Il disco nella tempesta: tanti affari poche idee

Tutto libri Tutto libri Le polemiche accuse della disciolta Associazione critici musicali Il disco nella tempesta: tanti affari, poche idee Cari Maria von Weber: «Sei sonate per flauto op. 10», JeanPierre Rampai, John Steel Bitter pianoforte; Cbs digitale. Instancabilmente alla ricerca di nuovi pezzi da aggiungere al suo repertorio di virtuoso. Rampai scova qualcosa nel catalogo di Weber. Ma si tratta di graziose operine d'occasione scritte in origine per violino. E' l'ennesima trascrizione per flauto, che peraltro segue un'antica prassi •autentica-. Lo strumento di Rampai le rende anche più aggraziate e briose. Robert Schumann • Johannes Drahms: •Stadi Sinfonici op. 13 i Varlailonl su un tema di Paganini», Dmltrts Sgouros, pianoforte, Emi Digitale. La casa di Abbey Road punta decisamente sul nomi nuovi o emergenti: Dmltrts Sgouros è un quindicenne ateniese già segnalato da alcuni concorsi Internazionali, tenuto a battesimo concertistico da Rostropovie, annunciato dalla consueta serie di giudizi entusiasti che gridano al miracolo ivi compreso quello del carissimo Rublnsteln. Ascoltato questo album d'esordio, a dir poco impegnativo, con sicurezza si può dire che le mani sono in ordine, ma anche l'Interpretazione non pecca troppo di giovanilismi. DA tempo si diceva che l'Assoclailone italiana del critici discografici, che da vent'anni attribuiva in autunno: premi simbolici ma prestigiosi al migliori long playlng pubblicati in Italia, stava per sciogliersi. E infine è acradu- ' io. Lo ha deciso l'assemblea dei soci riunitasi a Milano. Non si è opposto nessuno, anzi r mancato poco che la risoluzione venisse presa per acclamazione. Il fatto è che I critici discografia, molli del quali coincidono, nel vari settori della musica, con firme assai note delle maggiori testate nazionali, erano stanchi di troppe cose, e prima di tutto dell'atteggiamento di progressiva Indifferenza degli Industriali del disco nel confronti dei premi. Un recente sondaggio demoscopico ha dimostrato che la grande maggioranza del long playlng In circolazione vengono acquistati da adolescenti I quali, sottoposti come sono al bombardamenti pubblicitari delle hit parades, delle televisioni e delle radio pubbliche e private, si può ben immaginare a quali prodotti diano la preferenza. Altri hanno osservato che stanno dilagando le filastrocche per I bambini, •che rappresentano un mercato da ultima spiaggia». I* crisi del disco pare equamente ripartita per ogni genere musicale, ma naturalmente ne soffrono di più I settori meno commerciali, che d'altra parte non sono stati affatto Immuni da una sovrapproduzione quasi incredibile. Basti pensare al Jazz, dove I compilatori di quelle opere diligenti e di estrema pazienza che sono le discografie vedono Invecchiare Il loro lavoro nel giro di poche settimane, se non addirittura di pochi giorni. • Proprio chi ha maggior colpa di questo slato di cose» si può leggere nel verbale dell'ultima assemblea del critici discografici »ha dispensato dischi d'argento, d'oro e di platino a chi ha Ideato e smerciato prodotti spesso dozzinali,' abbandonando chi premiava la cultura e le doti creative». Non e un'affermazióne azzardata. Nelle ultime edizioni del premi della critica le Industrie hanno rinuniato a sollecitare I divi più celebri a intervenire di persona alla cerimonia delle consegne, che in tal modo dava e prendeva lustro. Un po' alla volta hanno delegato I più oscuri funzionari, e talora nessuno. Lo scioglimento dell'Associazione del critici ne « la conseguenza, ed e un bruito segno. fay in tempo a di mi (a ir una •sfar* che già si pubblica la tua biografia: qui si indaga li contenuto semiologtco di Anna Osa, là si scandaglia la