Ma Zoroastro era occidentale?

Ma Zoroastro era occidentale? DIBATTITO ALLA FONDAZIONE AGNELLI: L'ORIENTE, UN PUNTO DI VISTA Ma Zoroastro era occidentale? TORINO — Olappone, India. Cina, e, ancora, tutti I Paesi che gravitano nell'orbita dell'uno o dell'altro colosso, la lontana Corea, che oggi conosce un boom Industriale pur se divisa In due; l'Isola di Taiwan, cinese, ma con una storta propria e un'economia che e in grande fioriture; le Filippine, politicamente In crisi ma con cui si devono fare I conti; la prospera Singapore e, infine, gli arcipelaghi che corno una passerella collocano II continente asiatico al quinto nuovo continente, l'Australia, che da europei e stata colonizzata ma che sul Pacifico si affaccia e gravita. Cosa accomuna questo composito universo se non la dizione Oriente? Per scomporre e disaggregare questa troppo comprensiva dizione, dall'Occidente conlata per proprio comodo e per tentare di comprendere meglio quelle grandi civiltà che ancora oggi sono vive e che sempre più fanno sentire 11 loro peso sul plano Internazionale, al punto che ormai e, realistico parlare di un'economia del Pacifico che al affianca all'economia del Paesi dell'Atlantico e di quelli che gravitano nel Mediterraneo, la Fondazione Agnelli ha organizzato a Torino una giornata sul tema «Oriente antico e Oriente moderno: conoscere Il presente attraverso il passato». Voci autorevoli come quella del prof esser Oscar Botto, che all'Università di Torino dirige l'Istituto di orientalistica, o del professor Paolo Bconlo-Broccheri, ordinarlo di storia del Paesi afroasiatici dell'Università di Pavia, si sono avvicendate a parlare di Oriente, ma sta loro sia tutti gli altri che hanno preso la parola non hanno mal nemmeno una volta affrontato, neppure di sfuggita, quel temi che In seminali del genere fino a qualche anno fa erano d'obbligo: cioè la modernizzazione di quelle civiltà. l'Impatto con l'Occidente e relativo trauma più o meno superato. 1 problemi dello sviluppo Industriale, Insomma tutta la tematica di moda negli Anni Sessanta e Settanta quando parlando di Oriente si sottintendeva o si diceva esplicitamente Terzo Mondo. E' un dato interessante perche rivela una maggiore maturità e competenza disciplinare ma anche soprattutto la decadenza di un approccio che pur presentandosi come progressista e ispirato alta volontà di alutare gli Interessati a superare la •barriera dell arretratezza. poneva sempre l'esperto occidentale In una posizione da missionario, missionario del progresso economico, quasi come se l'Occidente, dopo aver predicato Inutilmente religione In quell'area de) mondo che di tutte le-religioni * stata la culla, avesse ancora da spendere laiche parole di »■!?■■> noi* spirituale nw -T..'.«rla.' • Con molto r*,i> hotfxtr?' rispetto si e afironv.tp ul' Fondazione Agi). '.Ci • tema dell'Oriente, de?- ì\\- passato come lndls]wnsBb; - .-lil.v - di lettura del presente, * torse questo rispetto sin t dimostrare che o/itllo era 11 problema del Terzo Mondo. Il, .s«.'«\jsvilui>;>o. che accomunava In un'altra unica generica dizione Paesi dell'Africa. dell'America Latina. dell'Asia, e che ci si proponeva di risolvere presto e bene, non * che sia stato risolto, per carità, ma non è più considerato con quella urgenza spasmodica che aveva un marchio politico e volontaristico più é\e economico, che portava a «bruciare le tappe» o a auspicare che venissero bruciate, grazie a soluzioni af- frettate. Ideologiche più che ;pratlche. La grande lezione del tem-|no. In più di un ventennio di pratlca, In.cul. contrarlamen- te a previsioni catastrofiche 'o a Idilliache aspettative. |nuove economie per forza di cose sono emerse, si * svolta sotto I nostri occhi. Il processo che si è avviato non è a breve termine, ma gli studi specialistici sul passata dell'Oriente dovrebbero aiutare a rimuovere tanti stereotipi. Capire può essere di giova"ino a chi è Interessato a pportl economici e culturacon questi Paesi ma serve, soprattutto, a allargare l'orizzonte dell'occidentale medio, prigioniero più di quanto non creda di una sua limitata visione che si è Imposta quando si e venuta a formare la nozione di Occidente. Olà. ma quando ha cominciato l'Occidente a dellnlrsl tale? Se tutta la storia da noi scritta e riscritta vede già nell'opposizione tra cittàStato greche e Impero persiano l'antagonismo e la differenziazione tre Oriente e Occidente. In realtà, e lo si è detto al convegno, la divisto-, ne concettusle è più recente, si può far risalire al Medioevo, all'epoca delle Crociate, quando due fedi dello stesso ceppo. Cristianesimo e Islam, si affrontarono. E l'Islam,' con questa sua carica di conquista, pur se si C diffuso In Medio e Estremo Oriente, si rivela più «occidentale» delle ; religioni veramente aslati che, più nostro af f me rtspet- | to al taoismo, al buddhismo o i all'Induismo. Conglobare al 'ora l'Islam nella dizione dt ' Occidente? | L'Ipotesi è affascinante se , ' si vuol far vivere ancora que sta dicotomia. Più stimolante sarebbe Invece distruggerla, valorizzare 11 concetto di Eurasla. ridare alla storia, al passato e a) presente e «il conseguenza al futuro, una dimensione più ampia, universale, che abbiamo perso noi definendoci Occidente e abbiamo tolto agli altri, accomunandoli nella dizione complementare e emarginante »i Oriente. Ha ricordato Beonlo-Broccherl l'ultimo romanzo di Gore Vida!, Creazione: un cittadino persiano di padre, greco di madre, nipote di Zoroastro, cortigiano di Darlo e poi di Serse, se ne va In giro per 11 mondo e nel la sua lunga vita Incontra tutti: 11 Buddha In India Confucio In Cina, Pitagora a Crotone, Socrate giovinetto a Atene. Tra 11 sesto e II quinto secolo avanti Cristo il mondo era uno e vi fiorivano contemporaneamente I più grandi Ingegni. Furono quel cento anni un'epoca privilegiata per una fortunata congiuri clone di astri o l'ha resa tale 11 fatto che libere le Idee potessero propagarsi per il mondo, senza che fosse praticamente e mentalmente operante 1.% distinzione tra noi e gii altri? Rerata Pisa /oroastro (min, ix* XIV

Persone citate: Gore Vida, Oscar Botto, Paolo Bconlo-broccheri, Pitagora, Socrate