Moenjodaro divorata dal sale

Moenjodaro divorata dal sale APPELLO PER SALVARE L'ANTICA CAPITALE DELL'INDO Moenjodaro divorata dal sale Già nel 2400 a. C era una «grande città» con 30 mila abitanti e una lingua scritta ancora indecifrata La vicina diga di Sukkur ha fatto salire la falda freatica - L'acqua s'infiltra fra le mura e lascia depositi di sale che sgretolano i mattoni - Per salvarla spesi 10 milioni di dollari, ma ne occorrono altri sei NOSTRO SERVIZIO MOENJODARO — In Pakistan, 400 chilometri a Nord-Est di Karachi, c'è Moenjodaro, vecchia di oltre 4500 anni, la città piU importante detta civiltà dell'Indo che /tori a partire dal 2700 aC. e «i spente mille anni dopo. Una civiltà che si estese su un'ampia regione, che andava dall'attuale frontiera tra il Pakistan e l'Iran, lungo il Mar d'Oman, alla tona di New Delhi e dalla provincia afghana di Badakhshcn al Golfo di Cambay. La civiltà dell'Indo, nell'età del bromo, copriva una superficie ben piU vasta delle sue contemporanee sul Nilo e in Mesopotamia. Viene chiamata anche civiltà di Itarappa, dal primo luogo archeologico scoperto nel 1621 In questa località 17$ km a Sud-Est di Lahore. Ora sono stati riportati alla luce un miglialo di città e di villaggi. Moenjodaro (sino al "60 l'ortografìa era MohenfoDarò) fu scoperta nel 72 nel corso di scavi di routine del servigio archeologico dell'India britannica. Nello plana paludosa dell'Indo erano stati segnalati due grandi tumuli, uno alto fra Se 7 metri, esteso su 45 ettari, l'altro, che copriva $ ettari, dominava la valle e aveva nel punto ptU alto uno stupa del secondo secolo dopo Cristo. In breve, ali scavi rivelarono che Moenjodaro e Harappa facevano parte 'della stessa civiltà. Il dottor Raflq Mugnai fu il primo* definire una cronologia, net 1971. Tra il 2700 e il 2400 U.C. nacque questa civiltà urbana e agricola allo stesso tempo: sono tre secoli caralteriettati da piccole agglomerazioni e da un'art-Mlettura semplice, con ancora molte forme locali. Tra il 2400 e il 1900 a.C. e la sia turi id. Alcune città raggiungono dimensioni notevoli: Moenyjdaro, estesa su circa 10 ettari in base a una struttura ortogonale con rettangoli di 400 metri per duecento, aveva una popolazione di 30-35mila abitanti Un'urbanistica raffinata, ma stranamente senea i templi né i palaeti eretti nella stessa epoca dalle civiltà egiziana e mesopotamia E neppure necro'S*Mt'lMr%Étinto si sa: « **S monumenti di una certa irnI portanza 'tege •granai' (almeno, si pensa) e l * grandi bagnim, un bacino lungo quasi Il metri, largo 7 e profondo poco meno di due. Un'altra caratteristica è la presenza di un poeto in ogni casa, mentre in Egitto e in Mesopotamia l'acqua si andava a prendere ai fiumi. A Moenjodaro c'è un pozzo cilindrico ogni 25 metri. Tutti sono in mattoni colti, e tono stati sopraelevati a mano a mano che una casa nuova veniva costruita sulle macerie di quelle vecchie (la durata media di un'abitazione viene calcolata in circa 40 anni;. Anche le case sono costrutte in mattoni cotti di dimensioni praticamente uguali (27 cm di lunghetta, 13 di larghezza e S di alteeca). il che presuppone una produzione industriale standatdletata per secoli e su un'estensione di centinaia di chilometri quadrati, e di legna sufficiente per cuocere l mattoni Non c'erano monumenti, e neppure grandi oggetti di culto. La scultura ptk grande sinora ritrovata è alia meno di 50 em. Il celebre busto di steatite detto del «re sacerdote' è alto 15 centimetri. In compenso, abbondano le statuette in steatite, terracotta o bronzo: donne, scoiattoli, scimmie, uccellt, bovini; e giocattoli: buoi con la testa articolata, carretti In miniatura con bestie aggiogate. Soprattutto, gli uomini della civiltà dell'Indo hanno scolpito sigilli di incredibile raffinatezza, alcuni etemplari dei quali sono stati trovati in Mesopotamia a livelli ben datati, e hanno fornito un al ho. prova dell'esistenza di una vasta rete di commerci grazie alla quale le città della valle dell'Indo si procuravano le necessarie materie prime — rame, stagno, oro, argento, bitume, lapislazzuli — probabilmente In cambio di cereali. Sui sigilli, quadrati o rettangolari, delle dimensioni di pochi centimetri, sono raffigurati animali (eebre. gaviali, rinoceronti, tigri, garzelle, elefanti, liocorni) e segni grafici. Da oltre SO anni si tenta di decifrare questa scrittura, composta di circa 350 •caratteri-: osta tanfo ti annuncia che è stata trovata la «cWovem e poco dopo, regolarmente, si riconosce che la chiave non funziona. Non esistono iscrizioni bilingui e neppure Usti lunghi: raramente uniscrizione conta pi* di dodici segni. Dopo il 1000 avanti Cristo, la civiltà dell'Indo entra nella decadenza e terso il 1700 scompare, sostituita da cul¬ ture più rozze. Ma non fu bloccata dall'improvviso arrivo degli ariani, come spesso si dice: gli invasori apparvero soltanto verso il 1500 a.C. » non sono state trovate tracce di guerra. Inoltre, gli strati superiori di Moenjodaro mostrano i segni di una lenta decadenza urbanistica. Circa un decimo della città è stato oggetto di scavi. Ma t resti, appena riportati alla luce, sono già minacciati. Quando le ricerche archeologiche incominciarono, nel 1922, la falda freatica era a sette metri e mezzo sotto la superficie. Dopo il 1U3 ta diga di Sukkur, 50 km a Nord-Est di Moenjodaro, destinata a irrigare le terre aride a valle, ha fatto salire improvvisamente il livello dell'acqua, che è ora a 4 metri e metto di profondità in inverno e a 22$ in estate. E l'acqua si infiltra per capillarità nel muri di mattoni, carica di sali minerali solubili - con le temperature della regione (a volte in gennaio il termometro tale già a 30 gradi), evapora attraverso la superficie dei mattoni I sali rimangono, si cristallizzano e sgretolano I mattoni. Ovviamente, piti colpiti sono gli strati bassi e i muri rischiano di crollare. Da anni le autorità pakistane studiano il problema della conservazione di Moen¬ jodaro, che non appartiene soltanto al passato del Paese, ma anche al patrimonio culturale dell'umanità. Già nel 1060 si sono rivolte a esperti deWUnetco; nel 74 René Maheu, direttore generale dell'Organiszazione, ha lanciato un appello per un aiuto internazionale. Nel 79 II suo successore, M'Bow, ha firmato un accordo con il governo di Islamabad per anlzzare questi aiuti. Il sosto della eemzervatione e della valorizzazione di Moenjodaro viene valutato a 16 milioni di dollari, 27 miliardi di lire. Quasi 7 milioni di dollari sono già stati spesi dal Pakistan, tre sono stati stanziati da Stati Uniti, Giappone, Germania e altri Aieri. Mancano ancora circa sei milioni di dollari, 10 miliardi di lire. A un seminario organizzato nel gennaio scorso a Karachi e a Moenjodaro, il ministro della Cultura Nlaz Mohammad Arbab ha annunciato l'istituzione di una mostra itinerante grazie alla quale, per la prima volta, si potranno presentare fuori del Pakistan oggetti trovati nella valle dell'Indo e raccogliere fondi. Una società per salvare Moenjodaro presieduta dal capo della Corte Suprema Abdul Kadir Shetkh coordina i lavori, in collaborazione con il direttore generale dei Beni Archeologici e dei Musei, Mohammad Ishtiaq Khan. La cosa piti urgente è fermare l'avanzata del sale. Intorno alla zona sono stati scavati 14 poeti e ùUXnUiù di settembre è incominciato il pompaggio dell'acqua, al ritmo di circa un metro cubo al secondo. In questo modo, si spera di far scendere la falda freatica a 6,60 metri sotto la superficie entro 15 mesi. Alla fine dell'anno scorto t primi risultati erano già molto incoraggianti: In falda acquifera era già scesa di oltre un metro. 114 potei con i relaJU. fi tUtemi di drenaggio, pompaggio e scorrimento dell'acqua in un canale dirrigacene sono costati quasi 10 milioni di rupie, un miliardo di lire. Secondo l calcoli, occorrerebbero 56 pozzi per far scendere la falda a 20 metri sotto la superficie. Anche l'Indo, con il suo corso mutevole, l meandri inttaìAU e le piene, costituite: una minaccia molto grave per Moenjodaro. Sono stati fatti molti progetti di dighe, ma per mancanza di fondi nessuno è stato ancora realizzato. La cetra certa è che bisogna far presto, altrimenti Moenjodaro è destinata a scomparire entro vent'anni. Yvonne Rebeyrol Copyright »U Modi*» e per l'Italia ila Stampa • I Il «re sacerdote», busto in terracotta trovato a Moenjodaro

Persone citate: Abdul Kadir, Moen, Mohammad Ishtiaq Khan, Raflq Mugnai, René Maheu, Yvonne Rebeyrol