Renzo e Lucia rivendicano la loro tragica verità

Renzo e Lucia Renzo e Lucia rivendicano la loro tragica verità CHE senso ha. per Teston. misurar»! ancora una volta con Manzoni, mettersi di fronte al suo capolavoro' Che senso ha l'azione teatrale in due giornate / promessi sposi alla prova? Il Maestro e la sua piccola compagnia stanno provando in una duplice accezione: saggiano il loro mestiere di teatranti che si affermerà pieno nell'improvvisazione. tant'é che a poco a poco la platea vuota si animerà di pubblico per uno spettacolo «definitivo»; saggiamo la resistenza dei Promessi spasi che serve di traliccio a un copione di Giovanni Testori (autore, già nel 1967, di una Stonaca di Monza). E' intuibile la complessità, la polivalenza di un lavoro in cui, sotto il patronato di Manzoni, Testori mette in circolo le sue idee sul teatro e sulla vita, sul teatro che si fa vita. Per usare la sua espressione, la parola che si fa carne e ossa. Si spiega allora come la «prova» diventi per lui il solo teatro possibile: con i dialoghi spezzati e interrogativi che precipitano nel monologo e nel coro {«la forma prima ed eterna» dell'azione scenica), con gli anacronismi che intrecciano i casi dei personaggi a quelli degli attori, scaraventano il «qui e ora» oltre lo spazio e il tempo. E lo spettacolo appare tanto più aperto alla dialettica delle passioni, in quanto gli attori interpretano figure diverse, si sdoppiano e si ricompongono lasciando nell'aria il peso delle loro domande e lamentazioni. Ma come c'entra Manzoni1 Il gran romanzo viene accolto sulle tavole del palcoscenico per la sua natura essenzialmente tragica Il Maestro e i personaggi evocati, anzi incarnati, polemizzano contro le interpretazioni sbagliate dei Promessi sposi. Renzo e Lucia se la prendono vivacemente con quelli che hanno ritagliato sulle loro figure una reattiva, interessala e beghini ss ima letteratura»; ma anche con quelli che li hanno annacquati a tradimento, per sentirsi autorizzati a »portar poi in piana, d'altri personaggi, cosi e cose, come se, questa vita, fosse ti mercato dei tori e delle \ac che». Lettori edificanti e lettori grossolani, che non riescono a immaginare, diversamente incomprcnsivi. come l'eros possa decantarsi in *puro fuoco». come non ci sia contraddizione fra (bruciore e purezza». Le presunte aiolc dell'idillio manzoniano vengono abbattute proprio là dove avrebbero messo più profonde radici E allora, con il soccorso di guerre, carestie e pestilenze, di don Rodrigo, Innominato e Monaca di Monza, la vicenda che comincia in quel fatale 7 novembre 1628 diventa microstoria esemplare, mappa intricata dove cercare con affanno e trepidazione tun'architettura, un disegno», dove spiare le mosse della Provvidenza, da governante dell'universo». Sollecitando te pagine manzoniane, Testori scopre percorsi di strana, pensosa suggestione. Ci colpisce innanzitutto Ger- Il premio Firpo a l na sce trudc. la tragica Maddalena, che aduna perdizione e grazia nello sterco e nel piumaticcio del pollaio in cui vive reclusa Testori ha un debole per lei, esploratrice di abissi, sorella della furia e della bestemmia Con potente immaginazione visionaria, ne fa il doppio perverso di Lucia Ans-hc Gertrude ha un suo Renzo brianzolo che le viene strappato, lei che fin dal venire materno è destinata alla prigione del convento, patisce la più atroce delle violenze e non ha la ventura di incontrare un frale che l'aiuti a fuggire. Lucia intuirà con un brivido questa misteriosa parentela tra il giusto e il peccatore quando sognerà iu di i Promessi -.posi .ill.i prom > (prima ancora d'aver fatto voto) di essere diventala suora. Passiamo al tema della peste: non sarà un caso se verrà diffusa a Milano da un soldato che ha preso il contagio a Lecco, là dove si e commessa ingiustizia sui due promessi sposi Quanto a don Rodrigo, viene colpiio dal flagello nella città dove, più che mai invasato, sta cercando Lucia. Ed e pure delicata la premonizione raccolta nel nome di fra' Cristoforo che, a imitazione del santo dipinto sulle facciate •delle cme«e lombarde, si sarebbe fatto traghettatore di viandanti, di fuggiaschi Straordinario e combattuto amore, quello di Te¬ Lorenzo Mondo Giovanni Testori: «I promessi sposi alla prova». Oscar Mondadori, 181 pagine, 6000 lire. Vladimir Odocvskij: NOTII RISSE. Trad. di Luciana Momigliani l'Ut. Grandi Scrittori Stranieri 56. pp. 325, !.. 