplicità di scopi: riconoscimento di Immagini meteorologiche, clas.-itic a/ione di profili di moli-cole sino a commoventi iemali vi di riconoscimento di stili musicali. Adesso del P.A.P.A. resta solo una carcassa smembrata, con I suol ■ mi errati giocano I bambini. 1 suoi creatori lorse fanno altre cose. L'era dei Percettroni e tramontala. Ma. nello studiare una serie di articoli di un gruppo di lavoro olandese diretto da Bnuma e rhe si Interessa al riconoscimento delle lettere da parte degli uomini, mi è tornala in mente quella >• lei... perché i livelli di riconoscimento (e di contusione) tra lette, o per noi e per quel vecchio P.A.P.A. sono molto prossimi. Homi. 1 ha --Li:'.posto a studio analitico e preciso la probabilità del riconoscimento di una lettera risiici lo alle altre. A un osservatore viene presentata su di uno schermo una lettera |ier un temi» breve (mlerlore al decimo di secondo) e quindi vengono mostrate tre lettere. In questa tripletta può o no essere compresa la lettera pi.cedentemente proposta. Si tratta di costruire una sorta di matrice di riconoscimento per tutte le lettere del nostro alfabeto. O meglio tutte le lettere finiscono per raggrupparsi in solto-|>opolazioni. In •Isole- separate da un • mare- di bassa probabilità tiva distribuiti secondo la 111 miiiM ibilu,'. delle lettere slesse le cui caraneristiche strutturali, grafiche, non permettono di distribuirle in una sorta di continuum IK-rcetllvo. Tra una lettera e l'altra, intatti, le differenze grafiche sono mollo grandi e non st esauriscono nelle dimensioni metriche ma interessano la loro intrinseca natura: la loro toliologia. Di questo dovevano essersi bene accorti i monaci cui dobbiamo la conoscenza di tutta la letteratura antica a cui veniva insegnato il 'ductus.. ossia 1 percorso che la mano doveva seguire nel tracciare la lettera sulla pagina del codici. Sono proprie le avventure della mano sul foglio, il suo sollevarsi, il ripassare per un punto già percorso, il concludersi di un tratto, il chiudersi di un anello che rivelano la natura prolonda«Iella lettera: Il suo farsi. La scmpiic.. traduzione di esse nel linguaggio della «orima ordinata di fotodiodi non poteva render conto del percorso dinamico preposto alla forma della lettera. E' Invece proprio il processo del tracciare la lettera che la riporta alle Ruggero Plerantonl di confusione. Per esempio le lettere del gruppo: e. c. a. o. s. appartengono ad un' isola, un'altra da essa piuttosto lontana è composta da altre lettere tra loro altrateila'' da un'altra caratteristica comune: t. 1. d. i. Un'altra isola dell'arcipelago sarà quella popolata dalle lettere: g. p. q. E cosi via. La distanza che separa Ira loro le 'isole- è Inversamente proporzionale alla probabilità di confondere una lettera con un'altra. Tra due Isole vicine quindi esiste una'alta passibilità di equivocare, isole tra loro lontane invece assicurano che le reciproche popolazioni non siano tra loro Interscambiabili. Anche il P.A.P.A. lavorava su questo principio generale- nella sua memoria associata all'unità di lettura e codifteazione si venivano a generare delle mappe di probabilità su cui veniva .proiettata' l'incognita lettera di tesi. Anche per 11 percettrone eslstevavar.o possibilità di errore, ossia una lettera veniva presa per un'altra. Ma questi .errori- erano in defini¬ (Continua a pagina II In prima colonna) , Un mistero tra l'occhio e la lettura Un mistero tra l'occhio e la lettura TANTI anni la. negli .scantinali modestamente labirintici del vecchio Istituto di Fisica di Genova, viveva una macchina strana. Nel mio ricordo, adesco, la reimmagi110 come un arcaico pterodattiio elettro-meccanico: circuiti massicci, ruollsmi ali.limali Ma allora, nella breve stagione in cui io vi lui -asservito' ris|>lendeva di tulle le inossidabili seduzioni della fantascienza. I suoi creatori. Gamba e Palmieri, la battezzarono P.A.I'.A Una sigla mezzo goliardica mezzo tecnologica che diceva, più o meno, ehi' si trattava di un Perevllronc Probabilistico: una macchina che riconosceva immagini. Il mio lavoro consisteva nel disegnare centinaia di A su piccoli cartoncini quadrati e talli vedere alla macchina', LI ponevo davanti a un occhio composto da un piccolo numero di elementi lotoscnsibili. Erano luto-diodi? Forse kL Questi clementi venivano eccitai! se su di èssi cadeva una piccola por/ione della lellcra. La A veniva quindi 11.aioli.1 in correnti elettriche che venivano convogliate a una sorta di unita di apprendimento e riconoscimento che procedeva alla codlllcazione della Immagine. Quindi una memo- AlVorìzzonte una rivoluzione tipografica che scavalca anche la tecnica basata sul laser e mette in luce i meccanismi delia percezione visiva ria accoglieva l'informazione