No allo sperimentalismo la poesia torna al «Grande Stile»

No allo sperimentalismo la poesia G Sil No allo sperimentalismo la poesia toma al «Grande Stile» Un giallo fantapolitico Leonida e Yuri fanno il mercato nero sulla Piazza Rossa SI ricomincia, dunque, a discutere di poesia. Non che, intendiamoci, nello scorso decennio la poesia sia stata assente dalla scena. Al contrario, sono usciti libri importanti, sia di poeti già famosi che di poeti nuovi; e ci sono sfati curiosi tentativi, prima mai pensati per non dire impensabili, di trasformare la poesia in 'happening-, in spettacolo. A mancare sono stati proprio la tensione, il confronto fra posieionl diverse, insomma il dibattito, sostituiti da un culto solitario e un po' misterico destinato forse a medicare qualche ferita, a compensare il brutale -noalla poesia pronunciato in ambito-sessantottesco'. Ben venga, dunque, questa ripresa dì discussione. Sintomatico e stimolante appare, in questo senso, 'ultimo numero (maggiodicembre 1983) di -Sigma-, rivista quadrimestrale' di letteratura che con la direzione responsabile di Lorenzo Mondo e la direzione scientifica di un comitato composto da Bàrberi Squarotti. Beccarla. Guglielminetti. Portinoti e Sozzi e la sigla editoriale di Serra e Riva conosce, a vent'anni dalla fondazione, una vita nuova e fortunata. <a.v.) I premi MILANO — 11 Giallo Mondadori bandisce il premio Alberto Tedeschi 1984 per il miglior romanzo giallo inedito. Chi vuole parteciparvi Invìi due copie del dattiloscritto, con un minimo di 150 cartelle, entro il 29 febbraio, a 'Premio Alberto Tedeschi c/o /I Giallo Mondadori 20090 Segrate». ANCH'ARI — Nell'ambito del premio .Città di Anghlari' è prevista una sezione intitolata -Idea per un libro»: si tratta di elaborare In tre-etnque cartelle il progetto di un libro da scrivere su un tema storico, politico, di critica letteraria o d'arte, di divulgazione scientifica o di economia (sono esclusi progetti di romane!/ GII elaborati debbono essere trillali in dieci copie entro 11 10 aprile alla Segreteria, presso la Biblioteca di Anghiari, platea del Popolo 4. EMPOLI —Al premio letterario Poetale .Luigi Russo' possono partecipare opere di narrativa e poesia di autori italiani, edite tra l'cprfle 'S2 ed il marea '$4. Debbono pervenire entro il 30 marea alla Segreteria, presso il Palazzo Comunale, via Giuseppe del Papa. SAN BENEDETTO DEL TRONTO — Nasce un premio letterario dedicato alla narrativa per ragazzi. SI chiama •Le palme d'oro, ed i promosso dal clublnner Wheel International. Possono partecipare opere edite negli anni ■S2 e '83, che dovranno pervenire entro il 29 febbraio alla Segreteria del premio, viale De Gatperi 98. * * Il denso fascicolo prende le mosse e il titolo, e buona parte del suo interesse, da uno scritto Iniziale di Gian Luigi Beccaria su - Grande stile e poesia del Novecento'. Non si tratta tanto di una descrielone dell'esistente, quanto di una presa di posizione, di una scelta di campo. Per usare alcune espressioni, assai lucide e suggestive, dello stesso Beccaria, il -grande stile-, cui va la decisa preferenza del saggista, caratterizza I poeti i quali -hanno fiducia net- segno- e ti distinguono cosi nettamente dal poeti che-trattano il segno come parafrasi delle cose-. Essi organizzano .il pullulare del particolari a vantaggio di una essenzialità', dando o ridando II primato alla -realizzazione, sul 'dolore del disgregato'. «Grande stile, è dunque .li rovescio dell'esibito auda¬ aVaaa cia, dell'arbitrio grammaticale, degli sperimentalitini-; si oppone alla 'malattia e degradazione del linguaggio- nonché alla 'ineffabilità oracolare' e alla 'Ottmanticità.. Può sembrare un programma di restaurazione; ma, ci avverte Beccarla, • grande stile- non è, non vuole essere sinonimo di •stile alto.; può tradursi in un linguaggio che si pone