7500 Quoto e un romanzo strano e fuori del comune, che menta quanto meno attenzione. Intanto perché e scritto e tradotto bene, e :n secondo luogo per il suo strambo idealismo romantico ,i volte persino un po' ingenuo, ma che restituisce in pieno il donchisciotltsmo ideale di una certa velleitaria nobiltà ni»s.i prerivoluzionaria * Mimi INTERVISTA SI L CINEMA. A cura di Giovanni Graz/Ini Saggi Tascabili 1 nlerza 96, pp. 181,1. 8000. Questo e un ritratto di Lclimi tutto da leggere: intelligente. . atei pieno di humour, un po' imbarazzato come se al pubdovesse importare nulla di lui. e perciò ritroso, ma gran raccontatore di fascino, inventore di paradossi esilaranti e in assolino ricco di umanità. Eorse non esse un ritratto del cinema n. liano ghiotto per i cinefili, ma certamente il ritratto i! un c-.-.l'uomo A cura di Patri/la Moggi Rebulla Renzo e Lucia Renzo e Lucia rivendicano la loro tragica verità CHE senso ha. per Teston. misurar»! ancora una volta con Manzoni, mettersi di fronte al suo capolavoro' Che senso ha l'azione teatrale in due giornate / promessi sposi alla prova? Il Maestro e la sua piccola compagnia stanno provando in una duplice accezione: saggiano il loro mestiere di teatranti che si affermerà pieno nell'improvvisazione. tant'é che a poco a poco la platea vuota si animerà di pubblico per uno spettacolo «definitivo»; saggiamo la resistenza dei Promessi spasi che serve di traliccio a un copione di Giovanni Testori (autore, già nel 1967, di una Stonaca di Monza). E' intuibile la complessità, la polivalenza di un lavoro in cui, sotto il patronato di Manzoni, Testori mette in circolo le sue idee sul teatro e sulla vita, sul teatro che si fa vita. Per usare la sua espressione, la parola che si fa carne e ossa. Si spiega allora come la «prova» diventi per lui il solo teatro possibile: con i dialoghi spezzati e interrogativi che precipitano nel monologo e nel coro {«la forma prima ed eterna» dell'azione scenica), con gli anacronismi che intrecciano i casi dei personaggi a quelli degli attori, scaraventano il «qui e ora» oltre lo spazio e il tempo. E lo spettacolo appare tanto più aperto alla dialettica delle passioni, in quanto gli attori interpretano figure diverse, si sdoppiano e si ricompongono lasciando nell'aria il peso delle loro domande e lamentazioni. Ma come c'entra Manzoni1 Il gran romanzo viene accolto sulle tavole del palcoscenico per la sua natura essenzialmente tragica Il Maestro e i personaggi evocati, anzi incarnati, polemizzano contro le interpretazioni sbagliate dei Promessi sposi. Renzo e Lucia se la prendono vivacemente con quelli che hanno ritagliato sulle loro figure una reattiva, interessala e beghini ss ima letteratura»; ma anche con quelli che li hanno annacquati a tradimento, per sentirsi autorizzati a »portar poi in piana, d'altri personaggi, cosi e cose, come se, questa vita, fosse ti mercato dei tori e delle \ac che». Lettori edificanti e lettori grossolani, che non riescono a immaginare, diversamente incomprcnsivi. come l'eros possa decantarsi in *puro fuoco». come non ci sia contraddizione fra (bruciore e purezza». Le presunte aiolc dell'idillio manzoniano vengono abbattute proprio là dove avrebbero messo più profonde radici E allora, con il soccorso di guerre, carestie e pestilenze, di don Rodrigo, Innominato e Monaca di Monza, la vicenda che comincia in quel fatale 7 novembre 1628 diventa microstoria esemplare, mappa intricata dove cercare