filosofia di Goran Kuzminac. Beniamino Placido ci spiega in quattro colonne fitte di citazioni freudiane perché -il Cobra non 4 un Serpente-. Critici .rock, partoriti da feroci riviste alternative approdano nel frattempo alla Rai, a 'Sorrisi e Cantoni' e agli Uffici Stampa delle Case Discografiche: sembrava volessero -nuove vibrazioni-e invece chiedevano solo un posto di lavoro fisso, avuto il quale ti può vibrare anche con Christian. Gianfranco Manfredi Fra i titoli della s SARA' un brutto segno, lo scioglimento dell'Associazione Italiana del critici discografici, però 11 modo com'è avvenuta e motivo di consolazione e di conforto. Un giorno ricevo una raccomandata dell'Associazione. La metto da parte senz'aprirla, pensando: sarà un ultimo invito per l'assemblea del soci. Chissà perché raccomandato? Forse perché ncn possa poi dire di non averlo ricevuto. Qualche giorno dopo l'apro, e trovo un assegno di centomila lire, con un verbale di tre pagine dell'assemblea per la quale et letUvomente avevo già ricevuto tempestivo Invito, e che al primo punto dell'ordine del giorno recava la singolare •proposta di eventuale scioglimento dell'Associazione*. Le ragioni con cui ti verbale spiegava II provvedimento sono per l'appunto quelle cht Kayenz riferisce qui sopra. Non sto a discutere se siano giuste e valide. Forse l'Associazione é deperita anche per la presenza di troppi soci come me, •firme assai note delle maggiori testate nazionali., conve scrive Fayenz. ar- gro capitale tra 1 soci, anche quelli pigri e Inattivi come me, nella misura di L. 100.000 (centomila) ciascuno, e al segretario che evidentemente avrà sostenuto tutte le fatiche e le seccature che tale mansione comporta, e stata assegnata, a titolo di riconoscimento del diligente lavoro prestato, la favolosa somma di L. 300.000 (dlcci.si trecentomila lire). Ecco, in questi tempi di tangenti, in questo Paese dove fioriscono le evasioni fiscali e dove gli ammanchi di cassa, le estorsioni. I ricatti e I riscatti e 1 passivi si misurano a decine di miliardi, questa Associazione che sciogliendosi ripartisce al soci, anche immeritevoli, una quota di capitale pari a centomila lire, e trecento al meritevolissimo segretario, fa tenerezza, e lascia sperare che. nonostante lutto. 11 nostro paese, no. non é marcio e non si riconosce affatto ne! Slr.dona 81 riconosce In Associazioni di gente onesta, com'era quella dei critici discografici, cui giunga da questa pagina 11 Requiem sincero da parte d'un socio negligente. Massimo Mila bella musica non Interessavano I boss dell'Industria, perché non vendevano. Dunque pollice verso, con la garanzia che nessuno vorrà versare tardive lacrime da coccodrillo: da Milano, dove aveva sede l'organizzazione, non si notano segni di Impazienza, dagli assessori alla cultura al network, dal manager del vinile al giornali spedalizzati, sono tulli schierati su altri fronti. Non se ne duole nemmeno 11 pubblico :ilU disposto, come sempre, a nutrirsi di Pupo e Fìashdance. di prodotti •usa e getta.. Enzo Gentile Non sarò eerto lo a prendere le difese del -Signori del vinile-: le loro •malefatte- sono all'ordine del giorno, e non mi pare di vedere —neppure In questi tempi di crisi — alcun aggiustamento di Uro. Però mi domando: perché mal l'Associazione del critici — alla quale, peraltro, non mi sono mal Iscritto — dovrebbe dispensare premi, oltre che scritti giornalistici? 