al di sopra, ma anche al di sotto, del linguaggio della comunicazione. L'importante è che non ci siano, fra i due linguaggi, coincidenza, rispecchiamento, mimesi; e che il lavoro del poeta si muova In vista o In ragione della -presenta di un centro-, respingendo l'Ipotesi o la tentazione di una poesia -senta centro., di una poesia come puro 'fluire-. Fra i rappresentanti del • grande stile- Beccaria annovera alcuni dei poeti migliori del nostro tempo, da Sereni a Zanzotto all'ultimo Montale; mentre fra i rappresentanti della -poesia senza centro- pare di intravedere la sagoma dei Novissimi e l'ombra della recente marea di piovani poeti variamente affivi allinsegna della .parola innamorata, e del'decentramento dell lo.. Di molti non si parla, cornee forse inevitabile In un discorso che vuole soprattutto enunciare una scelta di fondo. E resta dunque al lettore la curiosità e il compito di sistemare in un campo o nell'altro una quantità di poeti non romtnati e di non trascurabile Importanza. Interessante anche la serie delle repliche o specificazioni che seguono. Ricordo, in particolare, l'intervento di Bàrberi Squarotti, più esplicitamente polemico verso la poesia postnoc Issi ma degli anni Settanta, accusati' di 'finzione della sublimito e <■ ila grandezza.; e lo tcritto, assai articolato e motivato, di Mengaldo, che ti dice d'accordo con Beccaria in linea di principio, salvo poi avanzare una contrapposizione addirittura radicale fra poeti che Beccaria, invece, accomunava nel se¬ aaw .^^p^^'\ IQawal . 1 1—r m ■ gno del .grande stile'.- da una parte. I poeti che si richiamano (come Luzi e Zanzotto) a un filone •or/Ico-sapienzale-, dall'altra, quelli (come Bertolucci. Caproni. Sereni) clic praticano una poesia .esistenziale', e per i quali Mengaldo non nasconde la sua predilezione. * * Come si vede, il discorso ribolle subito di contrapposizioni e divergenze; e siamo solo all'inizio, senea contare che slamo sostanzialmente fermi alla generazione dei sessanta-settantennl. Una ricognizione, invece, nei territori dell'oggi è quella tentata dalla rivista genovese «Nuova Corrente-, che in un numero diviso in due fascicoli (uno di testi e commenti, l'altro di interventi critici e apparati bibliografici) propone una sua linea fortemente caratterizzata e dichiaratamente parziale. I poeti presi in considerazione, di diverse età ma tutti appartenenti all'epoca post-novissima, tono, infatti, soltanto quattro: Greppi, Cagnone, Viviani, De Angeli:., e la linea che essi rappresentano o evocano è, per usare le parole del presentatore Stefano Verdino, tracciata dal loro comune interesse a «porsi criticamente il realismo (J della loro scrittura', prospettando «una nuova aggregazione della lingua (,.J al di là del soggetto parlante.. Parole forse un po' sibilline, ma che trovano poi qualche confronto e chiarezza sia nei testi (in parte inediti) dei quattro poeti, sia nelle accurate schede critiche che li accompagnano. Il numero doppio di «Sigma- e i due fascicoli di •Nuova Corrente» possono utilmente interagire fra loro, non solo perché la rivista genovese comincia la sua analisi là dove la rivista torinese la sospende, n.a anche perché i rispettivi punti di vista appaiono radicalmente contrapposti. Siamo davvero, insomma, a un inizio di dibattito, con motto carne al fuoco e molte intelligente al lavoro. Speriamo che con Un ut. Giovanni Rabonl HO cominciato a leggere «Piazza Rossa*, 360 pagine di mlstery sovietico con un Andropov .raffreddato' e le ho finite con lo stesso morto e sepolto, mentre 11 vetusto Oernenko si era issato sul trono del Cremlino. Osservazione non divagante, se si tiene presente che entrambi figurano tra I comprimari di questo romanzo, folto di personaggi come un elenco del telefono (c'è una pignolesca Usta In apertura, ma abbastanza super!lua- eroi e