con affanno e trepidazione tun'architettura, un disegno», dove spiare le mosse della Provvidenza, da governante dell'universo». Sollecitando te pagine manzoniane, Testori scopre percorsi di strana, pensosa suggestione. Ci colpisce innanzitutto Ger- Il premio Firpo a l na sce trudc. la tragica Maddalena, che aduna perdizione e grazia nello sterco e nel piumaticcio del pollaio in cui vive reclusa Testori ha un debole per lei, esploratrice di abissi, sorella della furia e della bestemmia Con potente immaginazione visionaria, ne fa il doppio perverso di Lucia Ans-hc Gertrude ha un suo Renzo brianzolo che le viene strappato, lei che fin dal venire materno è destinata alla prigione del convento, patisce la più atroce delle violenze e non ha la ventura di incontrare un frale che l'aiuti a fuggire. Lucia intuirà con un brivido questa misteriosa parentela tra il giusto e il peccatore quando sognerà iu di i Promessi -.posi .ill.i prom > (prima ancora d'aver fatto voto) di essere diventala suora. Passiamo al tema della peste: non sarà un caso se verrà diffusa a Milano da un soldato che ha preso il contagio a Lecco, là dove si e commessa ingiustizia sui due promessi sposi Quanto a don Rodrigo, viene colpiio dal flagello nella città dove, più che mai invasato, sta cercando Lucia. Ed e pure delicata la premonizione raccolta nel nome di fra' Cristoforo che, a imitazione del santo dipinto sulle facciate •delle cme«e lombarde, si sarebbe fatto traghettatore di viandanti, di fuggiaschi Straordinario e combattuto amore, quello di Te¬ Lorenzo Mondo Giovanni Testori: «I promessi sposi alla prova». Oscar Mondadori, 181 pagine, 6000 lire. Vladimir Odocvskij: NOTII RISSE. Trad. di Luciana Momigliani l'Ut. Grandi Scrittori Stranieri 56. pp. 325, !.. 7500 Quoto e un romanzo strano e fuori del comune, che menta quanto meno attenzione. Intanto perché e scritto e tradotto bene, e :n secondo luogo per il suo strambo idealismo romantico ,i volte persino un po' ingenuo, ma che restituisce in pieno il donchisciotltsmo ideale di una certa velleitaria nobiltà ni»s.i prerivoluzionaria * Mimi INTERVISTA SI L CINEMA. A cura di Giovanni Graz/Ini Saggi Tascabili 1 nlerza 96, pp. 181,1. 8000. Questo e un ritratto di Lclimi tutto da leggere: intelligente. . atei pieno di humour, un po' imbarazzato come se al pubdovesse importare nulla di lui. e perciò ritroso, ma gran raccontatore di fascino, inventore di paradossi esilaranti e in assolino ricco di umanità. Eorse non esse un ritratto del cinema n. liano ghiotto per i cinefili, ma certamente il ritratto i! un c-.-.l'uomo A cura di Patri/la Moggi Rebulla Renzo e Lucia Renzo e Lucia rivendicano la loro tragica verità CHE senso ha. per Teston. misurar»! ancora una volta con Manzoni, mettersi di fronte al suo capolavoro' Che senso ha l'azione teatrale in due giornate / promessi sposi alla prova? Il Maestro e la sua piccola compagnia stanno provando in una duplice accezione: saggiano il loro mestiere di teatranti che si affermerà pieno nell'improvvisazione. tant'é che a poco a poco la platea vuota si animerà di pubblico per uno spettacolo «definitivo»; saggiamo la resistenza dei Promessi spasi che serve di traliccio a un copione di Giovanni Testori (autore, già nel 1967, di una Stonaca di Monza). E' intuibile la complessità, la polivalenza di un lavoro in cui, sotto il patronato di Manzoni, Testori mette in circolo le sue idee sul teatro e sulla vita, sul teatro che si fa vita. Per usare la sua espressione, la parola che si fa carne e ossa. Si spiega allora come la «prova» diventi per lui il solo teatro possibile: con i dialoghi spezzati e interrogativi che precipitano nel monologo e nel coro {«la forma prima ed eterna» dell'azione scenica), con gli anacronismi che intrecciano i casi dei personaggi a quelli degli attori, scaraventano il «qui e ora» oltre lo spazio e il tempo. E lo spettacolo appare tanto più aperto alla dialettica delle passioni, in