61 dirà: perché cosi fan tutti. E' vero, ma non é ugualmente un buon motivo (la stessa cosa potrebbe addurre a sua dllesa Mastellonl. constatando che quasi tutti gli Italiani bestemmiano) 8ono domande binali, ma finché a queste stupide questioni non verrà data risposta esauriente 11 pubblico se' gultera n farsi gli affari suoi, e I discografici anche. Roberto Gatti Tutto libri Tutto libri Le polemiche accuse della disciolta Associazione critici musicali Il disco nella tempesta: tanti affari, poche idee Cari Maria von Weber: «Sei sonate per flauto op. 10», JeanPierre Rampai, John Steel Bitter pianoforte; Cbs digitale. Instancabilmente alla ricerca di nuovi pezzi da aggiungere al suo repertorio di virtuoso. Rampai scova qualcosa nel catalogo di Weber. Ma si tratta di graziose operine d'occasione scritte in origine per violino. E' l'ennesima trascrizione per flauto, che peraltro segue un'antica prassi •autentica-. Lo strumento di Rampai le rende anche più aggraziate e briose. Robert Schumann • Johannes Drahms: •Stadi Sinfonici op. 13 i Varlailonl su un tema di Paganini», Dmltrts Sgouros, pianoforte, Emi Digitale. La casa di Abbey Road punta decisamente sul nomi nuovi o emergenti: Dmltrts Sgouros è un quindicenne ateniese già segnalato da alcuni concorsi Internazionali, tenuto a battesimo concertistico da Rostropovie, annunciato dalla consueta serie di giudizi entusiasti che gridano al miracolo ivi compreso quello del carissimo Rublnsteln. Ascoltato questo album d'esordio, a dir poco impegnativo, con sicurezza si può dire che le mani sono in ordine, ma anche l'Interpretazione non pecca troppo di giovanilismi. DA tempo si diceva che l'Assoclailone italiana del critici discografici, che da vent'anni attribuiva in autunno: premi simbolici ma prestigiosi al migliori long playlng pubblicati in Italia, stava per sciogliersi. E infine è acradu- ' io. Lo ha deciso l'assemblea dei soci riunitasi a Milano. Non si è opposto nessuno, anzi r mancato poco che la risoluzione venisse presa per acclamazione. Il fatto è che I critici discografia, molli del quali coincidono, nel vari settori della musica, con firme assai note delle maggiori testate nazionali, erano stanchi di troppe cose, e prima di tutto dell'atteggiamento di progressiva Indifferenza degli Industriali del disco nel confronti dei premi. Un recente sondaggio demoscopico ha dimostrato che la grande maggioranza del long playlng In circolazione vengono acquistati da adolescenti I quali, sottoposti come sono al bombardamenti pubblicitari delle hit parades, delle televisioni e delle radio pubbliche e private, si può ben immaginare a quali prodotti diano la preferenza. Altri hanno osservato che stanno dilagando le filastrocche per I bambini, •che rappresentano un mercato da ultima spiaggia». I* crisi del disco pare equamente ripartita per ogni genere musicale, ma naturalmente ne soffrono di più I settori meno commerciali, che d'altra parte non sono stati affatto Immuni da una sovrapproduzione quasi incredibile. Basti pensare al Jazz, dove I compilatori di quelle opere diligenti e di estrema pazienza che sono le discografie vedono Invecchiare Il loro lavoro nel giro di poche settimane, se non addirittura di pochi giorni. • Proprio chi ha maggior colpa di questo slato di cose» si può leggere nel verbale dell'ultima assemblea del critici discografici »ha dispensato dischi d'argento, d'oro e di platino a chi ha Ideato e smerciato prodotti spesso dozzinali,' abbandonando chi premiava la cultura e le doti creative». Non e un'affermazióne azzardata. Nelle ultime edizioni del premi della critica le Industrie hanno rinuniato a sollecitare I divi più celebri a intervenire di persona alla cerimonia delle consegne, che in tal modo dava e prendeva lustro. Un po' alla volta hanno delegato I più oscuri funzionari, e talora nessuno. Lo scioglimento dell'Associazione del critici ne « la conseguenza, ed e un bruito segno. fay in tempo a di mi (a ir una •sfar* che già si pubblica la tua biografia: qui si indaga li contenuto semiologtco di Anna Osa, là si scandaglia la filosofia di Goran Kuzminac. Beniamino