controcroi sono abbastanza ben e [■.rati eri/, iti e si muovono senza sovrapporsi c aggrovigliarsi). I due autori, Topol e Neznansky. che si presentano come due russi .che hanno scelto la libertà* negli Stati Uniti, conoscono a menadito luci e ombre della loro patria d'origine, anche se gli intrallazzi di cui parlano (borsa nera, traffico di valuta c compagnia bella) di cui si sarebbero macchiati jierslno parenti di Breznev, che In queste pagine figura ancora in vita,- sono stali ampiamente riferiti dal Riornali occidentali. In un ribaldo guazzabuglio di invenzione e verità. si comincia con un presunto suicidio del cognato di Breznev, su cui Indaga l'Investigatore speciale Shcmrayrv, un mezzo ebreo che dissimula abilmente le sue origini per campare senza troppi scossoni In un Paese percorso da frenesie antisemite. Divorzialo, con un figlio quattordicenne a carico, Shamrayev è scarsamente In linea con 11 partito, ma nessuno se ne accorge. Anzi, gli gettano In mano patate roventi da sbollentare. Per fortuna. Shamrayev sembra avete I guanti di amianto e una certosina perizia da artificiere nel disinnescare 1 peggiori ordigni, che rischiano di coinvolgere persino II Numero Uno, e cioè Leonida. di cui, mediante registratore, sono state carpile frasi compromettenti, pronunciate du¬ No allo sperimentalismo la poesia G Sil No allo sperimentalismo la poesia toma al «Grande Stile» Un giallo fantapolitico Leonida e Yuri fanno il mercato nero sulla Piazza Rossa SI ricomincia, dunque, a discutere di poesia. Non che, intendiamoci, nello scorso decennio la poesia sia stata assente dalla scena. Al contrario, sono usciti libri importanti, sia di poeti già famosi che di poeti nuovi; e ci sono sfati curiosi tentativi, prima mai pensati per non dire impensabili, di trasformare la poesia in 'happening-, in spettacolo. A mancare sono stati proprio la tensione, il confronto fra posieionl diverse, insomma il dibattito, sostituiti da un culto solitario e un po' misterico destinato forse a medicare qualche ferita, a compensare il brutale -noalla poesia pronunciato in ambito-sessantottesco'. Ben venga, dunque, questa ripresa dì discussione. Sintomatico e stimolante appare, in questo senso, 'ultimo numero (maggiodicembre 1983) di -Sigma-, rivista quadrimestrale' di letteratura che con la direzione responsabile di Lorenzo Mondo e la direzione scientifica di un comitato composto da Bàrberi Squarotti. Beccarla. Guglielminetti. Portinoti e Sozzi e la sigla editoriale di Serra e Riva conosce, a vent'anni dalla fondazione, una vita nuova e fortunata. <a.v.) I premi MILANO — 11 Giallo Mondadori bandisce il premio Alberto Tedeschi 1984 per il miglior romanzo giallo inedito. Chi vuole parteciparvi Invìi due copie del dattiloscritto, con un minimo di 150 cartelle, entro il 29 febbraio, a 'Premio Alberto Tedeschi c/o /I Giallo Mondadori 20090 Segrate». ANCH'ARI — Nell'ambito del premio .Città di Anghlari' è prevista una sezione intitolata -Idea per un libro»: si tratta di elaborare In tre-etnque cartelle il progetto di un libro da scrivere su un tema storico, politico, di critica letteraria o d'arte, di divulgazione scientifica o di economia (sono esclusi progetti di romane!/ GII elaborati debbono essere trillali in dieci copie entro 11 10 aprile alla Segreteria, presso la Biblioteca di Anghiari, platea del Popolo 4. EMPOLI —Al premio letterario Poetale .Luigi Russo' possono partecipare opere di narrativa e poesia di autori italiani, edite tra l'cprfle 'S2 ed il marea '$4. Debbono pervenire entro il 30 marea alla Segreteria, presso il Palazzo Comunale, via Giuseppe del Papa. SAN BENEDETTO DEL TRONTO — Nasce un premio letterario dedicato alla narrativa per ragazzi. SI chiama •Le palme d'oro, ed i promosso dal clublnner Wheel International. Possono partecipare opere edite negli anni ■S2 e '83, che