quanto gli attori interpretano figure diverse, si sdoppiano e si ricompongono lasciando nell'aria il peso delle loro domande e lamentazioni. Ma come c'entra Manzoni1 Il gran romanzo viene accolto sulle tavole del palcoscenico per la sua natura essenzialmente tragica Il Maestro e i personaggi evocati, anzi incarnati, polemizzano contro le interpretazioni sbagliate dei Promessi sposi. Renzo e Lucia se la prendono vivacemente con quelli che hanno ritagliato sulle loro figure una reattiva, interessala e beghini ss ima letteratura»; ma anche con quelli che li hanno annacquati a tradimento, per sentirsi autorizzati a »portar poi in piana, d'altri personaggi, cosi e cose, come se, questa vita, fosse ti mercato dei tori e delle \ac che». Lettori edificanti e lettori grossolani, che non riescono a immaginare, diversamente incomprcnsivi. come l'eros possa decantarsi in *puro fuoco». come non ci sia contraddizione fra (bruciore e purezza». Le presunte aiolc dell'idillio manzoniano vengono abbattute proprio là dove avrebbero messo più profonde radici E allora, con il soccorso di guerre, carestie e pestilenze, di don Rodrigo, Innominato e Monaca di Monza, la vicenda che comincia in quel fatale 7 novembre 1628 diventa microstoria esemplare, mappa intricata dove cercare con affanno e trepidazione tun'architettura, un disegno», dove spiare le mosse della Provvidenza, da governante dell'universo». Sollecitando te pagine manzoniane, Testori scopre percorsi di strana, pensosa suggestione. Ci colpisce innanzitutto Ger- Il premio Firpo a l na sce trudc. la tragica Maddalena, che aduna perdizione e grazia nello sterco e nel piumaticcio del pollaio in cui vive reclusa Testori ha un debole per lei, esploratrice di abissi, sorella della furia e della bestemmia Con potente immaginazione visionaria, ne fa il doppio perverso di Lucia Ans-hc Gertrude ha un suo Renzo brianzolo che le viene strappato, lei che fin dal venire materno è destinata alla prigione del convento, patisce la più atroce delle violenze e non ha la ventura di incontrare un frale che l'aiuti a fuggire. Lucia intuirà con un brivido questa misteriosa parentela tra il giusto e il peccatore quando sognerà iu di i Promessi -.posi .ill.i prom > (prima ancora d'aver fatto voto) di essere diventala suora. Passiamo al tema della peste: non sarà un caso se verrà diffusa a Milano da un soldato che ha preso il contagio a Lecco, là dove si e commessa ingiustizia sui due promessi sposi Quanto a don Rodrigo, viene colpiio dal flagello nella città dove, più che mai invasato, sta cercando Lucia. Ed e pure delicata la premonizione raccolta nel nome di fra' Cristoforo che, a imitazione del santo dipinto sulle facciate •delle cme«e lombarde, si sarebbe fatto traghettatore di viandanti, di fuggiaschi Straordinario e combattuto amore, quello di Te¬ Lorenzo Mondo Giovanni Testori: «I promessi sposi alla prova». Oscar Mondadori, 181 pagine, 6000 lire. Vladimir Odocvskij: NOTII RISSE. Trad. di Luciana Momigliani l'Ut. Grandi Scrittori Stranieri 56. pp. 325, !.. 7500 Quoto e un romanzo strano e fuori del comune, che menta quanto meno attenzione. Intanto perché e scritto e tradotto bene, e :n secondo luogo per il suo strambo idealismo romantico ,i volte persino un po' ingenuo, ma che restituisce in pieno il donchisciotltsmo ideale di una certa velleitaria nobiltà ni»s.i prerivoluzionaria * Mimi INTERVISTA SI L CINEMA. A cura di Giovanni Graz/Ini Saggi Tascabili 1 nlerza 96, pp. 181,1. 8000. Questo e un ritratto di Lclimi tutto da leggere: intelligente. . atei pieno di humour, un po' imbarazzato come se al pubdovesse importare nulla di lui. e perciò ritroso, ma gran raccontatore di fascino, inventore di paradossi esilaranti e in assolino ricco di umanità. Eorse non esse un ritratto del cinema n. liano ghiotto per i cinefili, ma certamente il ritratto i! un c-.-.l'uomo A cura di Patri/la Moggi Rebulla

Luoghi citati: Lecco, Milano, Monza