Placido ci spiega in quattro colonne fitte di citazioni freudiane perché -il Cobra non 4 un Serpente-. Critici .rock, partoriti da feroci riviste alternative approdano nel frattempo alla Rai, a 'Sorrisi e Cantoni' e agli Uffici Stampa delle Case Discografiche: sembrava volessero -nuove vibrazioni-e invece chiedevano solo un posto di lavoro fisso, avuto il quale ti può vibrare anche con Christian. Gianfranco Manfredi Fra i titoli della s SARA' un brutto segno, lo scioglimento dell'Associazione Italiana del critici discografici, però 11 modo com'è avvenuta e motivo di consolazione e di conforto. Un giorno ricevo una raccomandata dell'Associazione. La metto da parte senz'aprirla, pensando: sarà un ultimo invito per l'assemblea del soci. Chissà perché raccomandato? Forse perché ncn possa poi dire di non averlo ricevuto. Qualche giorno dopo l'apro, e trovo un assegno di centomila lire, con un verbale di tre pagine dell'assemblea per la quale et letUvomente avevo già ricevuto tempestivo Invito, e che al primo punto dell'ordine del giorno recava la singolare •proposta di eventuale scioglimento dell'Associazione*. Le ragioni con cui ti verbale spiegava II provvedimento sono per l'appunto quelle cht Kayenz riferisce qui sopra. Non sto a discutere se siano giuste e valide. Forse l'Associazione é deperita anche per la presenza di troppi soci come me, •firme assai note delle maggiori testate nazionali., conve scrive Fayenz. ar- gro capitale tra 1 soci, anche quelli pigri e Inattivi come me, nella misura di L. 100.000 (centomila) ciascuno, e al segretario che evidentemente avrà sostenuto tutte le fatiche e le seccature che tale mansione comporta, e stata assegnata, a titolo di riconoscimento del diligente lavoro prestato, la favolosa somma di L. 300.000 (dlcci.si trecentomila lire). Ecco, in questi tempi di tangenti, in questo Paese dove fioriscono le evasioni fiscali e dove gli ammanchi di cassa, le estorsioni. I ricatti e I riscatti e 1 passivi si misurano a decine di miliardi, questa Associazione che sciogliendosi ripartisce al soci, anche immeritevoli, una quota di capitale pari a centomila lire, e trecento al meritevolissimo segretario, fa tenerezza, e lascia sperare che. nonostante lutto. 11 nostro paese, no. non é marcio e non si riconosce affatto ne! Slr.dona 81 riconosce In Associazioni di gente onesta, com'era quella dei critici discografici, cui giunga da questa pagina 11 Requiem sincero da parte d'un socio negligente. Massimo Mila bella musica non Interessavano I boss dell'Industria, perché non vendevano. Dunque pollice verso, con la garanzia che nessuno vorrà versare tardive lacrime da coccodrillo: da Milano, dove aveva sede l'organizzazione, non si notano segni di Impazienza, dagli assessori alla cultura al network, dal manager del vinile al giornali spedalizzati, sono tulli schierati su altri fronti. Non se ne duole nemmeno 11 pubblico :ilU disposto, come sempre, a nutrirsi di Pupo e Fìashdance. di prodotti •usa e getta.. Enzo Gentile Non sarò eerto lo a prendere le difese del -Signori del vinile-: le loro •malefatte- sono all'ordine del giorno, e non mi pare di vedere —neppure In questi tempi di crisi — alcun aggiustamento di Uro. Però mi domando: perché mal l'Associazione del critici — alla quale, peraltro, non mi sono mal Iscritto — dovrebbe dispensare premi, oltre che scritti giornalistici? 