dovranno pervenire entro il 29 febbraio alla Segreteria del premio, viale De Gatperi 98. * * Il denso fascicolo prende le mosse e il titolo, e buona parte del suo interesse, da uno scritto Iniziale di Gian Luigi Beccaria su - Grande stile e poesia del Novecento'. Non si tratta tanto di una descrielone dell'esistente, quanto di una presa di posizione, di una scelta di campo. Per usare alcune espressioni, assai lucide e suggestive, dello stesso Beccaria, il -grande stile-, cui va la decisa preferenza del saggista, caratterizza I poeti i quali -hanno fiducia net- segno- e ti distinguono cosi nettamente dal poeti che-trattano il segno come parafrasi delle cose-. Essi organizzano .il pullulare del particolari a vantaggio di una essenzialità', dando o ridando II primato alla -realizzazione, sul 'dolore del disgregato'. «Grande stile, è dunque .li rovescio dell'esibito auda¬ aVaaa cia, dell'arbitrio grammaticale, degli sperimentalitini-; si oppone alla 'malattia e degradazione del linguaggio- nonché alla 'ineffabilità oracolare' e alla 'Ottmanticità.. Può sembrare un programma di restaurazione; ma, ci avverte Beccarla, • grande stile- non è, non vuole essere sinonimo di •stile alto.; può tradursi in un linguaggio che si pone al di sopra, ma anche al di sotto, del linguaggio della comunicazione. L'importante è che non ci siano, fra i due linguaggi, coincidenza, rispecchiamento, mimesi; e che il lavoro del poeta si muova In vista o In ragione della -presenta di un centro-, respingendo l'Ipotesi o la tentazione di una poesia -senta centro., di una poesia come puro 'fluire-. Fra i rappresentanti del • grande stile- Beccaria annovera alcuni dei poeti migliori del nostro tempo, da Sereni a Zanzotto all'ultimo Montale; mentre fra i rappresentanti della -poesia senza centro- pare di intravedere la sagoma dei Novissimi e l'ombra della recente marea di piovani poeti variamente affivi allinsegna della .parola innamorata, e del'decentramento dell lo.. Di molti non si parla, cornee forse inevitabile In un discorso che vuole soprattutto enunciare una scelta di fondo. E resta dunque al lettore la curiosità e il compito di sistemare in un campo o nell'altro una quantità di poeti non romtnati e di non trascurabile Importanza. Interessante anche la serie delle repliche o specificazioni che seguono. Ricordo, in particolare, l'intervento di Bàrberi Squarotti, più esplicitamente polemico verso la poesia postnoc Issi ma degli anni Settanta, accusati' di 'finzione della sublimito e <■ ila grandezza.; e lo tcritto, assai articolato e motivato, di Mengaldo, che ti dice d'accordo con Beccaria in linea di principio, salvo poi avanzare una contrapposizione addirittura radicale fra poeti che Beccaria, invece, accomunava nel se¬ aaw .^^p^^'\ IQawal . 1 1—r m ■ gno del .grande stile'.- da una parte. I poeti che si richiamano (come Luzi e Zanzotto) a un filone •or/Ico-sapienzale-, dall'altra, quelli (come Bertolucci. Caproni. Sereni) clic praticano una poesia .esistenziale', e per i quali Mengaldo non nasconde la sua predilezione. * * Come si vede, il discorso ribolle subito di contrapposizioni e divergenze; e siamo solo all'inizio, senea contare che slamo sostanzialmente fermi alla generazione dei sessanta-settantennl. Una ricognizione, invece, nei territori dell'oggi è quella tentata dalla rivista genovese «Nuova Corrente-, che in un numero diviso in due fascicoli (uno di testi e commenti, l'altro di interventi critici e apparati bibliografici) propone una sua linea fortemente caratterizzata e dichiaratamente parziale. I poeti presi in considerazione, di diverse età ma tutti appartenenti all'epoca post-novissima, tono, infatti, soltanto quattro: Greppi, Cagnone, Viviani, De Angeli:., e la linea che essi rappresentano o evocano è, per usare le parole del presentatore Stefano Verdino, tracciata