Stoppard, un balletto di finzioni vuol cercare la verità della vita

Stopparci, un balletto di finzioni vuol cercare la verità della vita AI Piccolo di Milano «La cosa reale» con Fantoni e la Pechini, regìa di Salveti Stopparci, un balletto di finzioni vuol cercare la verità della vita Una commedia di semplicità tematica e di raffinatezza compositiva, piena di rompicapo e di gusto parodistico • Un magnifico Fantoni in perfetto equilibrio tra freschezza e naturalezza DAL NOSTRO INVIATO MILANO — In quasi contemporanea con l'edizione londinese e quella americana (a BroaJway, con Jeremy Irons, segna da un mese 11 lutto esaurito e mette In scacco I più rinomati nutricali), approda sul nostri palcoscenici (Il caso e più unico che raro) La cosa vera di Tom Stop-, pard. celebre commediografo inglese sulla quarantina, nella messinscena della Contemporanea '63. con Sergio Fantoni e Ilaria Occhlnl. per la regia di Lorenzo Salveti: lo spettacolo è ospite del Piccolo, che ne ha celebrato l'altra sera la prima nella sala di via Rovello. Questa The real thing e commedia di estrema semplicità tematica e. al tempo stesso, di straordinaria raffina tozza compositiva. Il tema, semplice, persln ovvio, è quello della difficile ricerca di una nostra verità interiore, di una nostra saldezza emotiva, di un nostro equilibrio compor lamentale. Crediamo e fingiamo di continuo di esserlo, ma non slamo «veri» e l'amore. I nostri piccoli-grandi timori che si inanellano l'uno dopo l'altro come perle false di una collana d'accatto, sono 11. un passo dietro noi. pronti a smascherarci e a smentirci. Ma la struttura, l'architettura della commedia è singolarmente composita. Intanto la storia si svolge tra gente di teatro, un commediografo, Henry, la moglie attrice Charlotte, subito lasciata per un'altra attrice, Annle. moglie a sua volta di un attore. Max: e questa particolare ambientazione, tra persone che insomma hanno fatto della finzione, scritta o recitata che sia, una pratica quotidiana, quasi una seconda veste esistenziale, consente a Stopparti di Innescare tutto una serie di sorprendenti e gustosi rinvìi, di controcanti Interni al testo. Max c Charlotte recitano una scena di tradimento da una commedia di Henry; con le stesse parole, ma nella realta, Annle confessa a Max di tradirlo con Henry; di 11 a due anni, le stesse battute «servono- sempre nella vita a Henry per scoprire un labile tradimento di Annle. Ho citato, badate, un solo esemplo di questa altalena continua tra realtà e finzione (ma sarebbe più preciso dire tra falsità e verità, perché questo non e un testo post-plrandclllano di teatro nel teatro) di un copione scintillante, che utilizza con arguto gusto parodico, sminuzzandoli e triturandoli. Strindberg e l'elisabettiano John Ford, Shake¬ speare e gli ex compagni 'arrabbiali* marchio Anni Sessanta; e ci porta a spasso, a sequenze veloci e taglienti, da un palcoscenico a una parconntére. da un treno «vero» a un treno falso ricostruito In uno studio televisivo. Coadiuvata da una semplice e raffinata a sua volta scenografia di Gianfranco Padovani (una griglia di pannelli orizzontali che scorrono a comporre e ricomporre spazi e ambienti) sull'onda delle suaslve musiche scelte da Paolo Terni (Beatles per aprire e Procul Harum per chiudere), la regia di Lorenzo Saiveti si mette pudicamente al servizio del testo, tradotto con garbo da Dudu La Cipria, badando, con molto amore per Stoppard. a non aggiungere altri rompicapi al suol smaglianti puetles: ma, semmai, a suggerire agli attori la più corretta scansione di quel tempi-azione che sono terribili da cavalcare. Quello che gli attori (anno é ammirevole, tentando di recuperare al nostro costume, esattamente antitetico, una tradizione di «teatro conversazlonale. antica di tre secoli, In cui gesto parola silenzio si armonizzano con Inimitabile (e diciamolo pure. Inesportablle) freschezza c naturalezza. Il loro c, insomma, un duro sforzo di mediazione, devono ricrearsi ciò che per l'Interprete Inglese è bell'i- servito su una fragile tazzina da te. In questo sforzo Fantoni e un magnifico Henry, in perfetto equilibrio tra Ironia e malinconia, cosi Incerto e Indifeso eppure cosi corrosivo e intellettualmente fervido. La Occhlnl è una Annle di grande eleganza, tenera e esigente, ferma nel suo desiderio di resistere nella «verità» fonda del suo rapporto. Duilio Del Prete schizza un disarmato fragile Max. la Monelli una Charlotte mestamente remissiva: e un trio di giovani, 11 Barbera, la Patruno, 11 Fatilasllchlnl. difendono con onore Moro ruoli. Alla prima un lieve sconcerto Iniziale, poi risate crescenti, e caldi applausi sul finire. Guido Davico Bonino

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