61 dirà: perché cosi fan tutti. E' vero, ma non é ugualmente un buon motivo (la stessa cosa potrebbe addurre a sua dllesa Mastellonl. constatando che quasi tutti gli Italiani bestemmiano) 8ono domande binali, ma finché a queste stupide questioni non verrà data risposta esauriente 11 pubblico se' gultera n farsi gli affari suoi, e I discografici anche. Roberto Gatti Tutto libri Tutto libri Le polemiche accuse della disciolta Associazione critici musicali Il disco nella tempesta: tanti affari, poche idee Cari Maria von Weber: «Sei sonate per flauto op. 10», JeanPierre Rampai, John Steel Bitter pianoforte; Cbs digitale. Instancabilmente alla ricerca di nuovi pezzi da aggiungere al suo repertorio di virtuoso. Rampai scova qualcosa nel catalogo di Weber. Ma si tratta di graziose operine d'occasione scritte in origine per violino. E' l'ennesima trascrizione per flauto, che peraltro segue un'antica prassi •autentica-. Lo strumento di Rampai le rende anche più aggraziate e briose. Robert Schumann • Johannes Drahms: •Stadi Sinfonici op. 13 i Varlailonl su un tema di Paganini», Dmltrts Sgouros, pianoforte, Emi Digitale. La casa di Abbey Road punta decisamente sul nomi nuovi o emergenti: Dmltrts Sgouros è un quindicenne ateniese già segnalato da alcuni concorsi Internazionali, tenuto a battesimo concertistico da Rostropovie, annunciato dalla consueta serie di giudizi entusiasti che gridano al miracolo ivi compreso quello del carissimo Rublnsteln. Ascoltato questo album d'esordio, a dir poco impegnativo, con sicurezza si può dire che le mani sono in ordine, ma anche l'Interpretazione non pecca troppo di giovanilismi. DA tempo si diceva che l'Assoclailone italiana del critici discografici, che da vent'anni attribuiva in autunno: premi simbolici ma prestigiosi al migliori long playlng pubblicati in Italia, stava per sciogliersi. E infine è acradu- ' io. Lo ha deciso l'assemblea dei soci riunitasi a Milano. Non si è opposto nessuno, anzi r mancato poco che la risoluzione venisse presa per acclamazione. Il fatto è che I critici discografia, molli del quali coincidono, nel vari settori della musica, con firme assai note delle maggiori testate nazionali, erano stanchi di troppe cose, e prima di tutto dell'atteggiamento di progressiva Indifferenza degli Industriali del disco nel confronti dei premi. Un recente sondaggio demoscopico ha dimostrato che la grande maggioranza del long playlng In circolazione vengono acquistati da adolescenti I quali, sottoposti come sono al bombardamenti pubblicitari delle hit parades, delle televisioni e delle radio pubbliche e private, si può ben immaginare a quali prodotti diano la preferenza. Altri hanno osservato che stanno dilagando le filastrocche per I bambini, •che rappresentano un mercato da ultima spiaggia». I* crisi del disco pare equamente ripartita per ogni genere musicale, ma naturalmente ne soffrono di più I settori meno commerciali, che d'altra parte non sono stati affatto Immuni da una sovrapproduzione quasi incredibile. Basti pensare al Jazz, dove I compilatori di quelle opere diligenti e di estrema pazienza che sono le discografie vedono Invecchiare Il loro lavoro nel giro di poche settimane, se non addirittura di pochi giorni. • Proprio chi ha maggior colpa di questo slato di cose» si può leggere nel verbale dell'ultima assemblea del critici discografici »ha dispensato dischi d'argento, d'oro e di platino a chi ha Ideato e smerciato prodotti spesso dozzinali,' abbandonando chi premiava la cultura e le doti creative». Non e un'affermazióne azzardata. Nelle ultime edizioni del premi della critica le Industrie hanno rinuniato a sollecitare I divi più celebri a intervenire di persona alla cerimonia delle consegne, che in tal modo dava e prendeva lustro. Un po' alla volta hanno delegato I più oscuri funzionari, e talora nessuno. Lo scioglimento dell'Associazione del critici ne « la conseguenza, ed e un bruito segno. fay in tempo a di mi (a ir una •sfar* che già si pubblica la tua biografia: qui si indaga li contenuto semiologtco di Anna Osa, là si scandaglia la filosofia di Goran Kuzminac. Beniamino Placido ci spiega in quattro colonne