dal loro comune interesse a «porsi criticamente il realismo (J della loro scrittura', prospettando «una nuova aggregazione della lingua (,.J al di là del soggetto parlante.. Parole forse un po' sibilline, ma che trovano poi qualche confronto e chiarezza sia nei testi (in parte inediti) dei quattro poeti, sia nelle accurate schede critiche che li accompagnano. Il numero doppio di «Sigma- e i due fascicoli di •Nuova Corrente» possono utilmente interagire fra loro, non solo perché la rivista genovese comincia la sua analisi là dove la rivista torinese la sospende, n.a anche perché i rispettivi punti di vista appaiono radicalmente contrapposti. Siamo davvero, insomma, a un inizio di dibattito, con motto carne al fuoco e molte intelligente al lavoro. Speriamo che con Un ut. Giovanni Rabonl HO cominciato a leggere «Piazza Rossa*, 360 pagine di mlstery sovietico con un Andropov .raffreddato' e le ho finite con lo stesso morto e sepolto, mentre 11 vetusto Oernenko si era issato sul trono del Cremlino. Osservazione non divagante, se si tiene presente che entrambi figurano tra I comprimari di questo romanzo, folto di personaggi come un elenco del telefono (c'è una pignolesca Usta In apertura, ma abbastanza super!lua- eroi e controcroi sono abbastanza ben e [■.rati eri/, iti e si muovono senza sovrapporsi c aggrovigliarsi). I due autori, Topol e Neznansky. che si presentano come due russi .che hanno scelto la libertà* negli Stati Uniti, conoscono a menadito luci e ombre della loro patria d'origine, anche se gli intrallazzi di cui parlano (borsa nera, traffico di valuta c compagnia bella) di cui si sarebbero macchiati jierslno parenti di Breznev, che In queste pagine figura ancora in vita,- sono stali ampiamente riferiti dal Riornali occidentali. In un ribaldo guazzabuglio di invenzione e verità. si comincia con un presunto suicidio del cognato di Breznev, su cui Indaga l'Investigatore speciale Shcmrayrv, un mezzo ebreo che dissimula abilmente le sue origini per campare senza troppi scossoni In un Paese percorso da frenesie antisemite. Divorzialo, con un figlio quattordicenne a carico, Shamrayev è scarsamente In linea con 11 partito, ma nessuno se ne accorge. Anzi, gli gettano In mano patate roventi da sbollentare. Per fortuna. Shamrayev sembra avete I guanti di amianto e una certosina perizia da artificiere nel disinnescare 1 peggiori ordigni, che rischiano di coinvolgere persino II Numero Uno, e cioè Leonida. di cui, mediante registratore, sono state carpile frasi compromettenti, pronunciate du¬ No allo sperimentalismo la poesia G Sil No allo sperimentalismo la poesia toma al «Grande Stile» Un giallo fantapolitico Leonida e Yuri fanno il mercato nero sulla Piazza Rossa SI ricomincia, dunque, a discutere di poesia. Non che, intendiamoci, nello scorso decennio la poesia sia stata assente dalla scena. Al contrario, sono usciti libri importanti, sia di poeti già famosi che di poeti nuovi; e ci sono sfati curiosi tentativi, prima mai pensati per non dire impensabili, di trasformare la poesia in 'happening-, in spettacolo. A mancare sono stati proprio la tensione, il confronto fra posieionl diverse, insomma il dibattito, sostituiti da un culto solitario e un po' misterico destinato forse a medicare qualche ferita, a compensare il brutale -noalla poesia pronunciato in ambito-sessantottesco'. Ben venga, dunque, questa ripresa dì discussione. Sintomatico e stimolante appare, in questo senso, 'ultimo numero (maggiodicembre 1983) di -Sigma-, rivista quadrimestrale' di letteratura che con la direzione responsabile di Lorenzo Mondo e la direzione scientifica di un comitato composto da Bàrberi Squarotti. Beccarla. Guglielminetti. Portinoti e Sozzi e la sigla editoriale di Serra e Riva conosce, a vent'anni dalla fondazione, una vita nuova e fortunata. <a.v.) I premi MILANO — 11 