relativa e la custodiva. Alla mai 1 luna venivano latle vedere molte lettere, tante A. tante B. tónte C e cosi via. Veniva, insomma, allabelizzala. Quindi veniva proposta una B. per esemplo, e veniva chiesto di che lettera si trattasse. Ia macchina rispondeva con una scala decrescente di probabilità. Per esempio, secondo la macchina si era trattato di una lettera che avevo il 29 |ier cento di probabilità di essere una B. il 12 per cento di essere una R e via discendendo sino a un i pot ci a o 0.3 per cento di essere una W. La macchina aveva -appreso- a riconoscere la B su di un livello probabilistico Il PAPA, venne usato per una molteplicità di scopi: riconoscimento di Immagini meteorologiche, clas.-itic a/ione di profili di moli-cole sino a commoventi iemali vi di riconoscimento di stili musicali. Adesso del P.A.P.A. resta solo una carcassa smembrata, con I suol ■ mi errati giocano I bambini. 1 suoi creatori lorse fanno altre cose. L'era dei Percettroni e tramontala. Ma. nello studiare una serie di articoli di un gruppo di lavoro olandese diretto da Bnuma e rhe si Interessa al riconoscimento delle lettere da parte degli uomini, mi è tornala in mente quella >• lei... perché i livelli di riconoscimento (e di contusione) tra lette, o per noi e per quel vecchio P.A.P.A. sono molto prossimi. Homi. 1 ha --Li:'.posto a studio analitico e preciso la probabilità del riconoscimento di una lettera risiici lo alle altre. A un osservatore viene presentata su di uno schermo una lettera |ier un temi» breve (mlerlore al decimo di secondo) e quindi vengono mostrate tre lettere. In questa tripletta può o no essere compresa la lettera pi.cedentemente proposta. Si tratta di costruire una sorta di matrice di riconoscimento per tutte le lettere del nostro alfabeto. O meglio tutte le lettere finiscono per raggrupparsi in solto-|>opolazioni. In •Isole- separate da un • mare- di bassa probabilità tiva distribuiti secondo la 111 miiiM ibilu,'. delle lettere slesse le cui caraneristiche strutturali, grafiche, non permettono di distribuirle in una sorta di continuum IK-rcetllvo. Tra una lettera e l'altra, intatti, le differenze grafiche sono mollo grandi e non st esauriscono nelle dimensioni metriche ma interessano la loro intrinseca natura: la loro toliologia. Di questo dovevano essersi bene accorti i monaci cui dobbiamo la conoscenza di tutta la letteratura antica a cui veniva insegnato il 'ductus.. ossia 1 percorso che la mano doveva seguire nel tracciare la lettera sulla pagina del codici. Sono proprie le avventure della mano sul foglio, il suo sollevarsi, il ripassare per un punto già percorso, il concludersi di un tratto, il chiudersi di un anello che rivelano la natura prolonda«Iella lettera: Il suo farsi. La scmpiic.. traduzione di esse nel linguaggio della «orima ordinata di fotodiodi non poteva render conto del percorso dinamico preposto alla forma della lettera. E' Invece proprio il processo del tracciare la lettera che la riporta alle Ruggero Plerantonl di confusione. Per esempio le lettere del gruppo: e. c. a. o. s. appartengono ad un' isola, un'altra da essa piuttosto lontana è composta da altre lettere tra loro altrateila'' da un'altra caratteristica comune: t. 1. d. i. Un'altra isola dell'arcipelago sarà quella popolata dalle lettere: g. p. q. E cosi via. La distanza che separa Ira loro le 'isole- è Inversamente proporzionale alla probabilità di confondere una lettera con un'altra. Tra due Isole vicine quindi esiste una'alta passibilità di equivocare, isole tra loro lontane invece assicurano che le reciproche popolazioni non siano tra loro Interscambiabili. Anche il P.A.P.A. lavorava su questo principio generale- nella sua memoria associata all'unità di lettura e codifteazione si venivano a generare delle mappe di probabilità su cui veniva .proiettata' l'incognita lettera di tesi. Anche per 11 percettrone eslstevavar.o possibilità di errore, ossia una lettera veniva presa per un'altra. Ma questi .errori- erano in defini¬ (Continua a pagina II In prima colonna) , Un mistero tra l'occhio e la lettura Un mistero tra l'occhio e la lettura TANTI anni la. negli .scantinali modestamente labirintici del vecchio Istituto di Fisica di Genova, viveva una macchina strana. Nel mio ricordo, adesco, la reimmagi110 come un arcaico pterodattiio elettro-meccanico: circuiti massicci, ruollsmi ali.limali Ma allora, nella breve stagione in cui io vi lui -asservito' ris|>lendeva di tulle le inossidabili seduzioni della fantascienza. I suoi creatori. Gamba e Palmieri, la battezzarono P.A.I'.A Una sigla mezzo goliardica mezzo tecnologica che diceva, più o meno, ehi' si trattava di un Perevllronc Probabilistico: una macchina che riconosceva immagini. Il mio lavoro consisteva nel disegnare