fitte di citazioni freudiane perché -il Cobra non 4 un Serpente-. Critici .rock, partoriti da feroci riviste alternative approdano nel frattempo alla Rai, a 'Sorrisi e Cantoni' e agli Uffici Stampa delle Case Discografiche: sembrava volessero -nuove vibrazioni-e invece chiedevano solo un posto di lavoro fisso, avuto il quale ti può vibrare anche con Christian. Gianfranco Manfredi Fra i titoli della s SARA' un brutto segno, lo scioglimento dell'Associazione Italiana del critici discografici, però 11 modo com'è avvenuta e motivo di consolazione e di conforto. Un giorno ricevo una raccomandata dell'Associazione. La metto da parte senz'aprirla, pensando: sarà un ultimo invito per l'assemblea del soci. Chissà perché raccomandato? Forse perché ncn possa poi dire di non averlo ricevuto. Qualche giorno dopo l'apro, e trovo un assegno di centomila lire, con un verbale di tre pagine dell'assemblea per la quale et letUvomente avevo già ricevuto tempestivo Invito, e che al primo punto dell'ordine del giorno recava la singolare •proposta di eventuale scioglimento dell'Associazione*. Le ragioni con cui ti verbale spiegava II provvedimento sono per l'appunto quelle cht Kayenz riferisce qui sopra. Non sto a discutere se siano giuste e valide. Forse l'Associazione é deperita anche per la presenza di troppi soci come me, •firme assai note delle maggiori testate nazionali., conve scrive Fayenz. ar- gro capitale tra 1 soci, anche quelli pigri e Inattivi come me, nella misura di L. 100.000 (centomila) ciascuno, e al segretario che evidentemente avrà sostenuto tutte le fatiche e le seccature che tale mansione comporta, e stata assegnata, a titolo di riconoscimento del diligente lavoro prestato, la favolosa somma di L. 300.000 (dlcci.si trecentomila lire). Ecco, in questi tempi di tangenti, in questo Paese dove fioriscono le evasioni fiscali e dove gli ammanchi di cassa, le estorsioni. I ricatti e I riscatti e 1 passivi si misurano a decine di miliardi, questa Associazione che sciogliendosi ripartisce al soci, anche immeritevoli, una quota di capitale pari a centomila lire, e trecento al meritevolissimo segretario, fa tenerezza, e lascia sperare che. nonostante lutto. 11 nostro paese, no. non é marcio e non si riconosce affatto ne! Slr.dona 81 riconosce In Associazioni di gente onesta, com'era quella dei critici discografici, cui giunga da questa pagina 11 Requiem sincero da parte d'un socio negligente. Massimo Mila bella musica non Interessavano I boss dell'Industria, perché non vendevano. Dunque pollice verso, con la garanzia che nessuno vorrà versare tardive lacrime da coccodrillo: da Milano, dove aveva sede l'organizzazione, non si notano segni di Impazienza, dagli assessori alla cultura al network, dal manager del vinile al giornali spedalizzati, sono tulli schierati su altri fronti. Non se ne duole nemmeno 11 pubblico :ilU disposto, come sempre, a nutrirsi di Pupo e Fìashdance. di prodotti •usa e getta.. Enzo Gentile Non sarò eerto lo a prendere le difese del -Signori del vinile-: le loro •malefatte- sono all'ordine del giorno, e non mi pare di vedere —neppure In questi tempi di crisi — alcun aggiustamento di Uro. Però mi domando: perché mal l'Associazione del critici — alla quale, peraltro, non mi sono mal Iscritto — dovrebbe dispensare premi, oltre che scritti giornalistici? 61 dirà: perché cosi fan tutti. E' vero, ma non é ugualmente un buon motivo (la stessa cosa potrebbe addurre a sua dllesa Mastellonl. constatando che quasi tutti gli Italiani bestemmiano) 8ono domande binali, ma finché a queste stupide questioni non verrà data risposta esauriente 11 pubblico se' gultera n farsi gli affari suoi, e I discografici anche. Roberto Gatti

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