Giallo Mondadori bandisce il premio Alberto Tedeschi 1984 per il miglior romanzo giallo inedito. Chi vuole parteciparvi Invìi due copie del dattiloscritto, con un minimo di 150 cartelle, entro il 29 febbraio, a 'Premio Alberto Tedeschi c/o /I Giallo Mondadori 20090 Segrate». ANCH'ARI — Nell'ambito del premio .Città di Anghlari' è prevista una sezione intitolata -Idea per un libro»: si tratta di elaborare In tre-etnque cartelle il progetto di un libro da scrivere su un tema storico, politico, di critica letteraria o d'arte, di divulgazione scientifica o di economia (sono esclusi progetti di romane!/ GII elaborati debbono essere trillali in dieci copie entro 11 10 aprile alla Segreteria, presso la Biblioteca di Anghiari, platea del Popolo 4. EMPOLI —Al premio letterario Poetale .Luigi Russo' possono partecipare opere di narrativa e poesia di autori italiani, edite tra l'cprfle 'S2 ed il marea '$4. Debbono pervenire entro il 30 marea alla Segreteria, presso il Palazzo Comunale, via Giuseppe del Papa. SAN BENEDETTO DEL TRONTO — Nasce un premio letterario dedicato alla narrativa per ragazzi. SI chiama •Le palme d'oro, ed i promosso dal clublnner Wheel International. Possono partecipare opere edite negli anni ■S2 e '83, che dovranno pervenire entro il 29 febbraio alla Segreteria del premio, viale De Gatperi 98. * * Il denso fascicolo prende le mosse e il titolo, e buona parte del suo interesse, da uno scritto Iniziale di Gian Luigi Beccaria su - Grande stile e poesia del Novecento'. Non si tratta tanto di una descrielone dell'esistente, quanto di una presa di posizione, di una scelta di campo. Per usare alcune espressioni, assai lucide e suggestive, dello stesso Beccaria, il -grande stile-, cui va la decisa preferenza del saggista, caratterizza I poeti i quali -hanno fiducia net- segno- e ti distinguono cosi nettamente dal poeti che-trattano il segno come parafrasi delle cose-. Essi organizzano .il pullulare del particolari a vantaggio di una essenzialità', dando o ridando II primato alla -realizzazione, sul 'dolore del disgregato'. «Grande stile, è dunque .li rovescio dell'esibito auda¬ aVaaa cia, dell'arbitrio grammaticale, degli sperimentalitini-; si oppone alla 'malattia e degradazione del linguaggio- nonché alla 'ineffabilità oracolare' e alla 'Ottmanticità.. Può sembrare un programma di restaurazione; ma, ci avverte Beccarla, • grande stile- non è, non vuole essere sinonimo di •stile alto.; può tradursi in un linguaggio che si pone al di sopra, ma anche al di sotto, del linguaggio della comunicazione. L'importante è che non ci siano, fra i due linguaggi, coincidenza, rispecchiamento, mimesi; e che il lavoro del poeta si muova In vista o In ragione della -presenta di un centro-, respingendo l'Ipotesi o la tentazione di una poesia -senta centro., di una poesia come puro 'fluire-. Fra i rappresentanti del • grande stile- Beccaria annovera alcuni dei poeti migliori del nostro tempo, da Sereni a Zanzotto all'ultimo Montale; mentre fra i rappresentanti della -poesia senza centro- pare di intravedere la sagoma dei Novissimi e l'ombra della recente marea di piovani poeti variamente affivi allinsegna della .parola innamorata, e del'decentramento dell lo.. Di molti non si parla, cornee forse inevitabile In un discorso che vuole soprattutto enunciare una scelta di fondo. E resta dunque al lettore la curiosità e il compito di sistemare in un campo o nell'altro una quantità di poeti non romtnati e di non trascurabile Importanza. Interessante anche la serie delle repliche o specificazioni che seguono. Ricordo, in particolare, l'intervento di Bàrberi Squarotti, più esplicitamente polemico verso la poesia postnoc Issi ma degli anni Settanta, accusati' di 'finzione della sublimito e <■ ila grandezza.; e lo tcritto, assai articolato e motivato, di Mengaldo, che ti dice d'accordo con Beccaria in linea di principio, salvo poi avanzare una contrapposizione addirittura radicale fra poeti che Beccaria, invece, accomunava nel se¬ aaw .