centinaia di A su piccoli cartoncini quadrati e talli vedere alla macchina', LI ponevo davanti a un occhio composto da un piccolo numero di elementi lotoscnsibili. Erano luto-diodi? Forse kL Questi clementi venivano eccitai! se su di èssi cadeva una piccola por/ione della lellcra. La A veniva quindi 11.aioli.1 in correnti elettriche che venivano convogliate a una sorta di unita di apprendimento e riconoscimento che procedeva alla codlllcazione della Immagine. Quindi una memo- AlVorìzzonte una rivoluzione tipografica che scavalca anche la tecnica basata sul laser e mette in luce i meccanismi delia percezione visiva ria accoglieva l'informazione relativa e la custodiva. Alla mai 1 luna venivano latle vedere molte lettere, tante A. tante B. tónte C e cosi via. Veniva, insomma, allabelizzala. Quindi veniva proposta una B. per esemplo, e veniva chiesto di che lettera si trattasse. Ia macchina rispondeva con una scala decrescente di probabilità. Per esempio, secondo la macchina si era trattato di una lettera che avevo il 29 |ier cento di probabilità di essere una B. il 12 per cento di essere una R e via discendendo sino a un i pot ci a o 0.3 per cento di essere una W. La macchina aveva -appreso- a riconoscere la B su di un livello probabilistico Il PAPA, venne usato per una molteplicità di scopi: riconoscimento di Immagini meteorologiche, clas.-itic a/ione di profili di moli-cole sino a commoventi iemali vi di riconoscimento di stili musicali. Adesso del P.A.P.A. resta solo una carcassa smembrata, con I suol ■ mi errati giocano I bambini. 1 suoi creatori lorse fanno altre cose. L'era dei Percettroni e tramontala. Ma. nello studiare una serie di articoli di un gruppo di lavoro olandese diretto da Bnuma e rhe si Interessa al riconoscimento delle lettere da parte degli uomini, mi è tornala in mente quella >• lei... perché i livelli di riconoscimento (e di contusione) tra lette, o per noi e per quel vecchio P.A.P.A. sono molto prossimi. Homi. 1 ha --Li:'.posto a studio analitico e preciso la probabilità del riconoscimento di una lettera risiici lo alle altre. A un osservatore viene presentata su di uno schermo una lettera |ier un temi» breve (mlerlore al decimo di secondo) e quindi vengono mostrate tre lettere. In questa tripletta può o no essere compresa la lettera pi.cedentemente proposta. Si tratta di costruire una sorta di matrice di riconoscimento per tutte le lettere del nostro alfabeto. O meglio tutte le lettere finiscono per raggrupparsi in solto-|>opolazioni. In •Isole- separate da un • mare- di bassa probabilità tiva distribuiti secondo la 111 miiiM ibilu,'. delle lettere slesse le cui caraneristiche strutturali, grafiche, non permettono di distribuirle in una sorta di continuum IK-rcetllvo. Tra una lettera e l'altra, intatti, le differenze grafiche sono mollo grandi e non st esauriscono nelle dimensioni metriche ma interessano la loro intrinseca natura: la loro toliologia. Di questo dovevano essersi bene accorti i monaci cui dobbiamo la conoscenza di tutta la letteratura antica a cui veniva insegnato il 'ductus.. ossia 1 percorso che la mano doveva seguire nel tracciare la lettera sulla pagina del codici. Sono proprie le avventure della mano sul foglio, il suo sollevarsi, il ripassare per un punto già percorso, il concludersi di un tratto, il chiudersi di un anello che rivelano la natura prolonda«Iella lettera: Il suo farsi. La scmpiic.. traduzione di esse nel linguaggio della «orima ordinata di fotodiodi non poteva render conto del percorso dinamico preposto alla forma della lettera. E' Invece proprio il processo del tracciare la lettera che la riporta alle Ruggero Plerantonl di confusione. Per esempio le lettere del gruppo: e. c. a. o. s. appartengono ad un' isola, un'altra da essa piuttosto lontana è composta da altre lettere tra loro altrateila'' da un'altra caratteristica comune: t. 1. d. i. Un'altra isola dell'arcipelago sarà quella popolata dalle lettere: g. p. q. E cosi via. La distanza che separa Ira loro le 'isole- è Inversamente proporzionale alla probabilità di confondere una lettera con un'altra. Tra due Isole vicine quindi esiste una'alta passibilità di equivocare, isole tra loro lontane invece assicurano che le reciproche popolazioni non siano tra loro Interscambiabili. Anche il P.A.P.A. lavorava su questo principio generale- nella sua memoria associata all'unità di lettura e codifteazione si venivano a generare delle mappe di probabilità su cui veniva .proiettata' l'incognita lettera di tesi. Anche per 11 percettrone eslstevavar.o possibilità di errore, ossia una lettera veniva presa per un'altra. Ma questi .errori- erano in defini¬ (Continua a pagina II In prima colonna) ,

Persone citate: Palmieri, Ruggero Plerantonl

Luoghi citati: Genova