^^p^^'\ IQawal . 1 1—r m ■ gno del .grande stile'.- da una parte. I poeti che si richiamano (come Luzi e Zanzotto) a un filone •or/Ico-sapienzale-, dall'altra, quelli (come Bertolucci. Caproni. Sereni) clic praticano una poesia .esistenziale', e per i quali Mengaldo non nasconde la sua predilezione. * * Come si vede, il discorso ribolle subito di contrapposizioni e divergenze; e siamo solo all'inizio, senea contare che slamo sostanzialmente fermi alla generazione dei sessanta-settantennl. Una ricognizione, invece, nei territori dell'oggi è quella tentata dalla rivista genovese «Nuova Corrente-, che in un numero diviso in due fascicoli (uno di testi e commenti, l'altro di interventi critici e apparati bibliografici) propone una sua linea fortemente caratterizzata e dichiaratamente parziale. I poeti presi in considerazione, di diverse età ma tutti appartenenti all'epoca post-novissima, tono, infatti, soltanto quattro: Greppi, Cagnone, Viviani, De Angeli:., e la linea che essi rappresentano o evocano è, per usare le parole del presentatore Stefano Verdino, tracciata dal loro comune interesse a «porsi criticamente il realismo (J della loro scrittura', prospettando «una nuova aggregazione della lingua (,.J al di là del soggetto parlante.. Parole forse un po' sibilline, ma che trovano poi qualche confronto e chiarezza sia nei testi (in parte inediti) dei quattro poeti, sia nelle accurate schede critiche che li accompagnano. Il numero doppio di «Sigma- e i due fascicoli di •Nuova Corrente» possono utilmente interagire fra loro, non solo perché la rivista genovese comincia la sua analisi là dove la rivista torinese la sospende, n.a anche perché i rispettivi punti di vista appaiono radicalmente contrapposti. Siamo davvero, insomma, a un inizio di dibattito, con motto carne al fuoco e molte intelligente al lavoro. Speriamo che con Un ut. Giovanni Rabonl HO cominciato a leggere «Piazza Rossa*, 360 pagine di mlstery sovietico con un Andropov .raffreddato' e le ho finite con lo stesso morto e sepolto, mentre 11 vetusto Oernenko si era issato sul trono del Cremlino. Osservazione non divagante, se si tiene presente che entrambi figurano tra I comprimari di questo romanzo, folto di personaggi come un elenco del telefono (c'è una pignolesca Usta In apertura, ma abbastanza super!lua- eroi e controcroi sono abbastanza ben e [■.rati eri/, iti e si muovono senza sovrapporsi c aggrovigliarsi). I due autori, Topol e Neznansky. che si presentano come due russi .che hanno scelto la libertà* negli Stati Uniti, conoscono a menadito luci e ombre della loro patria d'origine, anche se gli intrallazzi di cui parlano (borsa nera, traffico di valuta c compagnia bella) di cui si sarebbero macchiati jierslno parenti di Breznev, che In queste pagine figura ancora in vita,- sono stali ampiamente riferiti dal Riornali occidentali. In un ribaldo guazzabuglio di invenzione e verità. si comincia con un presunto suicidio del cognato di Breznev, su cui Indaga l'Investigatore speciale Shcmrayrv, un mezzo ebreo che dissimula abilmente le sue origini per campare senza troppi scossoni In un Paese percorso da frenesie antisemite. Divorzialo, con un figlio quattordicenne a carico, Shamrayev è scarsamente In linea con 11 partito, ma nessuno se ne accorge. Anzi, gli gettano In mano patate roventi da sbollentare. Per fortuna. Shamrayev sembra avete I guanti di amianto e una certosina perizia da artificiere nel disinnescare 1 peggiori ordigni, che rischiano di coinvolgere persino II Numero Uno, e cioè Leonida. di cui, mediante registratore, sono state carpile frasi compromettenti, pronunciate du¬

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